Palingenesi Tradizionale: idee, valori principi

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Tra insulti e silenzi, c’è qualcuno disposto a parlare di soluzioni e di idee prospettiche? Continuiamo a cercare disperatamente interlocutori

Il nostro appello per superare la situazione di stallo del Rito Scozzese Antico e Accettato ha registrato l’ormai solito silenzio, le stesse reazioni rispetto ad altre nostre proposte.

Sono arrivati solo gli insulti dei “soliti ignoti”, che poi tanto ignoti non sono, che rappresentano e si identificano con la parte peggiore di chi ha appoggiato una lista ben precisa.

I soliti attacchi personali e immotivati veleni in uno ad una malcelata nota di invidia.

Evidentemente, qualcuno si è sentito toccare un nervo scoperto, già semplicemente per il fatto che abbiamo fatto chiarezza sulle motivazioni di quella che ormai possiamo definire come la “questione scozzese”; su un atto con il quale si pretende di confliggere con le Costituzioni e si pretende di essere più rito degli altri, per ammettere anche chi non appartiene al GOI. Al di là del fatto che il Rito non può essere, nella sostanza, il comitato elettorale di chicchessia.

In questa reazione scomposta leggiamo implicite risposte alle domande che avevamo posto alla fine del nostro appello.

Chi ha interesse ad andare allo “scontro finale” e, soprattutto, perché?

Anche stavolta, in assenza di altre argomentazioni, arrivano le solite accuse di essere una “lista civetta”, pur in assenza di qualsiasi evidenza anche successiva al voto (dove sono i premi e le prebende promesse?), da parte di chi non riesce a rendersi conto che le condizioni che hanno accompagnato il voto l’anno scorso sono ampiamente superate.

Le liste numero uno, due e tre sono ampiamente superate.

Come si avvia ad essere superata, in un modo o in un altro, l’ultima tornata elettorale, vuoi per decisione giudiziale, vuoi per decisione della Gran Loggia.

Evidentemente, quella di affibbiare etichette non veritiere e denigranti è la via comoda di chi non ha la possibilità o la capacità di argomentare.

Se proprio dovessimo scegliere di aspirare ad una civetta, sarebbe quella di Minerva, simbolo della filosofia e della saggezza.

Come punto di arrivo, ovviamente, non ci sentiamo né filosofi, né tantomeno saggi.

Speriamo soltanto di intravedere una strada nel buio che stiamo attraversando.

Circa l’appartenenza di questi presunti fratelli serve un’ulteriore precisazione.

Sia chiaro, non critichiamo una scelta di campo, guai se in un’Istituzione iniziatica viene sottratta la possibilità di confronto.

Anzi, le distorsioni vengono proprio quando questo viene a mancare.

Quelle che non ci piacciono sono le modalità.

Un’Istituzione iniziatica non può ammettere Ignoranza, Fanatismo e Ambizione, Hiram docet.

ono comportamenti dai quali prenderemmo le distanze anche nei confronti di componenti di Palingenesi Tradizionale… e di qualcuno potremmo anche parlarne. Incidentalmente… non erano proprio quelli che sarebbero stati “prestati” per completare la “lista civetta” che si sono poi costituiti in giudizio con la Lista 1?

Per il resto, abbiamo profondo rispetto di tanti Fratelli che hanno sostenuto in modo franco, leale e con animus iniziatico la battaglia del Fratello Leo Taroni.

Meno di chi ha portato la peggiore profanità tra le nostre colonne.

Come perdura anche il silenzio, almeno quello ufficiale, da un’altra parte.

Legittimo, sia chiaro, comprendiamo il silenzio, non gli insulti.

Ma, in tutto questo, non abbiamo ascoltato altre proposte.

Da nessun’altra voce, anche da quelli che non si sentono legati a nessuno dei tre candidati.

La soluzione può essere semplicemente quella di arrivare a nuove elezioni nel medesimo clima, o forse peggio, delle scorse elezioni?

Si aspetta la presentazione delle liste per svelare ricette taumaturgiche o per sciorinare una lista senza proposte?

O sarebbe meglio che alla presentazione delle liste si arrivasse come punto di arrivo di un percorso di sereno confronto tra Fratelli che smettono le casacche e cominciano a parlare da Iniziati?

Non si rischia, altrimenti, di arrivare ad una nuova elezione con gli stessi conflitti non risolti?

Palingenesi Tradizionale è dell’avviso che non sia possibile nascondere tutta la “polvere” sotto il tappeto delle votazioni.

Anche qui una precisazione.

Notando che l’ultimo documento non portava la firma di nessun Fratello ma semplicemente quella di Palingenesi Tradizionale, siamo anche stati accusati di volerci nascondere nell’anonimato.

La cosa buffa è che l’appunto è stato mosso da voci anonime.

Come già detto, crediamo che le condizioni che hanno portato al marzo 2024 siano ampiamente superate.

Altri scenari, altri problemi sul tavolo.

Sarebbe anacronistico, come non rispondente al vero, continuare ad identificare Palingenesi Tradizionale con la lista e con le persone che ha espresso un anno fa.

Palingenesi Tradizionale è un crogiuolo di idee, valori, principi, un ‘luogo’ di confronto che vive di vita sua, di una vita indipendente.

Aperto a chiunque sia disposto a dare serenamente il suo contributo.

Chiaramente è riconducibile a persone in carne ed ossa, a nomi e cognomi, a volti, a storie personali.

Non insultiamo nessuno.

E, con lealtà e a viso aperto, portiamo avanti le nostre idee, i nostri valori, i nostri principi.

E preferiamo confrontarci sulle proposte, non ci interessano i personalismi, le medagliette da mettere sulla giacca o ogni altro orpello.

Rilanciamo le nostre tre proposte centrali di riforma del GOI.

1. Abrogazione delle cd. “liste bloccate”, per accrescere la qualità dei candidati, aumentare lo spessore esoterico, intellettuale e culturale dei singoli candidati, favorire il dialogo con tutte le componenti del Grande Oriente d’Italia, per non creare un’eccessiva concentrazione di potere nelle mani di un singolo gruppo, nonché un controllo a monte sugli aspetti gestionali.

2. Abrogazione del doppio mandato del Gran Maestro ed eventuale riduzione della durata del mandato a tre anni, in analogia con quanto previsto per i MM.VV., Collegi Circoscrizionali e Consiglio dell’Ordine.

3. Abrogazione dell’appannaggio del Gran Maestro perché “i metalli devono rimanere fuori dal Tempio”.

Per non parlare della necessità di tornare alla maggioranza reale, ovvero del 50 per cento più uno dei votanti. Cosa che, peraltro, avrebbe evitato molti degli accadimenti che si sono succeduti dopo le ultime elezioni.

Ovviamente questi sono punti non esaustivi e su quali appare giusto avviare un confronto con le proposte differenti.

Quello a cui non siamo disposti è a giocare a chi ha il CV più lungo.

Allo stesso modo, mentre qualcuno è più o meno segretamente impegnato a raccogliere firme per richiedere in Gran Loggia il voto “per appello nominale”, che deve essere richiesto da almeno un quinto dei presenti aventi diritto di voto, in modo da poter identificare chiaramente il “nemico”, noi preferiamo – e facciamo un appello a tutti quei Fratelli che hanno veramente a cuore il futuro del Rito Scozzese e non semplici giochi di potere – che cinquanta partecipanti aventi diritto al voto chiedano, per iscritto, che si voti per la sola “sospensione” dei rapporti per poter discutere senza preconcetti prima di arrivare alla recisione di un rapporto bicentenario.

Anzi, se ci fossero le condizioni per affrontare il problema con serenità e buon senso, si potrebbe pensare, addirittura, ad una proposta di rinvio della trattazione del punto all’O.d.G. relativo alla revoca dei rapporti con il Rito Scozzese.

Anche stavolta chiudiamo con delle domande.

C’è, nel GOI, qualcuno che ha voglia di confrontarsi su queste tematiche?

Anche solo per dire che non è d’accordo, motivando ed argomentando secondo modalità consone a Iniziati?

O ci aspettano ancora e solo insulti?

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