Il numero uno della Cgil decide di scendere in piazza pro Europa il 15 marzo. Ma di quale Europa non sa bene neanche lui, visto che sul principio politico della manifestazione “richiamata” da Michele Serra, non concorda. Landini – contraddicendo la sua opposizione interna annuncia: ci saremo, ma con il distinguo: no al riarmo. Non è d’accordo Eliana Como, leader dell’opposizione interna a Landini. La quale verga un post su fb ‘durissimo’ contro il leader del primo sindacato italiano: «La CGIL infine ha deciso, partecipa alla manifestazione di Serra del 15 marzo: dopo una settimana di totale disorientamento, la montagna ha partorito il topolino. Non è una adesione vera e propria e credo che le pressioni sollevate in questi giorni siano servite a evitare almeno questo. Ma la partecipazione non mi fa arrabbiare di meno. Perché non segna la differenza. Avrei voluto dalla Cgil la chiarezza e il coraggio che ha avuto l’ARCI (che non sfilerà in piazza, ndr). In tante e tanti abbiamo già detto che NON parteciperemo il 15 marzo a quella piazza. Lo ribadisco. E, per quanto mi riguarda, chi parteciperà, a questo punto, non lo farà a mio nome. Se ci sarà, come pare, una manifestazione radicalmente alternativa a Roma su parole d’ordine chiare e condivisibili, in tante e tanti saremo lì»- scrive su Facebook la dirigente Cgil.
La presidente della Ue ha difeso il suo piano di sicurezza da 800 miliardi, da lei battezzato ReArm. Landini, nel motivare perché scende in piazza per l’Unione non ha fatto che ripetere a ogni riga che essa è «incapace di reggere il confronto con le altre potenze mondiali, impreparata e debole»; che «il riarmo è un tragico errore che nuoce all’europeismo e al mondo del lavoro». Perché vuole partecipare?
Landini è disposto a sacrificare l’unità della Cgil pur di aderire al richiamo della piazza “rossa”: dalla quale vorrà trarre il massimo del profitto politico suo personale: fare la sua pubblicità ai referendum, trasformare l’evento in una manifestazione anti governativa e presentarsi come il vero capo del centrosinistra: “Noi intendiamo difendere un’idea di Europa alternativa a quella che ci stanno propinando in questi giorni. So bene che non ci sarà un unico punto di vista in quella piazza ma proprio per questo sento il dovere di portare quello per cui da sempre la Cgil è impegnata e, raccogliendo l’invito della sindaca di Perugia, saremo in piazza anche con le bandiere della pace”.
Schlein sarà presente in modalità pacifista con Fratoianni, prendendo le critiche di Gentiloni e Prodi. Calenda parteciperà. Elly Schlein viene lasciata al suo destino grillino in versione ‘peace and love’ dai socialisti europei, male tollerata al Nazareno con la manifestazione del 15 marzo lanciata da Michele Serra, allestita a uso e consumo del Pd, rischia di diventare per lei un boomerang. I pacifisti del Movimento 5Stelle hanno già convocato da molto tempo la loro piazza per il 5 aprile, facendo intendere che non hanno bisogno delle truppe cammellate dem, visto che da soli chiedono il disarmo confermando la loro storica insofferenza al destino di Kiev. Nulla a che vedere, e nessuna commistione, con le sinistre ‘europeiste’ che non danno sufficienti garanzie di non cadere nella trappola guerrafondaia.
Conte forse vuole rompere, ancora una volta, il giocattolo di Elly. Sorge il dubbio che alla fine l’ex avvocato del popolo sabato prossimo si faccia vedere sotto le bandiere Ue. A che tempo che fa chiede Fabio Fazio: ‘Perché non parteciperete alla manifestazione di sabato prossimo proposta da Michele Serra? “Non ci possiamo essere perché in questo momento quando diciamo Europa dovremmo precisare che Europa. E noi diciamo no al piano di riarmo della von der Leyen. Non concediamo ambiguità”. Insiste Fazio: la manifestazione si appella a più democrazia. Conte rilancia: “Ricordo che la von der Leyen ha sottoscritto le condizioni al Consiglio europeo senza venire in Parlamento. Le piattaforme devono essere chiare. In questo momento non possiamo concederci incertezze. La piattaforma doveva precisare. La definiscano meglio”. Poi, si rivolge direttamente a Serra (“una voce importante, un intellettuale di grande spessore”, dice): “Michele, ti prego, se potessi definire meglio la piattaforma perché l’Europa delle istituzioni ufficiali sta andando verso il riarmo e io così non posso esserci. Se lo precisi ci saremo”. Imbarazzo o furbizia?
La mobilitazione lanciata dalle colonne di Repubblica ha finito per spaccare ulteriormente le sinistre. Collettivi studenteschi e potere al popolo sono pronti per una contromanifestazione doc. Al grido di “No all’Unione Europea che si riarma, no alla difesa comune, la sicurezza è nel ripudio della guerra, si danno appuntamento sempre per il 15 marzo a Roma, a piazza Barberini in opposizione alla mobilitazione di Serra e del Pd.