A Palazzo Chigi la premier vede Anm sulla Riforma giustizia. Il confronto dura due ore

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È durato più di due ore l’incontro tra il governo, alla presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e i rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati a Palazzo Chigi. Durante la riunione, trapela da ambienti informati, è stato affrontato il tema della riforma della separazione delle carriere. L’incontro tuttavia è iniziato con un messaggio chiaro della delegazione dell’Anm: l’intera Giunta del sindacato delle toghe, guidata dal presidente Cesare Parodi e dal segretario Rocco Maruotti, si è presentato con la coccarda tricolore al petto, la stessa che hanno usato come simbolo per lo sciopero dei giudici.

Per l’incontro con l’Anm sulla riforma della Giustizia anche il vicepremier Antonio Tajani.

La premier Giorgia Meloni durante l’incontro con i vertici Anm avrebbe smentito le indiscrezioni stampa secondo le quali il governo sarebbe pronto a togliere il controllo della polizia giudiziaria ai pm. Un’assicurazione arrivata anche dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha partecipato alla riunione.

“Nessuna offerta è stata effettuata, ma era evidente perché il governo sa benissimo che non potevamo corrispondere nulla in cambio. Siamo venuti con la nostra coscienza e onestà intellettuale a presentare le nostre idee. Non è stata una trattativa, non volevamo che lo fosse perché non abbiamo da offrire nulla se non la lealtà e i principi in cui crediamo”, ha poi commentato il presidente dell’Anm Cesare Parodi dopo l’incontro.

“E’ stato un incontro non breve, c’è stato un lungo scambio di opinioni che non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo. Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni che ci portano a non condividere questa riforma e abbiamo preso atto con molta chiarezza della volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento e alcuna modifica sul punto”, poi sottolineato, aggiungendo: “Questo è un elemento per noi di chiarezza”.

Sulla smentita del governo rispetto alla polizia giudiziaria, Parodi spiega: “Questo è l’unico dato assolutamente positivo, ci è stata una precisa e netta smentita della notizia. Sia Meloni che Nordio hanno detto che non hanno nessuna intenzione di dare corso a questa illazione giornalistica”.

‘La riforma della giustizia voluta dal governo, che prevede la separazione fra chi accusa e chi giudica, “punta a garantire una vera parità processuale fra accusa e difesa. È un punto che voi avete sottolineato in tante occasioni; insieme al fatto che la separazione delle carriere costituisce ormai un processo ineludibile, non solo dopo l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale ma anche dopo le riforme Castelli e Cartabia. Che hanno delineato una figura di pubblico ministero sensibilmente diversa rispetto a quella prevista in origine nel nostro ordinamento giudiziario’. Con queste parole la premier Giorgia Meloni ha illustrato i caposaldi della riforma ai rappresentanti dell’Unione camere penali nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi.

“La riforma costituzionale sulla giustizia punta a raggiungere un obiettivo di sistema e che finora il sistema non ha raggiunto – ha detto ancora la presidente del Consiglio, che nel pomeriggio a Palazzo Chigi ha incontrato l’Anm -. L’articolo 111 della Costituzione ci dice che ‘il giusto processo’ è quello che si ‘svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale’. Il giusto processo si attua, in contraddittorio, davanti ad un giudice che non deve solo essere terzo, ma che deve anche apparire terzo. È esattamente ciò che intendiamo fare noi con questa riforma”.

Giustizia, Petrelli (Ucpi): Il governo vada avanti senza tentennamenti
L’incontro è stato molto proficuo. Soddisfatto al temine del confronto il presidente dell’Unione delle camere penali italiane (Ucpi), Francesco Petrelli. “E’ stato un incontro molto approfondito. Abbiamo toccato tutti i temi che riguardano la riforma costituzionale. Abbiamo invitato il governo ad andare avanti senza tentennamenti sulla via di questa riforma fondamentale. Che restituisce ai cittadini il giusto processo attraverso l’istituzione, finalmente, di quel giudice terzo scritto in Costituzione ma che di fatto non è mai stato realizzato”. E ha aggiunto: “Abbiamo sottolineato che non si tratta di una riforma che riguarda gli avvocati; che non è punitiva nei confronti della magistratura ma che riguarda tutti i cittadini e una giustizia più moderna e finalmente adeguata a una democrazia liberale”.

Pieno sostegno alla riforma della giustizia
“Pieno sostegno alla riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario ed alla indispensabile separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti”. L’Ucpi ha emanato quindi una nota ufficiale al termine dell’incontro. In essa auspica “che l’iter di approvazione prosegua senza modifiche che alterino l’efficacia del sorteggio e le funzioni dell’Alta Corte disciplinare: presidi fondamentali per contrastare le degenerazioni correntizie”. La sinistra andrà in tilt. La nota prosegue delineando i benefici delle norme. “Complessivamente si tratta di una riforma che rafforza la magistratura giudicante tutelando l’indipendenza e l’autonomia del pubblico ministero; conservando integre le prerogative e le garanzie previste dalla nostra Costituzione repubblicana”.

Il governo incassa l’ok dei giovani avvocati
Anche l’ Associazione italiana giovani avvocati (Aiga)ha manifestato il proprio sostegno alla proposta di legge di riforma costituzionale in tema di separazione delle carriere recentemente approvata, in prima lettura, dalla Camera dei Deputati. “La proposta rappresenta l’effettiva attuazione del giusto processo previsto dall’articolo 111 della Costituzione; nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, previsto dall’articolo 104. Si tratta di una scelta coerente con le finalità di garantire la pienezza del contraddittorio e l’equidistanza tra accusa e difesa; nonché la concreta terzietà del giudice. Principi che costituiscono la vera essenza della giurisdizione. Che potrà raggiungere il suo più pieno compimento con la previsione dell’avvocato in Costituzione, ultimo tassello mancante per l’autentica e auspicata riforma della giustizia”.

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