Giustizia tra teoria e incapacità attuativa

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Annunciare in teoria una cosa, e poi per incapacità o mero calcolo di porla in pratica,come sta avvenendo per le riforme in materia di giustizia, rischia nella realtà di tradursi nell’esatto contrario per i cittadini. Stiamo assistendo , direi stupiti o meglio attoniti, ad un eterno scontro tra magistratura e politica/ avvocatura,quasi che la giustizia fosse un affare di pochi addetti ai lavori e non impattasse sulla vita quotidiana dei cittadini. All’ apertura del nuovo anno giudiziario sono emersi , dalle relazioni dei vari distretti delle Corti di Appello italiane quattro esempi calzanti che supportano la nostra analisi. Succede che il numero di archiviazioni delle persone indagate si è letteralmente dimezzato. E questo non accade perché i Pubblici Ministeri hanno diminuito le loro richieste, ma perché sono rimaste per mesi negli armadi. E ciò si è verificato perché il nuovo sistema informatico ministeriale è andato in tilt e a nulla è valsa la denuncia fatta dalle varie cancellerie :per il Ministero di Giustizia ” va tutto bene” . Alla fine Nordio ha dovuto ammettere che c’era una criticità. La conseguenza è stata che migliaia di persone per molti mesi sono rimaste più a lungo del dovuto alle prese con le pendenze di procedimenti penali , che già di per sé comportano conseguenze negative. Secondo esempio arriva dalla cronica mancanza di personale, sia tra i magistrati, ma soprattutto nelle cancellerie e tra gli Ufficiali giudiziaria. Terzo esempio lo ricordiamo tutti: siccome a Roma i giudici del Tribunale sull’ immigrazione avevano rese sentenze non gradite al governo sulla convalida o meno del trattenimento dei migranti nei centri in Albania, il governo a ben pensare, ha spostato la competenza alle Corti di Appello, già di per sé gravate da lavoro arretrato. Il quarto esempio viene dalle carceri. Quando il ministro Nordio ,nel 2024, varo’ il suo decreto legge in materia, sostenne che avrebbe semplificato le procedure e diminuito il sovraffollamento, senza ricorrere a provvedimenti di amnistia e indulto. Nonostante tutti gli avessero fatto notare che nulla sarebbe mutato , anzi si sarebbe complicato tutto, Nordio rimase sordo e fermo sulle sue decisioni. Il risultato che la popolazione carceraria è aumentata. A questo punto è diventato un disco incantato la disfida d’ Albania, meglio dire apertamente che si vuole punire i magistrati con la separazione delle carriere ed evitare di andare in Parlamento a spiegare la verità sul perché è stato liberato un torturatore e accompagnato in pompa magna , in Libia,con l’ aereo della Repubblica italiana. A questo punto al governo converrebbe più confrontarsi con l’ eventualità che prima o poi qualcuno metta insieme tutti i proclami in tema di giustizia, e ne chieda conto a chi aveva propagandato in teoria una cosa e in realtà l’ esatto contrario per i cittadini.

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