Alberto Stasi, respinto anche l’ultimo ricorso, dalla Corte Europea: “Processo equo”

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Il ricorso “è infondato”. E’ netto il parere della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha dichiarato irricevibile la richiesta di annullamento della condanna definitiva a 16 anni di reclusione presentata da Alberto Stasi in relazione al delitto di Garlasco. L’ex studente della Bocconi sta espiando la pena con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi, a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. Nel documento Stasi reclamava “una violazione del suo diritto a un processo equo, per quanto riguarda il principio della parità delle armi” lamentando che nel processo d’appello bis non sarebbe stato ascoltato un testimone “decisivo” a dire della difesa. Per i giudici, invece, la condanna definitiva si basa “su vari elementi di prova” e le dichiarazioni del teste agli inquirenti “lungi dall’essere decisive per determinare la responsabilità penale dell’interessato, sono semplicemente servite a corroborare tutte le prove a carico”. In tal senso, l’ultima decisione della corte d’Assise d’Appello di non sentire nuovamente il testimone “non ha compromesso l’equità del procedimento penale a carico del ricorrente. Pertanto, il ricorso deve essere respinto in quanto manifestamente infondato”.

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