L’inverno del nostro scontento per le supercazzole in minoranza di Elly Schlein all’Europarlamento

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Il voto a Strasburgo sul Libro bianco della difesa ha certificato una profonda divisione all’interno del Partito Democratico, con la segretaria Elly Schlein che si trova in netta minoranza rispetto alla componente riformista ed europeista. L’astensione imposta dalla leader dem ha visto la spaccatura del gruppo Pd all’Europarlamento: dieci parlamentari hanno votato a favore della risoluzione sulla difesa comune europea, mentre solo otto hanno seguito le indicazioni della segretaria.

Il voto favorevole di Antonio Decaro alla risoluzione del Parlamento Europeo riguardante il riarmo ha innescato un acceso dibattito interno al Partito Democratico, sollevando non poche polemiche tra i dirigenti del partito. La decisione dell’europarlamentare pugliese ha provocato una divisione all’interno del PD, con dieci voti favorevoli e undici astenuti sulla questione, una spaccatura che ha segnato l’agenda politica del giorno. Il voto, infatti, ha riscontrato una netta divergenza tra la posizione ufficiale della segreteria del partito e le scelte di alcuni esponenti, tra cui Decaro, che ha deciso di schierarsi a favore della proposta, mentre il resto del gruppo ha preferito mantenere un atteggiamento più prudente.

L’accusa che Elly Schlein ha mosso nei confronti di Decaro è stata immediata. Durante una telefonata con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, la segretaria ha dichiarato che il voto del sindaco di Bari non fosse solo una scelta politica ma un chiaro tentativo di attaccare la sua leadership. «Tu e lui volete colpirmi», ha detto Schlein, facendo riferimento a Decaro e Emiliano.

La situazione si complica ulteriormente quando si considera che Decaro è visto da molti come il candidato naturale per le prossime elezioni regionali in Puglia. Il suo voto favorevole al riarmo europeo, infatti, ha suscitato una reazione critica tra alcuni membri del partito, che temono che la sua posizione possa compromettere il processo di selezione del candidato ideale per le Regionali. Al contempo, il voto di Decaro ha sollevato più di qualche perplessità anche all’interno degli alleati del PD, creando un clima di incertezza.

Decaro ha difeso la sua posizione, dichiarando che il suo voto non rappresentava una sfiducia nei confronti di Schlein, ma una scelta dettata dalla necessità di garantire la sicurezza dell’Europa precisando di non essersi ancora candidato ufficialmente per le elezioni regionali, ma la sua dichiarazione ha alimentato ulteriormente il dibattito all’interno del PD.

L’eurodeputata Pina Picierno si scaglia contro la linea di Elly Schlein sul piano europeo che prevede il riarmo, definendola una posizione distaccata dalla realtà e rischiosa per il Pd. Pina Picierno, eurodeputata del Partito Democratico, ha lanciato duri attacchi alla posizione della segretaria Elly Schlein riguardo al voto sul piano europeo che include misure di riarmo. Secondo Picierno, il voto a favore di questo piano, che ha visto una divisione tra i parlamentari del Pd, non è stata una decisione casuale, ma il risultato di una frattura profonda su un tema centrale per il futuro dell’Europa. In un’intervista al Foglio, Picierno ha spiegato che per lei e per altri dieci eurodeputati, la scelta di sostenere il piano di riarmo era una risposta necessaria ai crescenti rischi globali e una difesa della vocazione europeista del Pd. In particolare, la decisione si inserisce in un contesto geopolitico segnato dalle sfide poste dal mercantilismo sovranista di Donald Trump e dall’autoritarismo di Vladimir Putin.

La critica a Schlein: “Posizione lunare e dannosa per il Pd”

Picierno ha definito la posizione di Schlein sul riarmo come “completamente lunare”, sottolineando che le critiche della segretaria dem al piano europeo rischiano di isolare il Pd dalla famiglia socialista europea e compromettere la sua influenza nelle decisioni comuni. Secondo l’eurodeputata, il voto a favore del piano di riarmo era fondamentale per evitare che il Pd venisse messo ai margini delle discussioni europee, specialmente in un momento delicato in cui l’unità europea è cruciale. “Senza il nostro voto a favore, il Pd sarebbe stato isolato”, ha affermato Picierno, criticando la visione di Schlein che considera il riarmo una mossa bellicista. Per Picierno, il rischio di restare ai margini in un periodo in cui le sfide internazionali sono così gravi è un errore che potrebbe compromettere il futuro del Pd.

Il futuro del Pd e la gestione delle elezioni europee

Oltre alla critica sulla posizione politica riguardo al riarmo, Picierno ha anche riflettuto sulla recente performance del Pd nelle elezioni europee. Nonostante il partito abbia ottenuto il ruolo di delegazione più grande del gruppo socialista, la scelta di non chiedere la guida del gruppo è stata oggetto di discussione. Picierno ha espresso il suo disappunto per questa decisione, sostenendo che il Pd avrebbe dovuto esercitare un peso maggiore negli equilibri interni del gruppo socialista. Tuttavia, ha anche rispettato la scelta della segretaria di non avanzare in questa direzione, sottolineando che l’importanza di un’egemonia culturale e politica dovrebbe prevalere su altri obiettivi istituzionali.

La divisione tra Picierno e Schlein si configura come un confronto sulla direzione futura del Pd e sulla sua posizione nell’Europa che cambia, un dibattito che certamente riscalderà il clima politico italiano nei prossimi mesi.

Altra nota stonata per la Schlein riguarda la circolare-spot che parla della trasferta (gratuita?) in pullman da 50 posti per gli studenti e il personale che desidera, testualmente, “partecipare alla manifestazione ‘Una piazza per l’Europa’ nata dall’appello lanciato due settimane fa da Michele Serra su Repubblica e prevista per sabato 15 marzo alle 15 a Roma in piazza del Popolo”. Seguono istruzioni per l’uso, orari e dettagli della partenza con tanto di tassativa raccomandazione alla massima puntualità (per non sforare con i tempi dell’arlecchinata per la pace, per l’Ucraina, per l’Europa, per il disarmo, per il riarmo). Uno spot per Elly e compagni promosso dall’Università di Parma per dare manforte alla piazza pro Europa delle sinistre in ordine sparso che si è tenuta a Roma.

Denunciano il tutto, annunciando un’interrogazione, i deputati di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese, capogruppo in commissione Cultura alla Camera e Gaetana Russo. “Questo invito, promosso via social, è stato mandato anche via mail dall’Università sia ai professori sia ai dipendenti. Troviamo quanto accaduto di una gravità inaudita”, si legge nella nota. “È vergognoso e inqualificabile che un Ateneo promuova e sponsorizzi un evento politico smaccatamente di parte. Quale valenza educativa o culturale ha una simile iniziativa? E soprattutto, se è stata finanziata, con quali soldi è stata sovvenzionata? Con quelli dei contribuenti?”. Domande più che legittime che verranno esposte nell’interrogazione annunciata al ministro della Università e della Ricerca Maria Bernini. Si vuole sapere se il ministero è al corrente di quanto accaduto e quali iniziative intende condurre al riguardo.
“I nostri atenei – proseguono i deputati – devono essere luoghi dove le idee, tutte, circolano liberamente ed egualmente, senza censure. Il fatto che l’Università di Parma abbia pensato di farsi parte proponente della manifestazione della sinistra, senza tenere in considerazione le diverse opinioni dei ragazzi e degli insegnanti a riguardo, denota un chiaro atteggiamento settario e fanatico. Lontano dallo spirito educativo e super partes che dovrebbe contraddistinguere tutti gli Atenei. Per questo, chiediamo venga fatta piena luce”.

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