A seguito dello smantellamento delle politiche governative DEIA (Diversity, Equity, Inclusion and Accessibility) fortemente voluto da Trump, Google ha deciso di allinearsi alla visione USA, cancellando gli obiettivi previsti dall’azienda per il 2025 in materia di inclusione. A detta del presidente, le politiche DEIA sono da considerarsi “discriminatorie”: le aziende statunitensi dovrebbero ripristinare assunzioni puramente basate sul “merito” e Google, lavorando a stretto contatto con il governo americano, si ritrova costretta ad appoggiarne le idee (o almeno questo è quello che dichiara).
Già dal 2020, infatti, Google aveva intenzione di creare un ambiente di lavoro in cui tutti i dipendenti potessero avere pari opportunità e all’interno del quale nessuno, per alcun motivo, si sentisse escluso. Dal “Google diversity report” del 2024, l’azienda aveva il 5,7% dei dipendenti neri; il 7,5% di dipendenti latino-americani ed un terzo dei dipendenti di genere femminile, in grande minoranza nel settore.
Dall’uscita del report ad oggi, “far crescere una forza lavoro che sia rappresentativa di tutti gli utenti” (frase prima presente e ora scomparsa nei report Alphabet, azienda madre di Google) non è più una priorità, così come non lo è più per Meta e probabilmente non lo sarà più neanche per Amazon, che ha iniziato a rivedere i suoi programmi DEIA dalle elezioni di novembre. È bene però ricordare l’enorme impatto, economico ed umano, che queste aziende hanno a livello globale: Amazon registra 1,5 milioni di dipendenti in tutto il mondo; Meta ne ha 72 mila (per quanto siano stati annunciati tagli al 5% del personale globale), mentre Google frutta ad Alphabet la grande maggioranza dei suoi guadagni, una cifra pari a 338 miliardi di euro, grazie al lavoro di 183 mila persone nel mondo. Ogni minuto, si effettuano 5,9 milioni di ricerche presso il motore di ricerca che, da solo, rappresenta l’85% del settore.
Google, semplicemente, non ha rivali, così come non ne hanno Meta e Amazon: l’utente non ha molte alternative, se non vedere il mondo con gli occhi di un cittadino americano repubblicano.