Progetto Riviera

Date:

L’intenzione di Donald Trump di assumere il controllo della Striscia di Gaza per trasformarla in una sorta di Resort a cinque stelle e nel contempo trasferire due milioni e mezzo di persone , è l’ inizio di un percorso strategico sui generis, un po’ come la sua persona: fuori dagli schemi. I contenuti del suo progetto rivelano senza alcuna ombra i suoi intenti, che sono quelli di ribaltare i rapporti internazionali vigenti, perché , convinto, che attualmente gli stessi penalizzino gli Stati Uniti. Svuotare la Striscia di Gaza sottende il messaggio ad Hamas per farle capire che non tornerà più al potere e all’ Iran che non potrà più usare Gaza come piattaforma terroristica e a tutti i leader del Medioriente che la Casa Bianca è convinta di poter cambiare l’ assetto di quella Regione , partendo dai ” Patti di Abramo” fra Israele e i Paesi arabi. E che il nuovo corso della Casa Bianca vuole invertire il modus operandi che gli Usa hanno adottato dalla fine della seconda guerra mondiale: si presentano agli occhi del mondo come prima potenza commerciale e poi, a supporto, militare. Questo nuovo look americano serve ad imporre agli interlocutori internazionali un metodo nuovo, con il quale Trump debutta alzando la posta e mettendoli tutti davanti ad un bivio: o accettare o rinunciare. L’ idea di trasferire gli abitanti di Gaza, ” perché hanno diritto di vivere meglio” suona come un avvertimento ad Hamas e Iran. Far capire al regime degli Ayatollah che l’ asse della resistenza è finito per sempre e deve prepararsi a rinunciare al suo programma nucleare per evitare un attacco militare distruttivo, far capire e accettare ai Paesi Arabi la responsabilità di aiutare i palestinesi come mai hanno fatto dal1948 ad oggi, far capire ad Israele che la pace e la sicurezza hanno un costo che Israele deve sobbarcarsi, significa che Trump vuole scuotere l’ intera Regione mediorientale per spingere i vari capi di Stato a ragionare, come lui, fuori dagli schemi convenzionali. Tenendo presente il nuovo corso della Casa Bianca, si comprendono meglio le reazioni alle parole del Presidente. L’ Iran ha già risposto che è pronto a sedersi al tavolo con Trump , proprio come l’ Arabia Saudita che ribadisce che la pace con Israele deve comportare la nascita dello Stato palestinese. Un Trump che guarda con interesse ai Paesi arabi e rinsalda con loro i suoi vecchi legami. Quello che manca a Trump nell’ area mediorientale e’ una nuova, vera leadership palestinese con cui poter interloquire. In sostanza Trump scommette sul governo dei contrasti da lui creati per arrivare ad accordo per por fine al conflitto israelo- palestinese. E in tutto questo l’ Europa sembra sia immobile a guardare,ma questo suo atteggiamento la porterà ad un ruolo marginale nel Mar Mediterraneo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi post:

Sottoscrivi

Popolare

Articoli Correlati
Articoli Correlati

Jan Fabre alla Galleria Mucciaccia: un dialogo tra simbolismo e materia

Dal 31 gennaio al 1° marzo 2025, la Galleria...

Perugia, professore di scuola media scoperto a spacciare cocaina: arrestato

Un insospettabile professore di matematica era intento a vendere...