Safer Internet day: gestire la genitorialità nell’era digitale

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L’11 febbraio, si celebra il Safer Internet Day (SID), la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita dalla Commissione europea per far riflettere ragazze e ragazzi non solo sull’uso consapevole del web ma anche «sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet come luogo positivo e sicuro».

L’UNICEF ha lanciato l’allarme sui pericoli rappresentati dalla violenza online, dal cyberbullismo e dalle molestie digitali per il 70,6% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni che navigano online a livello globale, e ha chiesto un’azione concertata per contrastare e prevenire la violenza contro i bambini e i giovani online.L’appello, lanciato in occasione del Safer Internet Day , segue un recente sondaggio dell’UNICEF tra i giovani, che ha ricevuto più di 1 milione di risposte in cinque settimane da oltre 160 paesi, e suggerimenti da una serie di #ENDviolence Youth Talks condotti dagli studenti e tenuti in tutto il mondo. In esso, i giovani hanno fornito risposte ponderate su cosa loro e i loro genitori, insegnanti e decisori politici potrebbero fare per proteggerli, e la gentilezza si è distinta come uno dei mezzi più potenti per prevenire il bullismo e il cyberbullismo.”

Abbiamo ascoltato bambini e giovani da tutto il mondo e ciò che stanno dicendo è chiaro: Internet è diventato un deserto di gentilezza”, ha affermato Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF. “Ecco perché in questo Safer Internet Day, l’UNICEF invita tutti, giovani e meno giovani, a essere gentili online e chiede un’azione più incisiva per rendere Internet un posto più sicuro per tutti”.Internet è diventato un elemento fisso della vita dei giovani, indipendentemente dal livello di reddito. Secondo l’International Telecommunications Union (ITU), mentre il 94 percento dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni nei paesi sviluppati è online, più del 65 percento dei giovani nei paesi in via di sviluppo è online. Questo è ben al di sopra del ritmo di utilizzo di Internet tra la popolazione generale. In tutto il mondo, metà della popolazione totale, indipendentemente dall’età, è online. Questa proliferazione online comporta un rischio maggiore. Secondo i dati dell’UNESCO sulla prevalenza del cyberbullismo nei paesi ad alto reddito, la percentuale di bambini e adolescenti colpiti dal cyberbullismo varia dal 5 al 21 percento, con le ragazze che sembrano avere più probabilità di subire cyberbullismo rispetto ai ragazzi.Il cyberbullismo può causare danni profondi in quanto può raggiungere rapidamente un vasto pubblico e può rimanere accessibile online indefinitamente, “seguendo” virtualmente le sue vittime online per tutta la vita. Bullismo e cyberbullismo si alimentano a vicenda, formando un continuum di comportamenti dannosi.

Le vittime di cyberbullismo hanno maggiori probabilità di usare alcol e droghe e saltare la scuola rispetto agli altri studenti. Hanno anche maggiori probabilità di ricevere brutti voti e di avere bassa autostima e problemi di salute. In situazioni estreme, il cyberbullismo ha portato al suicidio. In occasione del Safer Internet Day, l’UNICEF ricorda a tutti che la gentilezza, sia online che offline, è una responsabilità che inizia da ognuno di noi.La violenza di genere digitale è un fenomeno sempre più diffuso, spesso sottovalutato, ma con conseguenze reali e profonde.

Per affrontare questa sfida, UNICEF ha sviluppato Play Safe, un’app educativa che aiuta adolescenti, insegnanti e genitori a prevenire, riconoscere e rispondere alla violenza di genere online. L’UNICEF, in occasione del Safer Internet Day, lancia La Guida all’uso dell’app Play Safe Questa guida è pensata per insegnanti e genitori , con l’obiettivo di diffondere il piu possibile l’app tra adolescenti in modo da sensibilizzare i giovani e informare sulle modalita di prevenzione e risposta alla violenza di genere.

Play Safe è un’app interattiva progettata per sensibilizzare e fornire strumenti concreti contro la violenza di genere digitale. In modo sicuro e coinvolgente, gli e le utenti imparano a identificare i rischi, a proteggersi e a supportare altri e altre.L’app è stata sviluppata inizialmente da UNICEF Grecia in collaborazione con il Diotima Centre e successivamente adattata al contesto italiano dall’Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale in Italia. L’app è pensata per adolescenti a partire dai 14 anni, ma è utile anche per genitori e altre figure di riferimento. Può essere utilizzata come strumento educativo nelle scuole e nei contesti di formazione. Play Safe aiuta studenti e studentesse a riconoscere le dinamiche della violenza di genere digitale e fornisce strumenti pratici per proteggersi online.La guida all’app Play Safe lanciata dall’UNICEF è strutturata in diversi moduli tematici che coprono la definizione della violenza di genere digitale con una spiegazione chiara e accessibile di cosa sia e come si manifesti, le tipologie di violenza digitale che vanno dalle molestie online alla condivisione non consensuale di contenuti, le strategie di protezione con consigli pratici su come riconoscere e affrontare situazioni di rischio, le domande e risposte frequenti per dissipare dubbi e fornire supporto immediato, e le risorse utili con contatti di emergenza e materiali di approfondimento, facilitando discussioni e attività educative su un tema cruciale per la sicurezza digitale.”Trent’anni dopo l’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e la creazione del World Wide Web, è tempo che governi, famiglie, mondo accademico e settore privato mettano i bambini e i giovani al centro delle politiche digitali”, ha affermato Fore. “Proteggendoli dal peggio che Internet ha da offrire e ampliando l’accesso al meglio, possiamo tutti contribuire a far pendere la bilancia per il bene”.Particolare attenzione viene posta sul tema dello “sharenting”, pubblicare online contenuti che ritraggono i propri figli: “Gestire la genitorialità nell’era digitale non è un compito facile.

Molti genitori desiderano condividere con familiari e amici i momenti più gioiosi, per questo spesso scelgono di ‘postare’ o inviare foto che ritraggono i loro figli. Come UNICEF Italia vogliamo richiamare l’attenzione sui rischi che derivano dal cosiddetto “sharenting”, fenomeno recente ma in espansione”, ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia.

Paolo Iafrate

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