Medicina. Ok dalla Camera alla riforma: addio al test d’ingresso, selezione dopo il primo semestre

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La Camera dei Deputati ha recentemente approvato in via definitiva la legge delega che modifica le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria. Questo provvedimento, già approvato dal Senato il 27 novembre 2024, delega il Governo ad adottare entro dodici mesi dalla sua entrata in vigore uno o più decreti legislativi per la revisione del sistema di selezione per queste facoltà.

Iter legislativo

La proposta di legge, presentata al Senato il 19 ottobre 2023, è stata esaminata dalla 7ª Commissione permanente e approvata dall’Assemblea del Senato il 27 novembre 2024. Successivamente, è stata trasmessa alla Camera dei Deputati, dove la VII Commissione Cultura l’ha esaminata senza apportare modifiche. L’Assemblea della Camera ha quindi approvato definitivamente il testo, completando così l’iter legislativo.

Il provvedimento è articolato in tre articoli, con il secondo che delega il Governo a definire le modalità attuative della riforma, nel rispetto di specifici criteri.

Principali novità introdotte dalla riforma

• Accesso libero al primo semestre: Gli studenti potranno iscriversi liberamente al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria, senza dover sostenere un test d’ingresso preliminare. Tuttavia, il numero di iscritti dovrà essere commisurato alla disponibilità di posti dichiarata dalle università.

• Semestre introduttivo comune: Durante il primo semestre, gli studenti seguiranno corsi comuni a diverse discipline biomediche e sanitarie, con programmi uniformi stabiliti a livello nazionale.

• Selezione basata sui risultati del primo semestre: Al termine del semestre, gli studenti dovranno sostenere esami su materie fondamentali come Biologia, Chimica e Fisica. L’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al superamento di tutti gli esami previsti e alla collocazione in posizione utile in una graduatoria nazionale.

• Riconoscimento dei crediti per altri corsi: Gli studenti che non rientreranno nella graduatoria per Medicina potranno utilizzare i crediti acquisiti nel primo semestre per iscriversi ad altri corsi di laurea affini (come Biotecnologie, Scienze Biologiche o Farmacia), a condizione che abbiano superato tutti gli esami previsti.

Obiettivi e criticità. La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha definito la riforma una “rivoluzione copernicana” e ha sottolineato l’intenzione di implementarla già dall’anno accademico 2025-2026. L’obiettivo dichiarato è aumentare il numero di medici formati in Italia, rispondendo alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), garantendo trasparenza ed equità nel processo di selezione.

Per garantire un accesso più consapevole, la riforma prevede anche l’introduzione di percorsi di orientamento negli ultimi tre anni delle scuole superiori, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.

Tuttavia, non mancano le critiche. Il segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, Pierino Di Silverio, ha dichiarato che la riforma rischia di creare un’illusione per migliaia di studenti e famiglie, sollevando dubbi sulla sostenibilità del sistema. “Dove verranno formati 70.000 studenti? Come pensa il Governo di risolvere la carenza attuale di personale medico posticipando la selezione? Cosa accadrà ai 60.000 medici neolaureati nel 2032?” sono le domande sollevate dal sindacato.

Un’altra preoccupazione riguarda l’impatto sul finanziamento delle università: la legge prevede che gli studenti iscritti al primo semestre non siano conteggiati nel riparto del Fondo per il finanziamento ordinario (FFO), sollevando interrogativi sulla sostenibilità economica della riforma.

Verso l’attuazione della riforma. Il 20 novembre 2024, presso il Ministero dell’Università e della Ricerca, è stato istituito un tavolo di lavoro per monitorare l’attuazione della riforma. Inoltre, la legge prevede l’introduzione di un sistema di monitoraggio dei fabbisogni del SSN per garantire una formazione adeguata alle esigenze sanitarie del Paese.

La riforma dell’accesso a Medicina rappresenta un cambiamento significativo nel panorama universitario italiano, con l’obiettivo di rendere il processo di selezione più inclusivo e basato sul merito. Resta da vedere come il Governo affronterà le criticità sollevate per garantire la qualità della formazione medica nel lungo periodo.

Valentina Alvaro

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