Il possibile riarmo europeo agita e divide il mondo politico nostrano

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La questione del possibile riarmo dell’Europa sta dividendo il mondo politico nostrano. Giorni fa era stato Romano Prodi a dire la sua con tanto di “frecciata” alla Schlein e al Pd. Ora, intervenuto a ‘Otto e mezzo’ su La7 con Lilli Gruber, è stato tempo di Walter Veltroni che non ha risparmiato alcuni passaggi taglienti sia alla segretaria dem che alla Premier, Giorgia Meloni.

Nel corso del suo intervento a ‘Otto e mezzo’ su La7, Walter Veltroni si è detto “angosciato” dalle recenti questioni che stanno interessano il mondo in merito alla guerra in Ucraina e non solo e si è pure detto “convinto che il mondo abbia imboccato una strada pericolosa e che l’Europa sia sotto duplice attacco politico-economico, da pensare che tutto ciò che spinge nella direzione degli Stati Uniti d’Europa vada accolto.

In questo senso, l’ex sindaco di Roma ha spiegato come, in merito al riarmo dell’Europa, la von der Leyen abbia probabilmente utilizzato un termine errato ma che comunque si “debba favorire un sistema di difesa europeo.”

Nell’ottica di tale posizione, Veltroni ha parlato della linea di Elly Schlein che sta dividendo il Pd: “Capisco la posizione di Schlein ma a condizione che non si fermi il processo messo in campo. Lavorando all’interno della delegazione socialista, ma lo dico da osservatore, si potrebbe cercare di migliorare alcuni aspetti”.

E ancora sul Partito Democratico e le divisioni interne: “Non so se il Pd debba fare un congresso, non è più cosa che mi riguarda e non voglio interferire con le vicende interne. In generale e non solo sul Pd, quello che mi spaventa è che di fronte a quanto sta accadendo non c’è una produzione politico-intellettuale del livello che sarebbe necessario”.

Sempre sulla Schlein: “Se è un leader adatto? E’ adeguato ogni leader che il Pd si sceglie. Oggi non vedo molti Ciampi, Prodi, Monti o Draghi ma un susseguirsi frenetico di persone come impone la società di oggi. Il Pd è dato come retrocesso in serie B da sempre e comunque ha oltre il 20% dei consensi, che coi tempi che corrono per la sinistra europea non è poco”, ha detto ancora Veltroni sottolineato comunque che la Schlein abbia “l’intelligenza e tutti gli strumenti” per governare un domani.

Veltroni ha poi parlato anche della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In questo senso l’ex sindaco di Roma ha spiegato: “Quelle di Meloni non sono le idee in cui credo, difficile possa piacermi, ma è la migliore di quello schieramento per valori, programmi e contenuti che esprime; però, non è quello di cui l’Italia ha bisogno“.

Il rapporto di forze in Ucraina è sotto gli occhi di tutti. Se n’è parlato durante la puntata di “Quarta Repubblica’’ in cui in collegamento c’era Alessandro Sallusti. Il direttore de Il Giornale rivela perché il comportamento di Trump avrà come risultato quello di allontanare la guerra.

“La pace è figlia di un rapporto di forza – spiega Alessandro Sallusti – Quando qualcuno si mostra debole diventa anche più aggredibile nella testa di sconsiderati tiranni. Il fatto che Trump si mostri forte, spavaldo e arrogante e non mette limiti e confini alla difesa delle sue idee in questo senso allontana la guerra. Se qualcuno aveva pensato che l’America potesse essere rassegnata o disinteressata con Trump è difficile sostenerlo”.

“Certamente ci sono tanti problemi sono da risolvere, ma l’importante è occuparsi, non preoccuparsi. Abbiamo non soltanto due guerre alle frontiere, Medio Oriente e Ucraina. Abbiamo una nuova situazione internazionale legata ai problemi del commercio con i dazi che stanno creando certamente molta preoccupazione. Come ministro sia degli Esteri sia del Commercio internazionale non mi manca il lavoro. Però è anche entusiasmante e importante cercare di garantire sicurezza a tutti i nostri concittadini”. Così Antonio Tajani, a margine di un evento fieristico a Verona, passando in rassegna tutti i temi caldi dell’agenda internazionale.

Ottimismo, realismo e annunci importanti. Sul dossier ucraino il capo della nostra diplomazia conferma l’ipotesi avanzata dal governo sulle garanzie di sicurezza per Kiev. “L’articolo 5-2 bis della Nato, che è quell’articolo che dice che in caso di aggressione a un paese della Nato gli altri paesi intervengono per difenderlo, potrebbe essere applicato anche all’Ucraina. Paese che difficilmente potrà fare parte della Nato in tempi brevi, però sarebbe garantita nella sua sicurezza da parte di questo accordo”.

Sui dazi Usa, invece, Tajani informa che il governo è al lavoro senza allarmismi. “Bisogna vedere su quali prodotti e quando gli Usa metteranno i dazi. Quindi aspettiamo, prepariamoci, perché non dobbiamo neanche farci prendere dal panico per ogni dichiarazione che viene dagli Stati Uniti. Noi stiamo preparando le contromisure. Annunceremo quelle italiane il 21 marzo a Roma, a Villa Madama”. Il ministro degli Esteri spiega che si sta studiando quali nuovi mercati esplorare. “Penso al Messico, al Vietnam, ai paesi del Golfo, alla Turchia, al Giappone. Stiamo facendo studi merceologici per favorire l’esportazione dal nostro paese. Quindi lavoriamo per avere una strategia. Ma ormai sono mesi che il ministero è impegnato, su questo abbiamo fatto tante riunioni e la conclusione sarà il giorno 21”.

Sul piano di difesa Ue in discussione alla plenaria di Strasburgo Tajani è tornato a ribadire che non si tratta di una corsa alle armi. Idee chiare anche sulle indiscrezioni di un possibile ritiro degli Usa dalla Nato. “Dobbiamo vedere se quelle notizie si trasformano poi in fatti concreti. Non dobbiamo farci prendere mai dal panico. Dobbiamo lavorare perché qualunque cosa accada, l’Italia e l’Europa siano pronte ad affrontare anche i momenti di difficoltà”, ha detto Tajani convinto che Trump non voglia uscire dall’Alleanza atlantica. “Abbiamo finalmente iniziato a muovere passi importanti. Se le pressioni di Trump servono a farci andare nella giusta direzione, ben vengano queste pressioni”.

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