Usa – Trump caccia  Zelensky dallo Studio Ovale, sotto gli occhi del mondo

Doveva essere un incontro di pace, invece è finita in bagarre politica la visita del presidente ucraino Zelensky. Trump il “lavoro sporco” lo fa fare al suo vice presidente Vance e l’ospite cade nella trappola statunitense. Il rischio è quello di uno strappo politico tra il Vecchio Continente e gli States. Per l’Europa il primo a far sentire la sua voce, come in un film degli anni ottanta di Alvaro Vitali, dal Portogallo il solito Macron che pure era volato a vuoto al Campidoglio americano per rappresentare la posizione dell’Unione Europea e Uk. Una visita quella dell’inquilino dell’Eliseo come quella del leader di Kiev che non ha fatto segnare alcun passo in avanti verso la definizione di una crisi della quale il pianeta ne ha piene le tasche. Non era mai successo che un dissapore tra presidenti, nello studio ovale, avvenisse sotto gli occhi del mondo attraverso la stampa accreditata. Di certo non potrà essere il protagonismo individuale a dare man forte all’erezione di un moro di pace sia in Europa che in Medio Oriente. Andare allo scontro a muso duro in casa del presidente degli Stati Uniti non è certo la ricetta vincente. Occorre avere la capacità di mediare e di farlo in forza di una rappresentatività che nessuno oggi pare avere come formale credenziale. Non basta al Pierino di turno europeo prendere l’iniziativa, peraltro non unitaria, in nome della convinzione di essere forte nel suo continente per via del possesso del nucleare. Ci vuole un salto di qualità della politica, come la intendeva, filosoficamente, Aristotele, ma il fatto è che nessuno dei portatori di interessi sembra essere all’altezza di rappresentare una eredità culturale e filosofica che viene da lontano e che tutti questi personaggi rischiano di far precipitare nel caos cosmico di un conflitto militare ed economico senza precedenti. Non è certo con i gesti plateali, le buffonate politiche che si può pensare di reggere le sorti del mondo.