Il presidente Usa Donald Trump ha le idee chiare sul conflitto che da tre anni sta devastando l’Ucraina e non ha dubbi: l’obiettivo primario è fermare la guerra tra Mosca e Kiev, e avviare subito i negoziati di pace. Un intento che l’inquilino della Casa Bianca ha ribadito nel colloquio telefonico intercorso con il leader russo, Vladimir Putin. «È stata una telefonata molto lunga, durata quasi un’ora e mezzo», ha confidato lo stesso portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Donald Trump dopo aver ospitato Netanyahu e aver affrontato il conflitto israelo-palestinese, ora passa ad occuparsi della guerra in Ucraina. Argomento discusso a lungo in una telefonata fiume con il leader russo Vladimir Putin, colloquio su cui il presidente Usa ha rivelato dal suo canale social Truth: «Ho appena avuto una lunga e molto produttiva telefonata con il presidente Putin. Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, potere del dollaro e vari altri argomenti. Entrambi abbiamo riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto insieme con tanto successo nella Seconda Guerra Mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo dovute sacrificare tante. Ognuno di noi ha parlato dei punti di forza delle rispettive nazioni e dei grandi vantaggi che un giorno avremo lavorando insieme. Ma prima, come abbiamo concordato entrambi, vogliamo fermare i milioni di morti che si stanno verificando nella guerra Russia-Ucraina. Il presidente Putin – ha quindi aggiunto Trump – ha persino usato il motto della mia campagna elettorale, molto forte, “BUONSENSO”. Entrambi crediamo fermamente in questo motto. Abbiamo concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni. Quindi, abbiamo concordato di far iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team. E inizieremo chiamando il Presidente ucraino Zelensky per informarlo della conversazione: cosa che farò subito. Ho chiesto al Segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della Cia John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all’Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff di condurre i negoziati che, sono convinto, avranno successo», ha relazionato su Truth Social il presidente americano al termine della lunga telefonata con Putin.
«Credo fermamente che i negoziati avranno successo: milioni di persone sono morte in una guerra che non ci sarebbe stata se io fossi stato presidente. Ma è accaduto… Ora però deve finire. Non dovranno essere perse altre vite!».
Il presidente Usa subito dopo la telefonata con Putin ha chiamato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “La conversazione è andata molto bene”, ha assicurato Trump, anche “lui, come il presidente Putin, vuole fare la pace. Nessuno desidera la pace più’ dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e credibile”, ha scritto lo stesso Zelensky sui social.
La telefonata con Putin arriva all’indomani della visita a Mosca dell’inviato di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e dello scambio di due prigionieri, un russo e un americano, rispettivamente in carcere nei due Paesi. E nello stesso giorno in cui il segretario alla difesa statunitense, Pete Hegseth, parlando al quartier generale della NATO a Bruxelles, ha affermato che è un obiettivo “irrealistico” per l’Ucraina ripristinare i suoi confini come erano prima del 2014, prima dell’annessione russa della Crimea. Hegseth ha anche ribadito la contrarietà Usa a un ingresso di Kiev nella Nato.
Pete Hegseth, aprendo i lavori della ministeriale Nato a Bruxelles ha affermato che “gli Stati Uniti non credono che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia un esito realistico di un accordo negoziato. Sostenendo che «potremo porre fine a questa guerra devastante e stabilire una pace duratura solo unendo la forza degli alleati a una valutazione realistica del campo di battaglia. Vogliamo, come voi, un’Ucraina sovrana e prospera, ma dobbiamo partire dal riconoscere che il ritorno ai confini pre-2014 è un obiettivo irrealistico. Perseguire questa illusione non farà che prolungare la guerra e causare ulteriori sofferenze», il presidente Trump da Washington ribadisce che «fermare i combattimenti e raggiungere una pace duratura è una priorità assoluta. E che intende porre fine a questa guerra attraverso la diplomazia, portando sia la Russia che l’Ucraina al tavolo dei negoziati». Assicurando contestualmente «che una pace duratura per l’Ucraina deve includere solide garanzie di sicurezza per assicurare che il conflitto non possa riaccendersi»
Trump a sua volta ha rilanciato: «Abbiamo discusso di vari argomenti riguardanti la guerra, ma soprattutto dell’incontro che si terrà venerdì a Monaco, dove il Vicepresidente JD Vance e il Segretario di Stato Marco Rubio guideranno la delegazione. Spero che i risultati dell’incontro siano positivi. È ora di porre fine a questa guerra ridicola, che ha provocato morti e distruzioni enormi e del tutto inutili. Dio benedica il popolo russo e ucraino!», ha postato il tycoon, siglando quasi la parola fine a quello che sembra ormai un interminabile conflitto. I negoziati per mettere fine al conflitto in Ucraina ‘inizieranno immediatamente’.
Il colloquio con Putin assume un significato enorme, considerato che il predecessore di Trump, Joe Biden, non parlava con la controparte russa da quasi tre anni. L’ultimo presidente degli Stati Uniti a visitare la Russia era stato Barack Obama nel 2013, in occasione di un summit del G20. Il colloquio con Trump può considerarsi un punto a favore del leader russo dopo gli sforzi occidentali di isolarlo diplomaticamente a seguito dell’invasione dell’Ucraina di tre anni fa. Il Cremlino ha fatto sapere che Putin ha parlato “della necessita’ di eliminare le cause profonde del conflitto”, segnale che il presidente russo non accetterà probabilmente un semplice cessate il fuoco ma punta a concessioni più ampie dall’Ucraina e dall’Occidente prima di fermare i combattimenti.
I paesi europei sono in allarme per l’accelerazione di Trump e temono di restare fuori dalla partita: “Nessun accordo sarebbe possibile senza la Ue e Kiev”, hanno fatto sapere in serata i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Spagna riuniti a Parigi.