Oggi, data del bilaterale Trump-Meloni per dazi sospesi, vera chance per la premier

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Tutti gli occhi d’Europa puntati sul bilaterale tra il presidente Usa Donald Trump e la premier Giorgia Meloni, volata a Washington per una missione strategica e complessa sul pesantissimo dossier sui dazi. “Farò del mio meglio, so cosa rappresento e che cosa vado a difendere”, ha detto Meloni senza nascondere che la situazione “è complessa e serve molta lucidità”.

La premier è partita con la ‘benedizione’ di Bruxelles, è in contatto diretto con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, con buona pace della sinistra italiana che ancora oggi rema contro accusando la presidente del Consiglio di andare “con il cappello in mano” alla Casa Bianca e di non avere assi nella manica. In verità – osservano gli analisti internazionali – la premier ha ”un piano” per cercare di convincere Trump a non imporre nuovi dazi. Ipotesi che infliggerebbe un duro colpo all’economia europea. E danneggerebbe gli esportatori italiani.

L’obiettivo di Meloni è convincere il presidente Usa a sposare la linea dello “zero dazi per zero dazi”, posizione condivisa anche con Ursula von der Leyen, che tutti i leader europei sperano che la sua missione a Washington abbia successo, che ”la leader e persona fantastica” come l’ha definita Trump, possa dimostrare ”quanto ne sia valsa la pena stringere amicizia” con il presidente americano. Se in passato il ”coinvolgimento personale ha creato tensioni in alcune capitali della Ue – scrive il Politico– ora che l’Unione europea affronta una guerra commerciale potenzialmente rovinosa anche i più critici si sono convinti che la premier possa essere l’unica leader europea che Trump sia disposto ad ascoltare”.

“Avere l’attenzione di Trump è una risorsa per l’intera Unione europea”, ha confermato un funzionario italiano, sottolineando che Bruxelles ha avuto tre mesi di tempo per fermare the Donald. Finora i tentativi di altri leader europei di influenzare il presidente Usa non hanno portato a nulla. Meloni, invece, ritiene che Trump sia ancora ”ragionevole”. E che le sue minacce commerciali siano poco più di una tattica negoziale. Secondo alcuni leader europei, su tutti Emmanuel Macron, che non ha preso bene il protagonismo meloniano temendo di venire “oscurato”, l’obiettivo di Trump è quello di dividere i paesi della Ue e spingerli a negoziare accordi bilaterali.

Tra gli obiettivi della premier quello di tornare con in mano una data ufficiale per un tavolo Usa-Ue, che la accrediterebbe come l’interlocutore privilegiato per l’intera euro-zona. Ottimisti anche i politici tedeschi vicini al prossimo cancelliere Friedrich Merz. “Il primo ministro italiano ha un buon rapporto con il presidente americano Trump, che ora può mettere al servizio dell’Europa”, ha detto Johann Wadephul della Cdu.

Sul tavolo dello Studio Ovale anche altri dossier cruciali: dall’energia (l’Italia starebbe valutando l’acquisto di gas, nodo che rientra nella trattativa sui dazi) all’aumento delle spese per la difesa.
“Il negoziato con l’amministrazione americana deve affrontare alcune tematiche bilaterali che sono di nostro particolare interesse, l’augurio degli italiani è che abbia successo. È difficile, ma Giorgia è abituata alle sfide”, afferma Adolfo Urso.

“La presidente va a difendere con determinazione gli interessi dell’Italia, che è un grande paese esportatore, quindi colpito particolarmente da una politica di dazi. Ma – dice il ministro Luca Ciriani – è anche un segnale nei confronti dell’intera Unione europea. Per ribadire che non c’è l’interesse da parte di nessuno di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, come qualcuno voleva far partire immediatamente come reazione. La politica dei dazi è sbagliata perché non danneggia soltanto l’Italia e l’Unione Europea ma danneggia l’intera economia occidentale, l’intera economia globale

Tra poche ore l’atteso faccia a faccia della premier con il presidente Usa. Anche i leader europei inizialmente più scettici sperano in un successo: solo lei può farcela.

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