La Cia consegna le prove a Trump: Covid “creato” in Cina

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Secondo un report della CIA, l’agenzia di controspionaggio Usa, il virus responsabile della pandemia di Covid-19 avrebbe avuto origine molto probabilmente in laboratorio. Il documento pubblicato e redatto sotto l’amministrazione di Joe Biden e dell’ex direttore dell’agenzia di intelligence, William Burns, è stato declassificato e pubblicato su ordine del presidente Donald Trump dal nuovo direttore della Cia, John Ratcliffe, che ha prestato giuramento giovedì.

Nel report si punta il dito contro la Cina e nelle proprie conclusioni ritiene che la totalità delle prove renda più probabile un’origine di laboratorio rispetto a un’origine naturale del virus.
Dopo «Fbi e dipartimento dell’Energia statunitense ora anche la Cia rilevano che probabilmente il virus sarebbe uscito dal laboratorio di Wuhan. Allora chiedo: anche le autorità degli Stati Uniti sono infarcite di complottisti o forse, più verosimilmente, i censori di sinistra non avevano capito nulla e pretendevano di dare lezioni a chi, a differenza loro, manteneva un minimo di coscienza critica?».

Sulla stessa falsariga, Francesco Ciancitto, vicepresidente della commissione Covid. «Ora anche la Cia – osserva il deputato di FdI – dopo altre autorità statunitensi, afferma che con ogni probabilità il Covid sarebbe uscito da un laboratorio e dunque non avrebbe origine naturale. A cinque anni dall’inizio della pandemia, anziché diradarsi le ombre su quanto avvenuto a Wuhan si addensano. Emergono errori e reticenze dell’Oms – conclude Ciancitto – su cui è necessario fare un’attenta riflessione scevra da ideologie».

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