Al via la valutazione dei presidi con sistema premiale: pronti i premi fino a 7.000 euro

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha emanato il decreto che dà attuazione alla legge sul Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici. «Si tratta di un momento storico per il comparto scuola», ha commentato Valditara, sottolineando che «il nuovo sistema di valutazione consentirà di verificare e accompagnare il raggiungimento dei risultati, al servizio degli studenti e delle famiglie, anche nella prospettiva di una crescita professionale dei dirigenti scolastici, che svolgono una funzione fondamentale per un sistema scolastico sempre più efficiente».

A partire dall’anno scolastico 2024/2025, i dirigenti scolastici saranno valutati tenendo conto delle loro funzioni specifiche. La valutazione utilizzerà gli strumenti e i dati disponibili nel sistema informativo del ministero e nel Sistema nazionale di valutazione.

In primo luogo, ci sarà un’assegnazione di obiettivi, che potranno includere anche indicatori regionali. Successivamente, la valutazione sarà effettuata dai direttori degli Uffici scolastici regionali. Questo processo garantirà un’opportunità di confronto tra le parti coinvolte e prevede il coinvolgimento di un organismo di garanzia. È importante sottolineare che i risultati della valutazione influenzeranno la retribuzione di risultato dei dirigenti.


Secondo il ministro Valditara, il nuovo sistema di valutazione ha l’obiettivo di monitorare il raggiungimento dei risultati, contribuendo al servizio degli studenti e delle famiglie. Inoltre, mira a favorire la crescita professionale dei dirigenti scolastici, figure chiave per il funzionamento di un sistema educativo sempre più efficiente.

Gli importi della retribuzione di risultato dovranno essere aggiornati all’esito del nuovo sistema di valutazione e sulla base delle disponibilità delle risorse stanziate per l’anno scolastico 2024/2025 (art. 13 DL 71/2024). Di certo gli importi non saranno inferiori a quanto già visto per l’a.s. 2023/24 per ciascuna delle tre fasce a partire dalla prima, rispettivamente a euro 7.184,25 – 5.853,84 – 4.523,42.

Sostegno dell’Anp
L’Associazione Nazionale Presidi (Anp) ha espresso il proprio consenso all’iniziativa. Il presidente Antonello Giannelli ha definito questa misura come un passo significativo che riconosce lo status dirigenziale dei presidi, allineandoli con gli altri dirigenti pubblici.

Ha inoltre sottolineato la necessità di armonizzare la retribuzione dei dirigenti scolastici con quella degli altri dirigenti della stessa area contrattuale del Ministero dell’Istruzione (Funzioni Centrali). I Sindacati parlano di un divario di circa 23.000 euro annui. Giannelli ha annunciato l’intenzione di richiedere un incontro con il ministro per discutere ulteriormente la questione.

La novità arriva dopo 25 anni di assenza normativa, «segnalata più volte a livello istituzionale e dovuta anche – ha ricordato Valditara – ad una forte ostilità culturale». Per il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, «con il nuovo impianto valutativo si colma un vuoto normativo e si prosegue nel percorso di sviluppo della scuola italiana, ponendo l’accento su merito ed efficienza, principi che riguardano anche i dirigenti scolastici, figure chiave del sistema educativo. Questo provvedimento ne sancisce finalmente l’ingresso nella dirigenza pubblica».

«Le polemiche sollevate nel corso degli anni vengono rispedite al mittente: sono stati i sindacati di comparto, infatti, a ostacolare per un quarto di secolo il riconoscimento della dirigenza scolastica, mantenendola in un limbo che ha compromesso l’efficienza gestionale del sistema scolastico, favorendo esclusivamente logiche di potere sindacale senza alcun reale beneficio per la scuola», ha proseguito il sindacato dei presidi, per il quale «ora, con l’introduzione della valutazione, non esistono più alibi per rimandare la perequazione retributiva: il divario di circa 23mila euro tra i dirigenti scolastici e quelli del Ministero dell’Istruzione e del Merito di pari fascia, nonostante questi ultimi abbiano minori responsabilità, deve essere colmato».

«Inoltre, questo decreto apre la strada alla valutazione anche del personale dipendente, inclusi docenti e personale Ata, una prospettiva che inquieta chi teme, in modo strumentale, un presunto attacco all’autonomia e alla democrazia scolastica», prosegue la nota, che ribadisce che DirigentiScuola «accoglie con soddisfazione questo risultato, consapevole della sua piena legittimità normativa e delle implicazioni sistemiche che comporterà per il futuro della scuola italiana».

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