Emmanuel Macron ha lanciato il “supervertice sulla sicurezza europea” – oggi a Parigi ma è stato usato un nome altisonante per un summit convocato troppo in fretta, forse un modo per darsi pose da primo attore in un momento in cui neanche a casa propria potrebbe farlo. E’ tanto vero questo che anche il suo ministro degli Esteri Jean -Noël Barrot ha ridimensionato il “supervertice” a “riunione di lavoro”, anzi a non meglio precisati “colloqui”. Conosciamo ormai le smanie di protagonismo di Macron e le sue fughe in avanti. Ve lo ricordate il 2 maggio scorso cosa disse a proposito della guerra Ucraina-Russia? “Non dobbiamo escludere nulla perché il nostro obiettivo è che la Russia non possa mai vincere”. Intervistato dall’Economist, il presidente francese Emmanuel Macron ventilava un possibile dispiegamento di truppe di terra in Ucraina. Lo aveva fatto anche qualche mese prima, a febbraio. Forse si può parlare di interventismo scomposto che bypassa la macchina di Bruxelles.
Comunque Il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito al telefono Donald Trump appena prima dell’inizio della riunione dei leader europei sull’Ucraina convocata da Parigi, come riferisce l’Eliseo.
Niente truppe europee in Ucraina “senza il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti”, afferma una fonte del governo tedesco a poche ore del summit dei principali leader Ue a Parigi per decidere la linea europea sull’impegno in Ucraina.
“Oggi parteciperò all’incontro convocato a Parigi da Emmanuel Macron – ha scritto su X il Presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa -, per le consultazioni tra gli europei, con la presenza dell’UE e la NATO, sulla situazione in Ucraina e sulla sicurezza dell’Europa. Questo è l’inizio di un processo, che proseguirà con il coinvolgimento di tutti i partner impegnati per la pace e la sicurezza in Europa. L’Unione Europea e i suoi Stati membri svolgeranno un ruolo centrale in questo processo”.
“Appena arrivata a Parigi per colloqui cruciali. La sicurezza dell’Europa è a un punto di svolta. Sì, si tratta dell’Ucraina, ma anche di noi. Abbiamo bisogno di un approccio d’urgenza. Abbiamo bisogno di aumento della difesa. E abbiamo bisogno di entrambe le cose adesso”. Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
“Qualsiasi accordo di pace sull’Ucraina deve essere “giusto e duraturo”. Lo ha affermato il premier britannico Keir Starmer sottolineando che “una pausa nei combattimenti” darebbe al presidente russo Vladimir Putin “la possibilità di ritornare”. Il primo ministro laburista, in partenza per Parigi per prendere parte al vertice coi leader europei, ha aggiunto che servono “risposte realistiche e credibili a qualsiasi cessate il fuoco”.
La Polonia non invierà le sue truppe in Ucraina e continuerà a sostenere il suo vicino contro la Russia, ha affermato oggi il primo ministro polacco prima di volare a Parigi. “La Polonia sosterrà l’Ucraina come ha fatto finora: a livello organizzativo, in base alle nostre capacità finanziarie, umanitarie e militari. Non abbiamo in programma di inviare soldati polacchi nel territorio ucraino”, ha detto Donald Tusk ai giornalisti.
L’Ungheria attacca l’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron di un vertice a Parigi per concordare una linea europea comune in relazione ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia. “I leader europei che sostengono la guerra e sono contrari a Trump si riuniscono oggi a Parigi per bloccare gli sforzi di pace in Ucraina”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, “l’era della politica interventista è finita” ha detto Szijjártó.”A differenza di coloro che si riuniscono a Parigi, che hanno alimentato l’escalation per tre anni, noi sosteniamo gli sforzi di pace”
L’iniziativa diplomatico-personale porta con sé un bel carico di dubbi. Non a caso sono emerse in questa circostanza il pragmatismo e la lucidità del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che andrà al vertice di Parigi portandosi dietro una «buona» «dose di scetticismo». Da Palazzo Chigi sono trapelati in queste ore «non pochi dubbi» sull’iniziativa a sorpresa del presidente francese Emmanuel Macron. Il motivo è evidente. La volontà di ergersi a portavoce, a primo della classe in Europa è paradossale. L’obiettivo del premier Meloni sarebbe al contrario, quello di evitare «colpi di testa» e «mosse non concordate» che rischierebbero di causare effetti indesiderati: come per esempio irrigidire i rapporti tra Ue e Stati Uniti nella difficile partita ucraina. Una partita a scacchi delicata dove le mosse vanno ponderate e ogni singola fase ha i suoi tempi e le sue strategie: non certo come ha fatto Macron, che porterà al tavolo sette Paesi su 27. Errore: «Una risposta agli americani sarebbe stata più corretta da parte di Bruxelles, con un Consiglio europeo straordinario; e non dando ancora una volta la sensazione che siamo un Continente con diversi centri di potere, il che equivale a nessun centro reale di potere»: diagnosi, questa, trapelata da Palazzo Chigi, come riportato dal Corriere della Sera.