In merito alle parole del consigliere Giuseppe d’Ippolito sul registro di genere ci preme ricordare che il personale è politico!
Il consigliere D’Ippolito evidentemente non ha coscienza di questo, così come l’intera area politica a cui è legato.
Ringraziamo il consigliere per aver ricordato i limiti imposti dalla nostra legislazione, clausola che viene specificata anche nello stesso documento di presentazione del registro, che precisa come l’amministrazione si impegnerà ad adottare queste buone pratiche OVE LA LEGGE LO CONSENTA. Non esiste dunque alcuna volontà di infrangerla o ritrattarla; conosciamo le leggi e anche i diritti.
Quella della carriera alias (ovvero della procedura amministrativa riservata per la scelta di un nome d’elezione attinente alla propria autodeterminazione di genere) è una buona pratica che rappresenta un tassello importante verso il riconoscimento di identità altre.
Vogliamo qui ribadire quanto sia essenziale vedersi riconoscere il sacrosanto diritto all’autodeterminazione, all’essere in quanto persona, senza restare imbrigliat* nella dualità binaria quando questa è causa di sofferenza e disagio.
D’Ippolito, in maniera piuttosto pretestuosa, licenzia il dispositivo, sostenendo che si tratta di un “atto politico che non produrrà nessuno effetto”.
Ebbene, un atto politico non è mai privo di senso, pur essendo privo di un parametro giuridico, rappresenta un momento di esercizio democratico e soprattutto, può essere la strada da seguire verso il riconoscimento di un diritto.
E allora ben vengano gli atti politici che possono avere risvolti positivi nella vita di ogni singola persona, perché il personale è politico!
Rita Dodaro Co-Segretaria Circolo Gullo-Mazzotta PRC-SE Cosenza
Angelica Perrone Responsabile Questioni di Genere PRC-SE Calabria
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