La Relazione Annuale 2025 sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza, presentata al Parlamento il 4 marzo 2025, offre un’analisi approfondita delle sfide che l’Italia e il mondo si trovano ad affrontare. Il quadro internazionale si fa sempre più complesso e instabile, con un numero di conflitti in crescita e un intreccio di minacce che mettono alla prova la sicurezza nazionale.. Tutto ciò si riflette nelle due sezioni che compongono la Relazione.
La prima è dedicata allo scenario internazionale e avvia dalla crescente instabilità alle porte dell’Europa: il conflitto russo-ucraino, la guerra in Medio Oriente e la minaccia jihadista che da essa ha tratto opportunità di rilancio. Allarga dunque lo sguardo all’incertezza che avvolge altri quadranti all’attenzione intelligence (Balcani e Africa) o che deriva da ulteriori fattori di rischio (la minaccia ibrida alle democrazie liberali), e poi alla competizione che accomuna l’emergente protagonismo di un “Global South” sempre più variegato, le tensioni nell’Indo-Pacifico, i mercati globali delle materie prime e, in tale contesto, la tutela degli assetti strategici nazionali.
La seconda sezione si sviluppa sulle sfide globali che, superando ampiamente l’orizzonte annuale di questo documento, attraversano e connettono gli scenari di crisi. È anche attraverso la comprensione di temi quali i trend demografici e migratori, l’innovazione tecnologica, le sfide poste dal cambiamento climatico e dagli squilibri socio-economici che l’Intelligence affina la capacità di discernere le evoluzioni della realtà internazionale e offrire scenari che migliorino il posizionamento dell’Italia sullo scacchiere globale. A queste tematiche è associato uno degli elementi innovativi della Relazione: la dashboard infografica a introduzione del documento, un pannello di controllo acceso sulle sfide globali che, anno dopo anno, ne possa seguire l’andamento attraverso l’aggiornamento costante di alcuni indicatori utili a instradare la ricerca informativa e indirizzare l’analisi strategica. Lungo entrambi i capitoli si inseriscono inoltre le molteplici sfaccettature della sicurezza nazionale e gli approfondimenti sui tradizionali ambiti di minaccia su cui si è concentrata l’attività info-operativa. Allo stesso modo, in linea con le precedenti edizioni, a dipanarsi nel testo è una serie di analisi infografiche che hanno l’obiettivo di restituire la complessità dei temi osservati, ora aggiungendo dettaglio alla parte testuale, come nella scomposizione dei molteplici scenari di insicurezza del continente africano, ora aprendo una finestra su ulteriori dossier, ad esempio approfondendo la nuova corsa allo spazio.
Ulteriore elemento di novità è rappresentato, infine, dall’inserto dedicato all’intelligenza artificiale che, da una prospettiva intelligence, inevitabilmente indirizzata verso le possibili minacce al corretto funzionamento della vita democratica, affronta i diversi profili in cui l’IA mostra il suo potenziale dirompente, dalla trasformazione del mondo del lavoro alle applicazioni militari. La scelta di un approfondimento separato (ma annesso) alla Relazione testimonia non solo l’attenzione alla corsa in atto a livello globale per la supremazia in tale campo, ma anche la consapevolezza delle possibilità che l’IA può offrire in termini di velocità e dettaglio all’attività di informazione per la sicurezza. È anche la conferma della volontà della Comunità Intelligence di arricchire con peculiari chiavi di lettura il dibattito pubblico sugli scenari attraverso cui si schiude il cambiamento del mondo.
Secondo il documento, il 2024 è stato l’anno con il maggior numero di conflitti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, segnando un picco di 56 guerre attive. Tra le aree di maggiore criticità figurano il Medio Oriente, con il protrarsi del conflitto tra Israele e Hamas, e il conflitto russo-ucraino, che ha visto un vantaggio crescente delle forze di Mosca. A ciò si aggiungono tensioni nei Balcani e in Africa, regioni che l’intelligence italiana monitora attentamente per prevenire rischi alla stabilità europea. Il rapporto sottolinea il pericolo rappresentato dalle cosiddette “minacce ibride”, strategie subdole che vanno dalla disinformazione all’interferenza elettorale, passando per il cyber-spionaggio. In un anno elettorale cruciale, l’intelligence ha individuato un aumento delle attività ostili mirate a destabilizzare la democrazia italiana. La protezione della sicurezza cibernetica è stata dunque una priorità, con un incremento delle risorse dedicate alla difesa digitale. L’immigrazione irregolare resta una sfida delicata per l’Italia, con il Mediterraneo che continua a essere una delle principali rotte migratorie mondiali. Il rapporto evidenzia un aumento degli sbarchi nel 2024, legato a crisi internazionali e condizioni climatiche estreme che aggravano il fenomeno migratorio. La sicurezza nazionale deve quindi bilanciare il rispetto dei diritti umani con la necessità di controllare i flussi migratori. Uno degli aspetti più innovativi del rapporto è l’attenzione all’intelligenza artificiale (IA). Se da un lato l’IA rappresenta un’opportunità per lo sviluppo economico e la sicurezza nazionale, dall’altro apre nuovi scenari di rischio, come l’uso di tecnologie avanzate per la propaganda e la manipolazione dell’informazione. Il documento segnala la necessità di regolamentare e monitorare l’uso dell’IA per prevenire abusi che possano minacciare la stabilità democratica. A livello globale affiorano, inoltre, reazioni alla velocità del cambiamento che si instradano lungo sentieri diversi da quelli tracciati nell’epoca in cui la globalizzazione aveva trovato il suo apogeo. È un amalgama di rischi e opportunità a cui si somma il potenziale sovraccarico informativo prodotto dall’enorme quantità di informazioni reperibili online e dalla velocità della loro diffusione, fattori che richiedono all’Intelligence un continuo adattamento di processi e strumenti al fine di valorizzare le informazioni rilevanti per la sicurezza nazionale.
Sui variegati fattori di instabilità incide la velocità della trasformazione del mondo. In un intreccio costante tra ambiente digitale e ambiente analogico, l’innovazione tecnologica ha impresso un’accelerazione significativa al cambiamento delle relazioni umane, dei rapporti sociali e delle abitudini di vita. Insieme alle indiscutibili opportunità di sviluppo emergono, da una prospettiva intelligence, spazi virtuali di possibile isolamento e radicalizzazione, nuovi interessi da tutelare, vulnerabilità che ampliano la superficie di attacco agli occhi di attori ostili.
Tali evoluzioni portano a ricomprendere fra le dimensioni essenziali dell’interesse nazionale la tutela, anche nello snodo nevralgico rappresentato dalle eccellenze universitarie, della nostra capacità di innovazione e del nostro patrimonio scientifico e tecnologico più pregiato. Le evidenze intelligence rilevano infatti strategie assai sofisticate messe in campo da attori ostili determinati ad appropriarsi delle nostre conoscenze più avanzate, allo scopo di rafforzare la loro potenza geopolitica. Coerente risposta a tale fenomeno è stato il varo di un piano d’azione nazionale volto, nel pieno rispetto del principio costituzionale della libertà della ricerca scientifica, a tutelare l’Università e la Ricerca dalle ingerenze straniere.
La Relazione evidenzia come l’Italia, grazie alla sua intelligence, abbia mantenuto un ruolo chiave nella gestione delle minacce globali. Tuttavia, il quadro internazionale continua a evolversi rapidamente e richiede strategie flessibili e proattive. L’intelligence prosegue il suo lavoro per garantire la sicurezza nazionale, proteggere le infrastrutture critiche e contrastare le nuove minacce emergenti. In un mondo sempre più interconnesso, la sicurezza dell’Italia passa attraverso un’attenta lettura degli scenari globali e un costante adeguamento delle strategie di difesa. La Relazione 2025 rappresenta un importante strumento per comprendere le sfide del presente e prepararsi alle incertezze del futuro.
Paolo Iafrate