Baby gang in Italia: un fenomeno in evoluzione tra cronaca e società

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Negli ultimi mesi, l’Italia ha assistito a una recrudescenza del fenomeno delle baby gang, gruppi di giovani, spesso minorenni, coinvolti in attività criminali che spaziano dalle aggressioni ai furti, fino agli atti di vandalismo. Questa realtà, già nota alle forze dell’ordine, ha recentemente mostrato segnali preoccupanti di intensificazione e diffusione.

Episodi recenti: un’escalation di violenza. Il 4 gennaio 2025, nei pressi del centro commerciale Gran Reno di Casalecchio, alle porte di Bologna, due adolescenti sono stati accerchiati da un gruppo di coetanei che hanno spruzzato contro di loro spray urticante. Sotto choc, i due ragazzi sono stati medicati in ospedale, e i genitori hanno presentato denuncia. Nella stessa zona, i Carabinieri hanno fermato e denunciato un quindicenne trovato in possesso di un machete, mentre un altro giovane è riuscito a fuggire dopo aver rapinato un sedicenne del suo giubbotto. 

Pochi giorni dopo, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, Napoli è stata teatro di disordini legati al tradizionale “cippo” di Sant’Antonio Abate. In diversi quartieri della città, gruppi di giovanissimi e baby gang hanno acceso roghi e lanciato sassi contro le forze dell’ordine. Le fiamme sono divampate in piazza Sanità e ai Quartieri Spagnoli, con scene di guerriglia urbana alla Torretta, dove vigili del fuoco, carabinieri e polizia sono intervenuti per sedare gli incendi. Danni sono stati riportati anche alle auto delle forze dell’ordine, con vetri frantumati. 

Operazioni di contrasto: la risposta delle istituzioni. In risposta a questa crescente minaccia, il 13 gennaio 2025, la Polizia di Stato ha condotto una vasta operazione contro le baby gang in 14 città italiane, tra cui Milano, Napoli e Palermo. L’operazione ha portato all’arresto di 40 persone, di cui circa il 25% minorenni, e alla denuncia di altre 70, un terzo delle quali minorenni. Sono state sequestrate pistole, armi da taglio, tirapugni e centinaia di dosi di droga, alcune delle quali trovate in un istituto scolastico. Inoltre, sono stati confiscati circa 10.000 euro, ritenuti provento dello spaccio. L’operazione ha coinvolto oltre 500 agenti ed è stata mirata a contrastare gruppi criminali giovanili legati anche al mondo dei trapper di periferia. 

Analisi sociologica: le radici del fenomeno. Dal punto di vista sociologico, l’adesione alle baby gang può essere interpretata come una risposta a bisogni relazionali, sociali e psicologici tipici dell’adolescenza. La ricerca di identità, appartenenza e riconoscimento spinge alcuni giovani a unirsi in gruppi che offrono supporto e status, sebbene attraverso comportamenti devianti. Inoltre, l’influenza dei social network e dei modelli culturali legati al mondo della musica trap possono contribuire a rafforzare l’attrattiva di queste bande.

Conclusioni: una sfida per la società. Il fenomeno delle baby gang rappresenta una sfida complessa che richiede interventi multidisciplinari. È fondamentale promuovere politiche di inclusione sociale, rafforzare il ruolo educativo delle famiglie e delle scuole e implementare programmi di prevenzione mirati a offrire ai giovani alternative positive all’aggregazione criminale. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile arginare l’espansione di queste dinamiche devianti e garantire una convivenza civile più sicura.

Valentina Alvaro

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