La fatica delle famiglie italiane: solitudine, invecchiamento e disuguaglianze di genere nel lavoro di cura

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Il rapporto del Censis, denominato “La fatica delle famiglie: una difficile articolazione della domanda di cura”, ha messo in luce le crescenti difficoltà che le famiglie italiane affrontano nella gestione del lavoro domestico e della cura dei propri cari. Il report, realizzato nell’ambito del progetto Family (Net) Work, evidenzia come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei nuclei familiari composti da singoli individui e la trasformazione dei modelli tradizionali di convivenza stiano mettendo a dura prova le capacità delle famiglie di far fronte alle esigenze quotidiane.Uno dei dati più preoccupanti emersi dal rapporto è il calo significativo del lavoro domestico regolare in Italia.

Tra il 2020 e il 2023, il numero di datori di lavoro domestico è diminuito di circa 100.000 unità, passando da 1.024.274 a 919.576. Parallelamente, il numero totale di lavoratori domestici è sceso da 950.565 a 833.874, con una riduzione di quasi 117.000 unità. Questo declino è particolarmente evidente nel settore delle colf e altre figure domestiche, che hanno registrato una diminuzione del 23% in dieci anni, mentre le badanti hanno mantenuto una presenza leggermente superiore rispetto al 2014.Lo studio sottolinea come questa tendenza possa essere legata a un ritorno al lavoro irregolare dopo l’eccezionalità della pandemia, che aveva spinto molte famiglie a regolarizzare i propri collaboratori domestici.

Tuttavia, il fenomeno dell’invecchiamento dei lavoratori domestici rappresenta un ulteriore fattore di criticità: il 42% dei lavoratori ha oggi almeno 55 anni, con una percentuale che sale al 48,3% tra le badanti. Questo invecchiamento della forza lavoro rischia di creare un vuoto generazionale, con conseguenze significative per le famiglie che dipendono da queste figure per la cura dei propri cari.Il rapporto del Censis ha anche approfondito il tema della solitudine, un fenomeno in crescita in Italia, soprattutto tra gli anziani.

Oggi, nel Paese ci sono quasi 5 milioni di persone sole con un’età uguale o superiore ai 60 anni, pari al 55% del totale delle persone sole. Questo dato assume un significato ancora più preoccupante se si considera che, in media, ci sono 34 persone sole ogni 100 famiglie, con picchi del 43% in Liguria.Le difficoltà legate alla solitudine si manifestano in vari modi: il 50,5% degli intervistati ha dichiarato di temere l’impossibilità di ricevere assistenza immediata in caso di emergenza, mentre il 38,2% ha evidenziato problemi nella gestione delle attività domestiche quotidiane. La solitudine e la mancanza di relazioni sociali di supporto sono state indicate come problematiche rilevanti dal 31,6% delle persone, con un picco del 45,1% tra gli under 50.Per far fronte a queste difficoltà, molte persone sole si affidano al supporto di familiari e amici (43,9%), mentre il 39,6% dichiara di gestire autonomamente la propria quotidianità.

Tuttavia, il 5,2% degli intervistati ha ammesso di non aver trovato soluzioni adeguate alle proprie esigenze, evidenziando un disallineamento tra la domanda di assistenza e l’offerta di servizi disponibili.Un altro aspetto rilevante emerso dal rapporto è la persistenza di disuguaglianze di genere nella gestione del lavoro domestico e della cura dei familiari.

Le donne continuano a sopportare il peso maggiore delle faccende domestiche, anche quando entrambi i partner lavorano. Il 54,4% delle donne intervistate ha dichiarato di farsi carico direttamente delle attività domestiche non coperte da un lavoratore domestico, rispetto al 17,6% degli uomini.Questa disparità si riflette anche nella cura dei bambini e delle persone non autosufficienti. Il 85,8% delle donne si occupa direttamente dei bambini, rispetto al 78,7% degli uomini. Allo stesso modo, il 66% delle donne si fa carico della cura di familiari non autosufficienti, contro il 62,8% degli uomini. Queste differenze di genere hanno un impatto significativo sulla qualità della vita delle donne, che spesso si trovano a dover conciliare lavoro, cura dei figli e gestione della casa, con conseguenze negative sul loro benessere fisico e mentale.

Il rapporto del Censis conclude con una riflessione sulla necessità di un cambiamento strutturale nel settore del lavoro domestico e della cura. L’invecchiamento della forza lavoro e la crescente domanda di assistenza, soprattutto da parte delle persone sole anziane, richiedono interventi urgenti per garantire un ricambio generazionale e un’offerta di servizi adeguata alle esigenze delle famiglie.Inoltre, è fondamentale promuovere una maggiore equità di genere nella distribuzione delle responsabilità domestiche, attraverso politiche che favoriscano la condivisione dei compiti tra uomini e donne e che supportino le famiglie nell’accesso a servizi di assistenza di qualità.In un contesto sociale sempre più complesso e frammentato, il lavoro di cura rimane una sfida fondamentale per le famiglie italiane, che richiede risposte concrete e innovative da parte delle istituzioni e della società nel suo insieme.

Paolo Iafrate

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