Nel Pd qualcuno mormora che il congresso è cominciato. Il tema della difesa o per meglio dire con termine corrente, del riarmo ha di fatto aperto il dibattito interno destinato a durare fino a che la segretaria, Elli Schlein, non assumerà una posizione chiara in merito alla linea da seguire, che non è quella del gruppo dei socialisti europei. Il partito si è diviso sul piano ReArm della von der Leyen , tra astenuti e voti favorevoli sulla politica estera e di sicurezza, fondamentale per la maggiore forza dell’ opposizione. Senza considerare che la pressione dei Cinque Stelle è diventata notevole e non si esclude che Conte possa pescare nel PD consensi alla sua linea di condotta. L’ ex Premier ha scelto una posizione netta per quanto non condivisibile. Il suo diniego al piano von der Leyen, getta un ulteriore ombra sul mai nato ‘ campo largo ‘ o quantomeno nato e disintegrato. È innegabile che i 5 Stelle ambiscono ad assumere la leadership del centrosinistra in una linea che rovescia il nostro tradizionale rapporto all’interno dell’ alleanza euro-atlantica. Un’ alleanza alla quale si erano avvicinati prima i socialisti e poi comunisti . Su questa base negli ultimi decenni si era costruita la linea di difesa della nostra Repubblica. Con Donald Trump alla Casa Bianca si è aperta una vera e propria crisi dell’ Alleanza euro-atlantica e i 5 Stelle privi di una radice storico-politica che ha caratterizzato la formazione di molti partiti dal secondo dopoguerra ad oggi, ritengono di aver individuato il terreno adatto per risalire nei consensi . Il loro no al riarmo ha il sapore di un passato ormai lontano,che si richiama ai comunisti prima della caduta del muro di Berlino. Giuseppe Conte non nega la prospettiva di una difesa comune europea, ma la colloca in un futuro non immediato e contesta l’ urgenza di uno strumento militare da finanziare in tempi brevi. Molti a sinistra criticano questo atteggiamento dei pentastellati , ma tutti li lasciano fare. Da Fratoianni a Bonelli fino a parte del PD sembrano condividerne la linea. In ultima analisi quello che emerge è che il maggior partito dell’opposizione si è diviso e nel gruppo che fa capo alla segretaria si sono rifugiati nell’astensionismo . Lo scopo, o per meglio dire, la speranza, ma a nostro avviso è mera illusione, è quello di recuperare i voti dei pacifisti.
Il PD e l’ombra del congresso
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