Il discorso di insediamento di Donald Trump e i suoi punti nuovi e forti

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Oggi Trump, che è entrato nella Rotonda di Capitol Hill tra ovazioni e applausi e da un coro «Usa! Usa!», è diventato il primo presidente pregiudicato della storia statunitense e il presidente americano più anziano di sempre al momento dell’insediamento. La cerimonia si tiene al chiuso, dentro la sede del Congresso a causa delle temperature basse.

«L’età dell’oro degli Stati Uniti inizia ora». Ha iniziato così il suo discorso di insediamento alla presidenza, a Washington, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «L’America sarà presto più grande, più forte e più eccezionale che mai. Da questo giorno in poi, il nostro Paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo. Saremo l’invidia di ogni nazione e non ci lasceremo più sopraffare. Per molti anni un establishment radicale e corrotto ha estratto potere dal nostro Paese».
«Ci sono persone che hanno perso la casa. Alcune sono qui proprio in questo momento». E ovviamente uno sull’attentato in Pennsylvania della scorsa estate: «Sono stato colpito di striscio, all’orecchio, ma sono convinto di essere sopravvissuto per un motivo: sono stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l’America».

Trump ha annunciato che in questo suo secondo mandato gli statunitensi ritroveranno la fiducia che hanno perso negli ultimi anni: «Da questo momento, il declino dell’America è finito», ha detto. Poi ha detto che il 20 gennaio 2025 sarà ricordato come un giorno di liberazione per gli Stati Uniti.

«La nostra sovranità sarà ripristinata, la nostra sicurezza sarà restaurata e la bilancia della giustizia verrà riequilibrata. La feroce, violenta e ingiusta militarizzazione del Dipartimento di Giustizia e del governo avrà fine». Un passaggio anche sulla scuola e l’istruzione: «Abbiamo un sistema educativo che insegna ai nostri bambini a odiare il nostro Paese. Tutto ciò cambierà da ora in poi».
Trump ha voluto anche ringraziare le persone nere e ispaniche che lo hanno votato: «Ho ascoltato la vostra voce e non vedo l’ora di lavorare con voi. Oggi è anche il giorno di Martin Luther King. Realizzeremo il suo sogno. Voglio ringraziare le persone nere e ispaniche per i vostri voti. Ho ascoltato la vostra voce e non vedo l’ora di lavorare con voi. Oggi è anche il giorno di Martin Luther King. Realizzeremo il suo sogno».

Sull’immigrazione ha usato toni durissimi: «Oggi firmerò alcuni storici ordini esecutivi e darò vita a una rivoluzione del buon senso. Dichiarerò un’emergenza nazionale al confine meridionale. Rimanderemo milioni di criminali e stranieri là dove appartengono. I cartelli saranno considerati come organizzazioni terroristiche straniere».

Per quanto riguarda la politica energetica, Trump dice di voler aumentare l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, quindi petrolio e gas naturale: «Drill, baby, drill», ha detto prima di annunciare l’abolizione degli incentivi per le auto elettriche. «Porremo fine al Green Deal e proteggeremo i lavoratori americani nel settore automobilistico».

C’è forte spazio anche per una critica alla libertà di espressione e alle teorie gender: «Porremo fine alle politiche del governo di costruire razza e genere nella vita pubblica. Ci sono solo due gender, maschio e femmina». Trump ha inoltre dichiarato che porrà fine a quella che considera una politica governativa volta a introdurre razza e genere in «ogni aspetto della vita pubblica e privata», impegnandosi, invece, a creare una società «senza discriminazione di colore e basata sul merito». Una società dove, dice lui, da oggi «tutti i vostri sogni diventeranno realtà». Il nuovo presidente ha anche aggiunto di volere cambiare radicalmente la scena internazionale grazie al potere degli Stati Uniti, che potrà «fermare tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e completamente imprevedibile». E vuole farlo costruendo «l’esercito militare più forte che il mondo abbia visto», sottolineando che il successo degli Stati Uniti non si misurerà solo dalle battaglie vinte, ma anche dalle guerre che riusciranno a fermare.

Un passaggio sul tanto annunciato cambio di nome del Golfo del Messico e su Panama, di cui ha parlato varie volte nelle ultime settimane: «Cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America. E gli Stati Uniti riprenderanno il Canale di Panama».

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