All’indomani delle dimissioni “con effetto immediato per motivi personali e per tutelare la famiglia”, dalla carica di dirigente delle risorse umane in Aeroporti di Puglia di Carmela Fiorella, moglie del consigliere regionale ed ex capogruppo Pd Filippo Caracciolo, travolta dallo scandalo emerso sul concorso che dallo scorso 1° aprile l’aveva fatta entrare in servizio con un compenso annuo di ottanta mila euro lordi, è partita la macchina delle verifiche e degli approfondimenti su più fronti. Il primo, su espressa e formale richiesta del presidente della Regione Puglia come maggior azionista dell’azienda, all’interno della società pubblica aeroportuale pugliese che ha individuato una task force interna alla quale è stato affidato il compito di scandagliare tutti gli atti di quel concorso, documento per documento. Una selezione che aveva visto arrivare tre richieste di partecipazione, due delle quali escluse, una per illeggibilità degli atti prodotti e l’altra per mancanza di requisiti minimi. Primo atto accertato, quel diploma di laurea presentato in economia è falso. A stabilirlo è stata l’Università di Bari che ha risposto alla precisa richiesta di Aeroporti di Puglia, che ha chiesto all’ateneo barese di avere lumi sulla posizione relativa agli studi compiuta dalla ex dirigente delle risorse umane dimissionaria. Dall’università la risposta dopo approfondite verifiche è stata lapidaria, ovvero “la dottoressa Carmela Fiorella è titolare di un diploma di laurea, triennale conseguito nel 2010, in scienze politiche e non nel 2012, in economia e management”. Un titolo di laurea, quello realmente posseduto dalla Fiorella che non le avrebbe consentito di partecipare alla selezione per mancanza di requisito minimo concorsuale richiesto dal bando. Elemento questo che lascia non pochi dubbi quella liceità della selezione concorsuale, anche alla luce del fatto che a presiedere la commissione di concorso era un docente della stessa università pugliese, il professor Giuseppe Pirlo, docente del corso di laurea di “sistemi di elaborazione delle informazioni”, della facoltà di informatica, che non poteva sapere quale laurea aveva la candidata ma certamente avrebbe potuto e dovuto accorgersi che le formi su quella laurea erano di gente che alla data del documento non rivestivano il ruolo apicale accademico. Intanto, ieri mattina il presidente di Aeroporti di Puglia, come preannunciato con una missiva del giorno prima, non ha partecipato all’audizione in commissione comunale per la trasparenza, convocata sull’argomento, “perchè a causa del licenziamento dell’interessata è venuto meno l’argomento di discussione”. Ma l’attenzione sulla vicenda adesso assume altri aspetti e contorni di diversa rilevanza. Da palazzo di giustizia intanto si apprende che un faro sulla vicenda si sta accendendo con una richiesta di acquisizione di atti e documenti che in queste ore sta arrivando alla società pubblica che gestisce gli aeroporti di Puglia. A “Poggiofranco” gli interrogativi sono diversi e per questo si cercherà di capire quali sono i profili di responsabilità di ciascuno degli attori della vicenda. Se ci sono state pressioni politiche dietro l’evoluzione dell’accaduto e, soprattutto, chi è stato negligente e dolosamente in mala fede. Un altro interrogativo che circola negli ambienti baresi della amministrazione della giustizia è legato proprio alla scelta professionale del presidente della commissione, un docente di informatica per valutare una candidatura di direzione del personale. Sembra anche questa una scelta non molto oculata. Per questa ragione adesso si vuol capire chi ha fatto quella scelta. Si vuol arrivare a determinare se si è trattata di una designazione autonoma dell’ente aeroportuale o se è stata fatta formale richiesta ai vertici dell’ateneo per ottenere un profilo da nominare in commissione e in tal caso con che criterio è stata fatta la designazione? Luci e ombre che questa vicenda è destinata a chiarire in sede giudiziaria con all’orizzonte una imminente apertura di un fascicolo d’inchiesta che potrebbe svilupparsi in diversi filoni d’indagine rispetto a diverse ipotesi di reato da addebitare, alcune delle quali, sembra, manco a dirlo, in concorso tra i vari protagonisti della vicenda. C’è fermento anche tra i lavoratori dell’azienda aeroportuale e le loro rappresentanze sindacali, uno stato di disagio legato al fatto che ciascuno di loro si potrebbe vedere additato come un raccomandato per essere stato assunto, nel corso degli anni, dalla società AdP.
Costretta a dimettersi per il diploma di laurea falso che le fa vincere il concorso pubblico
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