Femminismo alternativo: nasce una legge ad hoc contro il femminicidio

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Il 7 marzo è stata la data “alternativa” nella quale si riconosce da anni una comunità che intende declinare il giorno della donna evitando slogan inutili, buoni lo spazio d’un mattino. Rispetto, passione, lavoro, sicurezza sono i temi che alle 17,30 al Circolo Montecitorio (Roma, via dei Campi sportivi, 5- Acqua Acetosa) Sabrina Valletta e Antonella Mattei del comitato Donne 7 marzo hanno introdotto i lavori dell’ormai tradizionale incontro che si svolge con il patrocinio della Fondazione An, promosso da Domenico Gramazio, direttore di Realtà Nuova.

Mai come quest’anno le donne che si sono alternate alla tavola rotonda appartengono a tutti gli ambiti professionali: ognuna portatrice di valori, capacità, serietà, sacrificio. Maria Carla Cecchin, Cristina Alibrandi, Francesca Mancia, Miriam Bono, Matilde Cinti.

Oggi, 8 marzo, sarà una giornata di scioperi, di rivendicazioni urlate. Diversissimo lo stile da anni prescelto dai convegni della Fondazione An, che intende concentrarsi su temi concreti. Il convegno ha un titolo molto azzeccato: “Il rispetto della donna-Passione, lavoro, sicurezza”. La festa “alternativa” delle donne è un momento che ogni anno vede valorizzate figure che hanno coniugato famiglia, professionalità, coerenza ideale, creatività, vita politica al servizio delle istituzioni. Sanità, giornalismo, politica, mondo dell’arte e della ricerca, un carnet denso. Il termine “rispetto” sarà la parola-chiave. Una parola che non a caso l’Istituto Treccani ha scelto come parola dell’anno.

Presenti Roberta Angelilli, vice presidente della Regione Lazio; Marialuisa Appetecchia, endocrinologa e oncologa Ifo; Vanessa Borsani, consigliera del Municipio Roma IX; Sveva De Felice, critico d’arte, Rossella Donorascenzi dell’Associazione Vecchia Colle Oppio; Alice Falsaperla della Galleria d’Arte La Nuvola; Ada Fichera, direttore editoriale di Pagine libere; Laura Figorilli, dirigente SSR, Paola Fiorilli, coordinatrice infermieristica; Daniela Gallo, consigliera del I Municipio, Giusy Giambertone, Imprenditrice Tricostart; Cristina Gimignani, giornalista Radio Rai; Mariastella Giorlandino, imprenditrice sanitaria, Agata Gueli, preside; Emanuela Mari, presidente della commissione europea della Regione Lazio; Carmela Mascio, docente e scrittrice; Sabrina Minucci, vicesindaco di Marino; Marzietta Montesano, referente Vittime di violenza al Sant’Andrea; Patrizia Rodino, direttore sanitario, Antonella Testani, vicequestore; Beatrice Venezi, direttore d’orchestra; Daniela Vergara, giornalista parlamentare; Cristina Villò, consigliera comunale di Sacrofano, Elisabetta Volpe, ricercatrice al Santa Lucia Irccs. A moderare la tavola rotonda e il dibattito tra le varie presenze femminili -tutte di prim’ordine – Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettore del Tg2.

“Nonostante gli strumenti innovativi già adottati il numero dei femminicidi non cala, ogni tre giorni una donna muore: anche in vista dell’8 marzo abbiamo introdotto alcune modifiche che ci sembrano significative come il reato di femminicidio, proprio per rimarcare l’assoluta specificità del femminicidio che dipende da questioni strutturali della società, quindi va isolato come reato per far capire la diversità’’, ha detto la ministra alle Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella a margine di un evento organizzato dal suo ministero al Maxxi per l’8 marzo. “In questa legge ci sarà anche – ha spiegato – un’attenzione alla formazione dei magistrati. Perché il problema è intervenire prima del fattaccio, prima che ci sia il femminicidio, con gli strumenti delle misure cautelari in modo intelligente accorgendosi subito di quanto sta avvenendo”.

“Non l’ho ancora letto – commenta il capo della segreteria politica di FdI, Arianna Meloni – ma so che ci sono degli inasprimenti delle pene ed anche misure cautelari più incisive quando una donna si sente in pericolo. Ad esempio viene aumentata la distanza che adesso è di 500 metri. In modo tale che possiamo arginare tutta una serie pericoli che hanno portato lo scorso anno all’uccisione di tante donne”.

“Sono venuta qui – prosegue Arianna Meloni – come militante di Fratelli d’Italia e mi sono commossa – ha poi spiegato – a sentire le storie delle donne. Perché è vero che spesso le donne rimangono invisibili, nel loro lavoro di cura non si vedono quei gesti eroici, quei gesti di sacrificio che noi facciamo, anche ogni giorno nelle nostre case, e che molte donne hanno fatto in un contesto storico difficilissimo: hanno fatto delle cose grandissime”.

Una norma attesa per la quale ci voleva evidentemente un governo di destra guidato da una donna. E anche la sinistra è costretta ad applaudire: “L’annuncio dell’istituzione della fattispecie di reato di femminicidio da parte del Consiglio dei ministri di oggi, con un disegno di legge che nel contempo rafforzerebbe altre misure e mettendo al centro la tutela delle donne vittime di violenza, pare andare nella direzione da noi molte volte invocata e potrebbe dunque essere un utile passo avanti”. Lo dicono i parlamentari del Pd che fanno parte della commissione bicamerale sul femminicidio: Cecilia D’Elia, Sara Ferrari, Antonella Forattini, Valentina Ghio, Filippo Sensi e Valeria Valente.

“Attendiamo ovviamente di vedere il testo – proseguono gli esponenti dem – ma le norme preannunciate rispecchierebbero il lavoro trasversale della commissione bicamerale femminicidio e prima, della commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere”.

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