Usa – La Trump strategy: “sparare grosso per raggiungere il suo obiettivo”

La storia del Tycoon mette a nudo il suo modo di affrontare i problemi. Già nel precedente mandato presidenziale, come in queste prime settimane, Donald Trump spara grosso per ottenere quello che ritiene il “suo giusto obiettivo”. Lo aveva fatto con le minacce di imporre dazi al Messico per risolvere, poi, in suo favore la questione legata alla gestione dei flussi migratori da quel Paese. Oggi, sul piatto della tavola politica del menù trumpiano ci sono diverse “polpette avvelenate” che l’inquilino della Casa Bianca sta proponendo al mondo al solo fine di riempire la pancia statunitense di quelli che ritiene gli “alimenti politici” più consoni alla sua nazione. A ben guardare nella credenza della sala da pranzo statunitense in bella evidenza ci sono le sperlunghe del “Canada come 51esimo stato americano”, accanto la pirofila della “Groenlandia a stelle e strisce”, poco più sotto le indigeste salse “dei dazi” con le quali condire il piatto ucraino-russo della tregua su “crumble cremliniano”  e per dessert la torta mediorientale “Striscia di Gaza da riconvertire in riviera” turistica con tanto di “bignè palestinesi” da servire a parte sulla tavola degli stati arabi. Follia? Utopia? O strategia politica? Forse tutte o nessuna delle tre. Con tutta probabilità si tratta di una tecnica imprenditoriale applicata alla gestione della cosa pubblica che potrebbe portare i frutti sperati dal proponente ma a scapito di quella che si chiama salvaguardia dei diritti dei terzi, dei quali al nazionalista Trump non sembra proprio interessare.