Bari – Sempre più armi in discoteche e pub

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Discoteche e pub, negli ultimi mesi, diventano luoghi di faide armate nel barese, soprattutto, per i regolamenti dei conti tra i potenti clan mafiosi baresi dei Capriati, Strisciuglio, Parisi e Palermiti. L’allarme arriva dagli inquirenti della procura della Repubblica del capoluogo pugliese. “Ormai le giovani leve della malavita barese vanno in discoteca armati di tutto punto per affermare la propria leadership”, ha dichiarato il procuratore capo aggiunto Francesco Giannella. Sono undici gli episodi accertati dalla direzione distrettuale antimafia e dalla procura della Repubblica di Bari che evidenziano la presenza di armi nelle discoteche addosso a giovani rampolli della criminalità organizzata e mafiosa barese a partire dalla fine del 2021. Il primo episodio risale al quattordici novembre del 2021, quando i carabinieri della compagnia di Modugno arrestarono, con l’accusa di tentato omicidio, in flagranza di reato Giovanni Gualberti, noto negli ambienti della mala con il soprannome “candy candy”, per aver cercato di uccidere a colpi di pistola Michele Lanzizera, un addetto alla sicurezza del “Demodé”, all’esterno della discoteca dopo una serata trascorsa a ballare. Quasi due anni dopo nella notte tra il 4 e cinque novembre del 2023, all’interno del Trappeto, erano stati presi di mira da Domenico Strisciuglio, Angelo Caruso e Leonardo Fanelli, alias “leon”, i due rampolli della famiglia Capriati, Sabino, detto “Bino” e Christian. L’”incontro”, tra i due gruppi rivali armati di tutto punto, fu evitato solo grazie all’intervento degli uomini della sicurezza del locale che fecero uscire i Capriati da una porta secondaria, evitando una sparatoria nel locale. Ma alcuni rappresentanti dei due gruppi si affrontarono una decina di giorni dopo, il sedici novembre del 2023 all’interno della discoteca “Cromie” di Castellaneta Marina, dove avvenne un violento litigio. Non passano che poco più di due mesi, quando il ventuno gennaio del 2024, di nuovo al “Demodé” viene ferito con colpi di pistola Leonardo Fanelli per quell’episodio finirono in manette pochi giorni dopo Michele D’Addabbo, detto “bocchino”, Michele Portoghese detto “Miky” e Massimiliano Biasi. Il cinque febbraio del 2024 proprio Michele D’Addabbo con addosso una pistola clandestina cercava di entrare nella discoteca di Monopoli “Vinarius”, ma al suo arrivo trovò i militari dell’arma che stavano effettuando controlli all’esterno del locale. Alla vista dei carabinieri, “bocchino”, cercò di disfarsi della pistola, una 7,65 “Bernardelli”, gettandola a mare. Arma che venne recuperata dai carabinieri. Cinque giorni dopo, a Trani all’interno della discoteca “Aphelion” scoppia una lite tra ragazzi del clan Strisciuglio e un gruppo di malavitosi di Cerignola. L’alterco finisce a pistolettate fu ferita accidentalmente, a un polpaccio, Melissa Pinto. Pochi giorni dopo gli uomini della squadra mobile della Bat arrestarono Flavio Cucumazzo, Matteo Fratepietro, Nicola Volpe, Christian Ressa e, nuovamente, Leonardo Fanelli. Il diciannove marzo 2024, poi nel pub barese “Demetra” Filippo Scavo, esponente di spicco al quartiere “Carbonara” del clan Strisciuglio, litiga in maniera vibrata con Christian Capriati, figlio di Raffaele, detto “Lello”, ucciso ter giorni dopo in un agguato a Torre a Mare. Quindici giorni dopo, il 16 aprile scorso alle 3,45 della notte, al quartiere “Japigia” di Bari, avviene un vero e proprio regolamento di conti con una sparatoria che crivellò di colpi un’auto, una Fiat Panda, a bordo della quale c’erano Michele Coppi e il figlio sedicenne di un boss del clan Strisciuglio, Leonardo Fanelli junior che, dalle indagini, risulta avere interessi criminali al quartiere “Libertà”. In quel caso, fu accertato, che l’obiettivo di quell’agguato era Raffaele Lafirenze, legato al clan Parisi, che rimase ferito da una scheggia del parabrezza dell’auto. Passano poche settimane, quando il ventisette aprile del 2024, di ritorno da una serata trascorsa al “Toma la luna” di Bisceglie, vengono arrestati Eugeino Palermiti jr, Onofrio Gasparro e Silvestro Ripoli, quest’ultimo trovato in possesso di una pistola “Tokarev” calibro 7,62. Episodio, quest’ultimo, che precede la sparatoria del ventidue settembre all’interno della discoteca “Bahia” di Molfetta, dove venne uccisa Antonia Lopez e feriti Eugenio Parlermiti jr, insieme  a Francesco Crudele e Davide Rana. Per questo episodio, qualche giorno dopo, fu arrestato Michele Lavopa la cui famiglia è legata al clan Strisciuglio. 

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