L’American Astronomical Society ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità, da parte di aziende in tutto il mondo, di proiettare messaggi promozionali direttamente dallo spazio. Non è la prima volta che si sente parlare di “space advertising”: nel 2019, l’azienda russa StartRocket ha pensato ad una flotta di microsatelliti in orbita, ognuno in grado di dispiegare una piccola tela che avrebbe usato la luce del sole per riflettere una parte dell’immagine richiesta dagli inserzionisti.
A detta di StartRocket, la messagistica spaziale avrebbe potuto svolgere un servizio di “pubblica utilità” per proiettare campagne elettorali o allerte in caso di disastri naturali. La prima azienda a credere nel progetto è stata PepsiCo, che però non ha mai visto la propria lattina proiettata tra le stelle; l’esperimento è sembrato morire lì, insieme all’ambizioso progetto di lanciare tutti i microsatelliti con un unico razzo e ridurre così i costi a quelli di una normale campagna televisiva. Eppure, una seconda agenzia russa, Avant Space, sta testando un piccolo cubesat con l’intento di portare avanti un’idea simile a quello di StartRocket.
La verità è che lo “space advertising” comporta problemi non indifferenti. Il primo: l’aumento di detriti spaziali. In 60 anni di esplorazione spaziale, l’umanità ha effettuato più di 6mila lanci e lasciarsi alla spalle una scia di spazzatura è molto semplice, quasi naturale, anche nello spazio. Ci siamo persi un guanto, una chiave inglese, una macchina fotografica, uno spazzolino e dei sacchi della spazzatura tra l’equipaggiamento degli astronauti, ma si stima che i detriti spaziali di ogni tipo siano circa 1milione e basta l’urto con un frammento di appena un centimetro di diametro per compromettere la tecnologia in orbita o il lancio di un razzo. La densità di detriti, ad oggi, è bassissima ed un urto estremamente improbabile, ma non per questo il problema diventa meno reale.
In secondo luogo, l’utilizzo di questa tecnologia rappresenta una “minaccia al proseguimento della ricerca astronomica attraverso strumenti a terra” come si legge dal comunicato Aas. Negli Stati Uniti, una legge federale già impedisce il lancio di strumentazione atta a sviluppare pubblicità nello spazio, ma Aas chiede che il divieto venga esteso all’intero globo.