Primo Maggio, festa di lavoratori. E per la ricorrenza, Giorgia Meloni sceglie di intervenire con un videomessaggio affidato ai social. “Anche quest’anno abbiamo scelto di celebrare questa giornata così importante nell’unico modo che conosciamo: dando risposte concrete agli italiani e in particolare a quegli italiani che ogni giorno si rimboccano le maniche e con il proprio lavoro contribuiscono alla ricchezza della nostra Nazione”, premette.
Il premier torna subito ai provvedimenti varati ieri – martedì 30 aprile – dal Consiglio dei ministri. E dopo aver ricordato, tra l’altro, il “taglio delle tasse per i redditi da lavoro per i redditi fino a 35mila euro”, insieme alla serie di misure introdotte nel 2023 e confermate per quest’anno (“tutte – ha fatto rilevare – in un’ottica di redistribuzione della ricchezza”), ha aggiunto: “Questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione”.
“Abbiamo approvato un decreto che ci permetterà di aggiungere a tutte queste misure un provvedimento grazie al quale, a gennaio 2025, potremo erogare un’indennità di 100 euro per le famiglie monoreddito dei lavoratori dipendenti, ovvero quelle famiglie nelle quali c’è un unico reddito con almeno un figlio a carico e con un reddito complessivo non superiore a 28mila euro l’anno”.
Nei 16 mesi al governo, al di là delle misure per i lavoratori, “ci siamo occupati anche di aiutare le imprese ad assumere, perché dobbiamo sempre ricordare che non è lo Stato a creare occupazione e ricchezza, ma sono le imprese e i loro lavoratori che lo fanno”, ha rimarcato il presidente del Consiglio. “Il compito dello Stato è mettere quelle imprese e quei lavoratori nella migliore condizione per creare quella ricchezza”.
Dunque, in sostanziale contemporanea alla manifestazione anti-governativa dei sindacati a Monfalcone, Meloni ha rivendicato i risultati dell’esecutivo sul mercato del lavoro: “Da quando noi siamo arrivati al Governo gli occupati in Italia sono cresciuti di oltre mezzo milione, abbiamo toccato il record di occupazione, il record di occupazione femminile, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce. Sono dati dei quali andiamo estremamente fieri e sono stati salutati con soddisfazione anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che voglio ringraziare per le sue parole molto importanti”, ha sottolineato e concluso Meloni.
La manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per celebrare il Primo maggio, si tiene a Monfalcone (Gorizia) ed è dedicata all’Europa.
“Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, è infatti lo slogan scelto dai tre sindacati confederali, in piazza con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Ad ospitare il tradizionale appuntamento sindacale per la festa dei lavoratori è dunque quest’anno la città del Friuli Venezia Giulia, 20 anni dopo il Primo maggio che nel 2004 vide svolgersi la manifestazione unitaria a Gorizia in occasione dell’allargamento dell’Ue con l’ingresso di dieci nuovi Paesi, tra cui la vicina Slovenia. L’appuntamento stamattina è in piazza della Repubblica a Monfalcone, dove è allestito il palco dal quale prenderanno la parola prima sei delegati delle tre organizzazioni e poi, nell’ordine, i segretari generali Bombardieri, Sbarra e Landini, che chiuderà gli interventi. Nel pomeriggio, infine, l’altro tradizionale appuntamento con il Concertone a Roma che quest’anno debutterà al Circo Massimo, non potendosi tenere in piazza San Giovanni per i lavori del Giubileo.
Il bonus Befana “è uno spot, una marchetta elettorale. E’ sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla piazza del Primo maggio. “Questo non risolve i problemi. Serve una politica diversa ma il governo continua a pensare di poter fare quello che vuole senza confrontarsi con i sindacati, con il mondo del lavoro e questo è un danno per il Paese”.
“Servono misure strutturali, sarebbe il caso di farla finita con gli spot e gli interventi elettorali. Il tema dei salari non può essere affrontato con un spot di 60 euro netti, che bastano per un chilo di carne, un chilo di parmigiano, un litro di olio. La gente ha bisogno di recuperare la perdita del potere d’acquisto”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, in piazza per la manifestazione dei sindacati per il Primo maggio a Monfalcone (Gorizia), parla delle ultime misure del governo e del bonus di 100 euro che verrà erogato a gennaio prossimo, ribattezzato bonus Befana. “C’è un tema dei salari e delle pensioni, che tra l’altro sono escluse dal premio. Abbiamo bisogno di scelte diverse: detassare gli aumenti contrattuali, confermare il taglio del cuneo fiscale, dare i soldi alle aziende che rinnovano i contratti e che non hanno incidenti sul lavoro”, aggiunge Bombardieri.
“E’ importante il riordino sulla gestione dei fondi di coesione, va nella direzione auspicata dalla Cisl. Apprezziamo il sostegno forte all’occupazione stabile attraverso incentivi rivolti a giovani, donne e al Sud. Anche la misura dei 100 euro da corrispondere a gennaio è un ulteriore contributo per sostenere i redditi della fasce popolari. Ora va fatto di più”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, dalla piazza dei sindacati per il Primo maggio a Monfalcone (Gorizia). “Bisogna aumentare salari e retribuzioni e rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, tagliare le tasse al ceto medio, detassare le tredicesime, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, aprire il tavolo per cambiare il sistema previdenziale. Il dialogo e il confronto con il governo deve proseguire per affrontare in maniera più decisa le questioni più importanti”, aggiunge Sbarra, tornando inoltre a chiedere “il taglio strutturale del cuneo fiscale”.
Con il decreto legge che riforma le politiche di coesione “ci occupiamo ancora di lavoro con un pacchetto di misure che nell’ambito di un programma che vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro” e “vuole creare nuova occupazione soprattutto nel mezzogiorno”.
“Il primo maggio di un anno fa avevamo riunito il Consiglio dei ministri in questa sala – ricorda Meloni parlando dalla sala dove si svolge la riunione del governo – e in quell’occasione avevamo approvato un decreto molto articolato con diverse misure in favore dei lavoratori, la più importante delle quali era il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35.000 euro”. “Grazie a quel taglio i lavoratori hanno ricevuto in busta paga fino a 100 euro in più al mese, una misura che abbiamo poi confermato per tutto il 2024 con la legge di Bilancio”, scelta fatta per “difendere il potere acquisto dei lavoratori, in particolare di quelli con i redditi più bassi, in un momento di alta inflazione”. “Allo stesso obiettivo, in questo anno e mezzo di governo, abbiamo dedicato diversi altri provvedimenti. L’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, che abbassa le tasse a tutti, anche se poi abbiamo annullato il beneficio per i redditi più alti. L’azzeramento fino a 3.000 euro annui dei contributi a carico delle mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli. il taglio delle tasse sui premi di produttività fino a 3.000 euro, l’innalzamento della soglia di detassazione del fringe benefit, cioè del contributo volontario che il datore di lavoro può dare al lavoratore con un occhio di favore ai lavoratori che hanno dei figli a carico. Ma anche l’aumento delle pensioni minime, la piena indicizzazione delle pensioni più basse”. “Anche in vista di questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione” con un “decreto che ci permetterà di aggiungere a tutte queste misure un provvedimento grazie al quale a gennaio 2025 potremo erogare un’indennità di 100 euro per le famiglie monoreddito dei lavoratori dipendenti, ovvero quelle famiglie nelle quali c’è un unico reddito con almeno un figlio a carico e con un reddito complessivo non superiore ai 28.000 euro l’anno”.
“Una serie di norme molto concrete ci hanno permesso di ottenere ottimi risultati sul fronte del mercato del lavoro. Da quando siamo arrivati al governo gli occupati in Italia sono cresciuti di oltre mezzo milione, abbiamo toccato il record di occupazione, di occupazione femminile, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce, sono dati di cui andiamo estremamente fieri e che sono stati salutati anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che voglio ringraziare per le sue parole molto importanti”. Il decreto di riforma delle politiche di coesione punta a spendere “in modo certo e veloce” risorse “che servono a combattere i divari e le disparità tra i territori”. Per la presidente del Consiglio si tratta di “una risposta tangibile e concreta a chi dice che a questo governo non starebbe a cuore il Mezzogiorno. E’ l’esatto contrario. Ci crediamo così tanto che non vogliamo viva di sussidi ma vogliamo che viva di lavoro e di sviluppo dimostrando finalmente il suo valore”.
“L’obiettivo” del decreto di riforma delle politiche di coesione “è combattere i troppi divari ancora esistenti in Italia, a partire chiaramente dal divario infrastrutturale che impedisce particolarmente al Sud, di competere ad armi pari con il resto della nazione. E allora in questo provvedimento è contenuta una misura fondamentale per il Mezzogiorno, ovvero l’istituzione del Fondo Perequativo Infrastrutturale e l’obbligo di destinare alle Regioni del Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti, una percentuale che oggi è sensibilmente più bassa”, ha concluso.
Il bonus da 100 euro che arriverà nel 2025 per i redditi bassi “è il primo tassello” cui seguirà “trovando le relative risorse” l’intervento per “le tredicesime: non è che abbiamo una visione strabica, per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti” e bisogna “trovare equilibrio per le coperture”. Così il viceministro al Mef Maurizio Leo illustrando il decreto legislativo su Irpef e Ires approvato dal Consiglio dei ministri. “E’ una misura temporanea perché l’obiettivo è la detassazione delle tredicesime, come dice la legge delega”- ha detto il viceministro spiegando che però il governo voleva dare un “ulteriore sostegno alle famiglie”, ma sempre stando “attenti ai conti pubblici”, perché “vogliamo dare l’impressione ai mercati che ci muoviamo con la massima attenzione”
“Questo incontro è durato moltissimo e, in realtà, noi siamo d’accordo nel metodo e nel merito di quello che è stato detto sui nuovi decreti. Non abbiamo assolutamente voglia di fare strumentalizzazioni politiche come alcuni sindacati hanno fatto, perché una cosa è criticare le scelte del Governo e una cosa è essere contro sempre e comunque. Noi abbiamo criticato più volte, lo facciamo ancora, l’utilizzo dei bonus, ma ci rendiamo conto che con il nuovo Patto di Stabilità, che ha ristretto molto i margini di manovra insieme al fatto che le risorse sono sempre poche, usare il bonus è una specie di tutela da parte del Governo, purché non si compromettano le spese per un periodo molto lungo. Però rendiamoci conto che questi bonus sono stati rinnovati tutti. Questo Governo è uno dei pochi che fa riunioni continue e periodiche su questi temi” lo ha detto il segretario di Confintesa Francesco Prudenzano, dopo l’incontro con il Governo a Palazzo Chigi.
Primo Maggio, festa di lavoratori. E per la ricorrenza, Giorgia Meloni sceglie di intervenire con un videomessaggio affidato ai social. “Anche quest’anno abbiamo scelto di celebrare questa giornata così importante nell’unico modo che conosciamo: dando risposte concrete agli italiani e in particolare a quegli italiani che ogni giorno si rimboccano le maniche e con il proprio lavoro contribuiscono alla ricchezza della nostra Nazione”, premette.
Il premier torna subito ai provvedimenti varati ieri – martedì 30 aprile – dal Consiglio dei ministri. E dopo aver ricordato, tra l’altro, il “taglio delle tasse per i redditi da lavoro per i redditi fino a 35mila euro”, insieme alla serie di misure introdotte nel 2023 e confermate per quest’anno (“tutte – ha fatto rilevare – in un’ottica di redistribuzione della ricchezza”), ha aggiunto: “Questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione”.
“Abbiamo approvato un decreto che ci permetterà di aggiungere a tutte queste misure un provvedimento grazie al quale, a gennaio 2025, potremo erogare un’indennità di 100 euro per le famiglie monoreddito dei lavoratori dipendenti, ovvero quelle famiglie nelle quali c’è un unico reddito con almeno un figlio a carico e con un reddito complessivo non superiore a 28mila euro l’anno”.
Nei 16 mesi al governo, al di là delle misure per i lavoratori, “ci siamo occupati anche di aiutare le imprese ad assumere, perché dobbiamo sempre ricordare che non è lo Stato a creare occupazione e ricchezza, ma sono le imprese e i loro lavoratori che lo fanno”, ha rimarcato il presidente del Consiglio. “Il compito dello Stato è mettere quelle imprese e quei lavoratori nella migliore condizione per creare quella ricchezza”.
Dunque, in sostanziale contemporanea alla manifestazione anti-governativa dei sindacati a Monfalcone, Meloni ha rivendicato i risultati dell’esecutivo sul mercato del lavoro: “Da quando noi siamo arrivati al Governo gli occupati in Italia sono cresciuti di oltre mezzo milione, abbiamo toccato il record di occupazione, il record di occupazione femminile, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce. Sono dati dei quali andiamo estremamente fieri e sono stati salutati con soddisfazione anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che voglio ringraziare per le sue parole molto importanti”, ha sottolineato e concluso Meloni.
La manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per celebrare il Primo maggio, si tiene a Monfalcone (Gorizia) ed è dedicata all’Europa.
“Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, è infatti lo slogan scelto dai tre sindacati confederali, in piazza con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Ad ospitare il tradizionale appuntamento sindacale per la festa dei lavoratori è dunque quest’anno la città del Friuli Venezia Giulia, 20 anni dopo il Primo maggio che nel 2004 vide svolgersi la manifestazione unitaria a Gorizia in occasione dell’allargamento dell’Ue con l’ingresso di dieci nuovi Paesi, tra cui la vicina Slovenia. L’appuntamento stamattina è in piazza della Repubblica a Monfalcone, dove è allestito il palco dal quale prenderanno la parola prima sei delegati delle tre organizzazioni e poi, nell’ordine, i segretari generali Bombardieri, Sbarra e Landini, che chiuderà gli interventi. Nel pomeriggio, infine, l’altro tradizionale appuntamento con il Concertone a Roma che quest’anno debutterà al Circo Massimo, non potendosi tenere in piazza San Giovanni per i lavori del Giubileo.
Il bonus Befana “è uno spot, una marchetta elettorale. E’ sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla piazza del Primo maggio. “Questo non risolve i problemi. Serve una politica diversa ma il governo continua a pensare di poter fare quello che vuole senza confrontarsi con i sindacati, con il mondo del lavoro e questo è un danno per il Paese”.
“Servono misure strutturali, sarebbe il caso di farla finita con gli spot e gli interventi elettorali. Il tema dei salari non può essere affrontato con un spot di 60 euro netti, che bastano per un chilo di carne, un chilo di parmigiano, un litro di olio. La gente ha bisogno di recuperare la perdita del potere d’acquisto”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, in piazza per la manifestazione dei sindacati per il Primo maggio a Monfalcone (Gorizia), parla delle ultime misure del governo e del bonus di 100 euro che verrà erogato a gennaio prossimo, ribattezzato bonus Befana. “C’è un tema dei salari e delle pensioni, che tra l’altro sono escluse dal premio. Abbiamo bisogno di scelte diverse: detassare gli aumenti contrattuali, confermare il taglio del cuneo fiscale, dare i soldi alle aziende che rinnovano i contratti e che non hanno incidenti sul lavoro”, aggiunge Bombardieri.
“E’ importante il riordino sulla gestione dei fondi di coesione, va nella direzione auspicata dalla Cisl. Apprezziamo il sostegno forte all’occupazione stabile attraverso incentivi rivolti a giovani, donne e al Sud. Anche la misura dei 100 euro da corrispondere a gennaio è un ulteriore contributo per sostenere i redditi della fasce popolari. Ora va fatto di più”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, dalla piazza dei sindacati per il Primo maggio a Monfalcone (Gorizia). “Bisogna aumentare salari e retribuzioni e rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, tagliare le tasse al ceto medio, detassare le tredicesime, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, aprire il tavolo per cambiare il sistema previdenziale. Il dialogo e il confronto con il governo deve proseguire per affrontare in maniera più decisa le questioni più importanti”, aggiunge Sbarra, tornando inoltre a chiedere “il taglio strutturale del cuneo fiscale”.
Con il decreto legge che riforma le politiche di coesione “ci occupiamo ancora di lavoro con un pacchetto di misure che nell’ambito di un programma che vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro” e “vuole creare nuova occupazione soprattutto nel mezzogiorno. Il primo maggio di un anno fa avevamo riunito il Consiglio dei ministri in questa sala – ricorda Meloni parlando dalla sala dove si svolge la riunione del governo – e in quell’occasione avevamo approvato un decreto molto articolato con diverse misure in favore dei lavoratori, la più importante delle quali era il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35.000 euro”. “Grazie a quel taglio i lavoratori hanno ricevuto in busta paga fino a 100 euro in più al mese, una misura che abbiamo poi confermato per tutto il 2024 con la legge di Bilancio”, scelta fatta per “difendere il potere acquisto dei lavoratori, in particolare di quelli con i redditi più bassi, in un momento di alta inflazione”. “Allo stesso obiettivo, in questo anno e mezzo di governo, abbiamo dedicato diversi altri provvedimenti. L’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, che abbassa le tasse a tutti, anche se poi abbiamo annullato il beneficio per i redditi più alti. L’azzeramento fino a 3.000 euro annui dei contributi a carico delle mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli. il taglio delle tasse sui premi di produttività fino a 3.000 euro, l’innalzamento della soglia di detassazione del fringe benefit, cioè del contributo volontario che il datore di lavoro può dare al lavoratore con un occhio di favore ai lavoratori che hanno dei figli a carico. Ma anche l’aumento delle pensioni minime, la piena indicizzazione delle pensioni più basse”. “Anche in vista di questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione” con un “decreto che ci permetterà di aggiungere a tutte queste misure un provvedimento grazie al quale a gennaio 2025 potremo erogare un’indennità di 100 euro per le famiglie monoreddito dei lavoratori dipendenti, ovvero quelle famiglie nelle quali c’è un unico reddito con almeno un figlio a carico e con un reddito complessivo non superiore ai 28.000 euro l’anno”.
“Una serie di norme molto concrete ci hanno permesso di ottenere ottimi risultati sul fronte del mercato del lavoro. Da quando siamo arrivati al governo gli occupati in Italia sono cresciuti di oltre mezzo milione, abbiamo toccato il record di occupazione, di occupazione femminile, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce, sono dati di cui andiamo estremamente fieri e che sono stati salutati anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che voglio ringraziare per le sue parole molto importanti”. Il decreto di riforma delle politiche di coesione punta a spendere “in modo certo e veloce” risorse “che servono a combattere i divari e le disparità tra i territori”. Per la presidente del Consiglio si tratta di “una risposta tangibile e concreta a chi dice che a questo governo non starebbe a cuore il Mezzogiorno. E’ l’esatto contrario. Ci crediamo così tanto che non vogliamo viva di sussidi ma vogliamo che viva di lavoro e di sviluppo dimostrando finalmente il suo valore”.
“L’obiettivo” del decreto di riforma delle politiche di coesione “è combattere i troppi divari ancora esistenti in Italia, a partire chiaramente dal divario infrastrutturale che impedisce particolarmente al Sud, di competere ad armi pari con il resto della nazione. E allora in questo provvedimento è contenuta una misura fondamentale per il Mezzogiorno, ovvero l’istituzione del Fondo Perequativo Infrastrutturale e l’obbligo di destinare alle Regioni del Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti, una percentuale che oggi è sensibilmente più bassa”, ha concluso.
Il bonus da 100 euro che arriverà nel 2025 per i redditi bassi “è il primo tassello” cui seguirà “trovando le relative risorse” l’intervento per “le tredicesime: non è che abbiamo una visione strabica, per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti” e bisogna “trovare equilibrio per le coperture”. Così il viceministro al Mef Maurizio Leo illustrando il decreto legislativo su Irpef e Ires approvato dal Consiglio dei ministri. “E’ una misura temporanea perché l’obiettivo è la detassazione delle tredicesime, come dice la legge delega”- ha detto il viceministro spiegando che però il governo voleva dare un “ulteriore sostegno alle famiglie”, ma sempre stando “attenti ai conti pubblici”, perché “vogliamo dare l’impressione ai mercati che ci muoviamo con la massima attenzione”
“Questo incontro è durato moltissimo e, in realtà, noi siamo d’accordo nel metodo e nel merito di quello che è stato detto sui nuovi decreti. Non abbiamo assolutamente voglia di fare strumentalizzazioni politiche come alcuni sindacati hanno fatto, perché una cosa è criticare le scelte del Governo e una cosa è essere contro sempre e comunque. Noi abbiamo criticato più volte, lo facciamo ancora, l’utilizzo dei bonus, ma ci rendiamo conto che con il nuovo Patto di Stabilità, che ha ristretto molto i margini di manovra insieme al fatto che le risorse sono sempre poche, usare il bonus è una specie di tutela da parte del Governo, purché non si compromettano le spese per un periodo molto lungo. Però rendiamoci conto che questi bonus sono stati rinnovati tutti. Questo Governo è uno dei pochi che fa riunioni continue e periodiche su questi temi” lo ha detto il segretario di Confintesa Francesco Prudenzano, dopo l’incontro con il Governo a Palazzo Chigi.