Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’ha salutata come una «giornata storica». L’approvazione alla Camera della riforma costituzionale che contempla la separazione delle carriere, il sorteggio per la composizione del Csm e l’Alta corte per le sanzioni disciplinari rappresenta, del resto, il primo passo di una svolta attesa da decenni. Il via libera è arrivato con 174 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti. Favorevoli i partiti della maggioranza e, dalle file dell’opposizione, Azione e +Europa. Astenuta Italia Viva, contrari Pd, M5S e Avs. Si tratta della prima delle quattro letture previste, il testo passa ora all’esame del Senato. La riforma, ha sottolineato ancora Nordio, non solo non è «punitiva» per i magistrati, ma li libera «dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela». «Li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che – ha detto ancora – unisce elettore ed eletto e trova la sua manifestazione più patologica nella sezione disciplinare».
Del voto, che il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha definito «uno snodo epocale», Nordio ha sottolineato la «maggioranza schiacciante» che si è registrata e, benché si tratti di un «percorso ancora complesso perché così vuole la Costituzione», ha chiarito di sperare che si arrivi alle quattro letture ben prima della fine dell’anno. «Tutto è possibile, il futuro è nel grembo di Giove, e gli interventi che si sono ascoltati oggi lasciano presumere che non ci saranno intoppi, salvo il tempo di intervallo previsto dalla Costituzione per la doppia lettura», ha detto il ministro, sottolineando la volontà della maggioranza di andare avanti spedita.
Il referendum, quindi, si potrebbe celebrare «entro l’autunno». Nordio, tornando a citare Kant, ha ribadito di considerarlo un passaggio obbligato, non solo «per una ragion pura, perché non vi saranno i due terzi», ma anche «per una ragione pratica: per una materia così complessa, delicata, e anche di grande sensibilità politica, è bene che si pronunci il popolo».
E a chi gli chiedeva un pensiero su Berlusconi, il ministro ha risposto che «non sarà contento solo lui, ma anche Giuliano Vassalli», tornando a ricordare così che la riforma dà attuazione al codice che porta il nome del ministro socialista e, come ha sottolineato più volte, «medaglia d’argento della resistenza». Un promemoria per la sinistra e per quella parte della magistratura che hanno lanciato allarmi e continuano a lanciarne contro i presunti intenti «autoritari» e «punitivi» del governo Meloni, incuranti anche del fatto che Nordio, come ricordato da lui stesso, auspicava questo tipo di riforma anche quando vestiva la toga.
«Io comprendo che le cose che ho scritto negli ultimi 30 anni possono essere non completamente realizzate, ma la madre delle riforme, che è la separazione delle carriere e soprattutto l’istituzione dell’Alta Corte e il sorteggio dei magistrati, avrà a seguire conseguenze positive per la stessa magistratura. Oggi la magistratura è indipendente dal potere esecutivo deve esserlo e lo resterà, ma non è affatto dipendente da se stessa», ha detto poi il ministro nel corso del Question time al Senato, che si è svolto dopo il voto alla camera. «I magistrati oggi dipendono dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo – ha chiarito il Guardasigilli – li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e trova la sua manifestazione più patologica nella sezione disciplinare».
Cosa prevede la riforma: separazione delle carriere, Csm, Alta corte
Viene istituita inoltre l’Alta Corte disciplinare cui è attribuita la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari giudicanti e requirenti. L’Alta Corte è composta da quindici giudici, dei quali tre nominati dal presidente della Repubblica tra giuristi e avvocati, tre estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune, sei estratti a sorte tra i magistrati giudicanti con specifici requisiti, tre estratti a sorte tra i magistrati requirenti anch’essi con specifici requisiti. Il presidente dell’Alta Corte deve essere individuato tra i componenti nominati dal presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento.