Il teatrino trumpiano

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Pausa di 90 giorni per negoziare con i Paesi. ” Il giorno della liberazione” , così l’ aveva definito Donald Trump, è durato poco più di una settimana e subito ha dovuto fare retromarcia e sostituire i super dazi con un simbolico 10% tranne che per la Cina a cui , addirittura, l’ ha elevato dal precedente 104% al 125%. La Cina possiede quasi mille miliardi di titoli pubblici americani, ma già da martedì scorso ne aveva rallentato l’ acquisto. Un segnale dello scontro tra Pechino e Washington. Senza questa pausa , o potremmo definirla un momento di riflessione della Casa Bianca, avremmo corso il rischio di una catastrofe economica e gli Usa ne sarebbero stati travolti. ” Soffriremo un pochino, ma poi staremo meglio” aveva detto Donald Trump agli americani. Ma come tutti i populisti il Presidente Usa fa fatica a calcolare gli effetti delle sue decisioni e delle reazioni cinesi. Oltretutto Pechino rispetto a Washington non è soggetta a vincoli politici. Il potere di Trump di applicare i dazi deriva da una legge degli anni 60 che attribui quel potere al Presidente, togliendolo al Congresso. Si tratta di una legge che può essere modificata in qualunque momento. Nulla di ciò ostacola Xi Jinping, che per questo conquisterà l’ egemonia nel mondo. Lo scopo del colosso asiatico è quello di sostituirsi nel ruolo egemone agli Usa , che lo hanno esercitato nel mondo per 80 anni. E il costo sarebbe sopportabile e modesto , perché il reddito dei cittadini cinesi in media , negli ultimi 30 anni , è passato da 400 a quasi 15000 dollari l’ anno. Quindi si rischia un passaggio che per noi occidentali sarebbe a dir poco traumatico : ci troveremmo aggregati da un mondo scientificamente più avanzato , ma dominato da un’ autocrazia , dove non esistono elezioni libere , né contropoteri. Come conseguenza avremo la perdita dei valori che per cui pensiamo che in Occidente si vive meglio della Cina. In questa situazione l’ Europa non può certo varare contro dazi , aprendo un vortice pericoloso da cui potrebbe essere risucchiata . Né può mostrare debolezza e remissività nei confronti di Trump. Tutti noi europei dovremmo fare ammenda degli errori del passato, allentare i lacci burocratici, aumentare la domanda interna , consumi ed investimenti, proprio come sta per fare la Germania di Merz . Solo così Trump potrà capire che un avanzo commerciale non si può correggere con l’ imposizione di dazi , ma facendo spendere e investire i propri partner commerciali.

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