La strada della pace tra Israele ed Hamas diventa sempre più tortuoso. Le trattive in corso ad Il Cairo con i mediatori di Egitto e Qatar sembrano aver imboccato una strada morta: ad ora non si registrano progressi significativi. Nessuno vuol cedere alle richieste della controparte e si ritorna al punto d’inizio. Per Benyamin Netanyahu è “Hamas che impedisce un accordo per il rilascio degli ostaggi” perché Israele “era ed è tuttora pronto a concludere una tregua nella lotta per liberare i nostri rapiti”. Ma Hamas “è rimasto trincerato nelle sue posizioni estreme, prima fra tutte la richiesta di ritirare tutte le nostre forze da Gaza. Israele non può accettarlo. Pertanto – ha spiegato – Israele non accetterà le richieste di Hamas, che significano la resa, e continuerà a combattere finché tutti i suoi obiettivi non siano raggiunti”. Ad allungare le distanze tra le parti in causa arrivano le parole del leader della fazione palestinese Ismail Haniyeh che, su Telegram riferendosi alle trattative al Cairo, scrive che Hamas vuole raggiungere un “accordo globale che ponga fine all’aggressione, garantisca il ritiro dell’Idf e raggiunga una seria intesa sullo scambio di prigionieri. Quindi che senso ha un accordo – ha aggiunto – se il cessate il fuoco non è il suo primo risultato?”. Ma Israele è fermo sulla sua posizione di non porre fine alla guerra e di non ritirarsi dalla Striscia e tutto fra presagire anche questo tentativo tra le diplomazie nella capitale egiziana possa chiudersi con un nulla di fatto.
Intanto il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha firmato le disposizioni per spegnere al-Jazeera in Israele subito dopo che il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera unanime allo stop delle attività della rete, in linea con una legge passata ad aprile dalla Knesset. “Le nostre disposizioni entreranno in vigore immediatamente – afferma Karhi in dichiarazioni rilanciate dal Times of Israel -. E’ passato troppo tempo e ci sono stati troppi impedimenti legali inutili per fermare finalmente la macchina ben oleata di istigazione di al-Jazeera, che nuoce alla sicurezza dello Stato”.