Al Governo italiano serve un asse con Berlino

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Nel Vecchio Continente non si parla che di difesa comune, diventata una questione impellente in termini politici, ma che sul piano pratico i tempi di realizzazione restano lunghi ed incerti. L’ urgenza determinata dal ciclone Trump e dal suo disprezzo verso gli alleati europei non basta a sanare le mille divisioni e gli interessi di parte che sono in campo , in attesa di essere ricomposti in qualche sforzo di buona volontà. L’ Italia, da parte sua, si aggrappa alla Nato e tenta di gestire la crisi innescata da Trump, all’interno dell’ Alleanza Atlantica. Ed è quello che Giorgia Meloni sosterrà nel vertice di Londra giovedì sei marzo. La linea della Casa Bianca è quella dell’ interlocuzione bilaterale con le capitali, ma è evidente che gli Usa faranno di tutto per non essere coinvolti nel dopo guerra ucraino, tranne che sfruttare le cosiddette terre rare, così come richiesto da Donald Trump a Zelensky, o per meglio dire imposto. Il fatto che la Meloni intende salvaguardare l’ alleanza atlantica per adeguarla, si fa per dire, alla furia trumpiana, non basta a garantire un ruolo all’ Italia. Il governo italiano ha scelto la lealtà atlantica, ma incredibilmente viene messo in difficoltà proprio dal Presidente degli Stati Uniti d’ America, che è intento a bloccare l’ asse Russia – Cina , che potrebbe metterlo fuori gioco a livello globale. Quindi per il momento l’ asse euro- atlantico rimane al centro della politica estera del nostro Paese. E in Europa il primo interlocutore è il nuovo Cancelliere tedesco, Merz, che ta poco più di trenta giorni di insedierà . Anche lui parla di indipendenza dagli Usa , ma il suo obiettivo finale rimane quello di rafforzare la parte europea della Nato, quindi vicino alla posizione italiana. Il tutto subordinato ad un ingente aumento delle spese militari, che in tempi di crisi, non è elemento da sottovalutare. Basta guardare in Italia dove al governo c’ è il vice premier, Matteo Salvini, che oggi più che mai non nasconde le sue simpatie per la Russia di Putin e quindi non sara contento di sostenere una nuova forma di euro-atlantismo all’ insegna di grandi spese militari. Per non parlare delle sue continue critiche alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che potrebbero essere anche intese come segno di rottura, anche se a nostro avviso non si capisce dove lo condurre, tenuto conto che i sondaggi lo fanno stabile ad un laconico 8% . Guardando all’ opposizione il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte continua a portare avanti la battaglia populista contro le spese militari, ammantata da un ambiguo pacifismo, ma il fine ultimo è quello di mettere in difficoltà il PD. Tornando al vice premier Salvini deve rendersi conto che quando si sta al governo, parlare di pace e di guerra , nonché delle spese militari è molto più complicato. Dovrebbe riflettere un poco in più e smettere le vesti quotidiane del comiziante.

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