Donald Trump inaugura il suo ritorno sulla scena globale con un discorso al World Economic Forum di Davos con un intervento in puro stile trumpiano: diretto e combattivo.
«Negli Stati Uniti è iniziata l’età dell’oro», esordisce il presidente fresco di investitura. «Abbiamo inaugurato una rivoluzione del buon senso. Il presidente Biden ha perso completamente il controllo della situazione nel nostro Paese, in particolare con la nostra economia ad alta inflazione e ai nostri confini», dichiara, imputando all’amministrazione dem l’attuale disastro del debito e la debolezza strategica sul piano globale. «Abbiamo fatto più noi in 4 giorni che loro in 4 anni».
Trump si è poi rivolto direttamente al pubblico di imprenditori e leader economici presenti, invitandoli a «riportare la produzione negli Stati Uniti». «Faremo il più grande taglio delle tasse della storia. Il mio messaggio per ogni business del mondo è: venite qui a produrre, e noi vi daremo tra le tasse più basse del mondo. Via gli ostacoli burocratici, anche con decreti esecutivi se necessario, basta ai troppi controlli per chi vuole investire e produrre da noi. Se non lo farete, allora pagherete dazi. Semplice. Quei dazi non saranno simbolici, ma porteranno nelle casse americane centinaia di miliardi, forse trilioni di dollari. Amo l’Europa, amo i Paesi europei, ma dal punto di vista dell’America, l’Unione ci tratta in modo molto, molto ingiusto, molto male». Punta dunque il dito contro il deficit commerciale di 350 miliardi di dollari con il blocco e le difficoltà che trovano i prodotti americani nell’entrare nei mercati europei. «Eppure, si aspettano di vendere i loro prodotti negli Usa… ».
Nuovi dazi sulle importazioni europee per correggere ciò che definisce «inique pratiche commerciali. È un problema e dobbiamo risolverlo. Devo essere molto preciso, dobbiamo risolvere subito. Non possiamo aspettare 5 anni».
In linea con il suo scetticismo verso le politiche ambientali globali e la scelta di uscire dagli accordi di Parigi, Trump attacca il Green Deal europeo, definendolo senza mezzi termini un «Green Bluff». «L’industria verde è un imbroglio. Lasceremo che le persone comprino le auto che desiderano», dice, sottolineando nuovamente il netto rifiuto di vincoli ecologici che strangolerebbero l’economia americana. Anche sull’energia la sua idea resta la stessa di sempre: puntare su petrolio e carbone, fonti che «costano poco e che abbiamo in abbondanza».
Trump denuncia l’Opec e l’Arabia Saudita di non aver fatto abbastanza per abbassare i prezzi del petrolio: «Francamente, mi sorprende che non lo abbiano fatto prima delle elezioni. Se il prezzo scendesse, la guerra Russia-Ucraina finirebbe immediatamente». Poi però elogia il leader saudita per aver scelto di investire negli Stati Uniti, spingendo per un incremento fino a un trilione di dollari.
Guerra in Ucraina? “Un campo di morte”
Parole dure sono state riservate nuovamente al conflitto durante le domande. Trump lo definisce «un campo di morte». Troppi soldati hanno perso la vita e i numeri sono molto più alti di quelli dichiarati, «bisogna mettere fine a questa guerra ridicola» e lavorare per un accordo di pace. «Ci stiamo muovendo rapidamente per ristabilire forza, pace e stabilità», afferma, chiedendo al contempo agli alleati della Nato di aumentare le spese per la difesa al 5% del Pil.