Santanchè e la richiesta di dimissioni chieste dall’opposizione. La premier, in merito, tace

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Sul caso Santanchè e sul rinvio a giudizio per nell’ambito dell’inchiesta su Visibilia per ora la premier non si espone e non commenta la richiesta di dimissioni per la ministra del Turismo avanzata dalle opposizioni e lascia parlare i suoi alleati nella maggioranza. E dagli esponenti di Fdi non arriva nessuna presa di posizione pubblica. Fino ad ora la presidente del Consiglio ha preferito rimanere in silenzio, lasciando Tajani e Salvini a commentare il caso. “Io sono garantista per tutti. Credo che un cittadino, qualsiasi esso sia, debba essere ritenuto colpevole soltanto quando c’è una sentenza passata in giudicato. Quindi, per quanto ci riguarda non c’è alcun problema nei confronti del ministro Santanchè. Per quanto concerne Forza Italia non c’è alcuna richiesta di lasciare il posto di ministro”, ha detto il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. Dopo la notizia del rinvio a giudizio la Lega ha rinnovato la fiducia a Santanchè, perché, si legge in una nota, ”si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima”. Anche Maurizio Lupi di Noi Moderati si è detto contrario alle dimissioni di Santanchè: ”Un rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna, men che meno una sentenza di condanna definitiva. Per noi il garantismo vale sempre e per chiunque”.

Daniela Santanchè sostiene che quello che le viene contestato è “un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018. Su questo reato qua sono molto serena, poi è chiaro che io sono una donna di partito, non faccio le cose a dispetto dei santi. Aspetto le valutazioni. Se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro, di certo lo farò”.

Nell’agenda della ministra sarebbe confermata la data del 27 gennaio, quando a Gedda presenzierà insieme a Meloni all’attracco dell’Amerigo Vespucci e che tornerà intanto a Roma già martedì. Ma secondo quanto apprende la Repubblica, tra gli esponenti di Fdi l’ipotesi dimissioni circola, e nei vertici del partito c’è molto malcontento, visto che Santanchè, indagata da quasi due anni, è da venerdì imputata per falso in bilancio in uno dei tre filoni d’inchiesta aperti dalla procura di Milano su di lei e che la vedono indagata anche per truffa all’Inps e bancarotta.

La premier di ritorno dagli Usa dovrebbe incontrare la ministra, tra martedì sera e mercoledì e si consulterà con La Russa e poi deciderà sul ruolo della ministra. Un’ipotesi è che la presidente del Consiglio non decida subito di rimuovere Santanchè dal governo, e che aspetti invece l’esito dell’altro filone d’indagine, quello legato alla truffa all’Inps. Sul caso il prossimo 29 gennaio la Cassazione deciderà sul ricorso della difesa che ha contestato la titolarità della procura di Milano, rispetto a quella di Roma. Se la Cassazione, scrive Repubblica, dovesse confermare che la titolarità è di Milano, il gip potrebbe decidere a breve l’eventuale rinvio a giudizio. In caso contrario i tempi si allungherebbero, per cui Meloni potrebbe temporeggiare ancora. Se invece Meloni decidesse di agire subito, e togliere l’incarico di governo a Santanchè, per un possibile sostituto si fa il nome del deputato, molto vicino a Lollobrigida, Gianluca Caramanna,appena rientrato in Italia da un viaggio parlamentare in El Salvador.

La resa dei conti è una spada di Damocle sulla testa di Daniela Santanchè.

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