Bari – Si cerca la mamma del neonato morto

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Mentre continuano, anche nel fine settimana, incessanti le attività investigative degli uomini della squadra mobile della questura di Bari coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angellilis e il sostituto procuratore della Repubblica, Angela Morea, sul fronte anagrafico si sono svolti ieri mattina i funerali di quel piccolo corpicino. Sul versante investigativo sono stati acquisiti ed esaminati i filmati di due delle quattro videocamere di sorveglianza dei condomini che si trovano di fronte alla culletta per bambini abbandonati in via Arcidiacono Giovanni al civico 53, nel quartiere residenziale “Poggiofranco” di Bari, all’interno dell’area parrocchiale della chiesa di “San Giovanni Battista”, il cui parroco è don Antonio Ruccia, al momento indagato per omicidio colposo insieme all’elettricista installatore dell’impianto, il bitontino Vincenzo Nanocchio. Per queste due acquisizioni, su autorizzazione della procura della Repubblica, sono stati riconsegnati gli hard disk. Gli altri due filmati, invece, delle altre due telecamere prese in considerazione dagli inquirenti, quella del quinto piano della palazzina del civico 56 verranno esaminati nelle prossime ore, mentre l’ultima sequenza di immagini ritratte dalla telecamera della palazzina del civico 48 verranno visionate ed esaminate nei prossimi giorni solo dopo aver avuto la possibilità di effettuare un intervento di manutenzione sull’hard disk di quel condominio che risulta avere qualche problema tecnico che pare possa essere risolto con una leggera manutenzione mettendo gli inquirenti nelle condizioni di visionare, anche, quanto immortalato da quel sistema di video registrazione. La visione dei filmati è finalizzata alla ricerca dell’identità di chi ha lasciato materialmente, verosimilmente nelle ultime ore dell’anno che si è appena chiuso, il corpicino del bambino nella culletta termica che, poi, è risultata non essere tale. Una ricerca di eventuali fotogrammi di persone, ma soprattutto di targhe che verranno poi incrociate con i tracciati GPS dei proprietari di quelle auto per cercare di dare un’identità certa ai genitori del piccolo e a chi eventualmente possa averli aiutati a disfarsene del neonato. Non si esclude che, proprio, dall’esame dei tracciati GPS possa emergere che chi ha lasciato quel neonato ancora vivo in quella culla possa nei giorni o nelle ore precedenti aver fatto un sopralluogo, precedente all’abbandono del piccolo, per cercare di capire dove era precisamente il posto nel quale era ubicata la culla e come funzionava. Non si esclude che nei prossimi giorni la difesa del parroco, assunta dall’avvocato Salvatore D’Aluiso, possa richiedere un ulteriore aggiuntivo esame tecnico sul condizionatore che dalle perizie tecniche effettuate in loco lunedì e, nei laboratori del politecnico, mercoledì scorso è stato accertato non erogava aria calda all’interno del gabbiotto nel quale era ubicata la culletta e dove la mattina del giorno dopo di capodanno è stato ritrovato quel corpicino senza vita. Verifica che potrebbe essere fatta con l’ausilio dell’azoto per cercare di stabilire l’entità della perdita del condizionatore, ovvero se si tratta di una micro perdita che ha impiegato del tempo nel mettere fuori uso il sistema di riscaldamento o di una perdita importante che in poche ore ha determinato l’inefficienza funzionale dello split. Ieri, poi, dopo la celebrazione del rito funebre che ha preceduto la sepoltura, il sindaco di Bari, Vito Leccese che aveva fatto sapere che le spese del funerale del piccolo sarebbero state sostenute dal comune del capoluogo pugliese, ha esternato, sollecitato dai numerosi giornalisti presenti nel cimitero il suo pensiero, interpretando il sentimento comune di tantissimi baresi. “Questo, per tutta la nostra comunità, è il momento del dolore, del silenzio e delle preghiere che tocca profondamente l’animo di tutti noi”, ha commentato il sindaco, che poi ha aggiunto che “è proprio da questo grande dolore che occorre guardare con consapevolezza disagio che si vive in questa società, il disagio economico disagio sociale disagio anche mentale e noi dobbiamo, soprattutto, come amministrazione comunale dobbiamo riuscire a far venire fuori da quelle zone d’ombra tante di queste situazioni di disagio che purtroppo, ancora, esistono”.

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