Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano: l’associazione Occhi blu ospite della università Kore a Enna nel giorno di Zaki

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“Sogni ed illusioni di libertà”: è il titolo del convegno che martedì 7 maggio – dalle 10 alle 13 – si svolgerà nell’auditorium “A. Scelfo” dell’Università Kore di Enna. Al centro del dibattito, inserito tra i corsi di formazione dell’Ordine dei Giornalisti, i diritti umani, l’integrazione e la libertà di espressione. Ospite d’onore dell’appuntamento sarà Patrick Zaki, l’attivista egiziano detenuto per 22 mesi in carcere nel suo paese e poi rimesso in libertà.

A salutare Zaki, che incontrerà gli studenti dell’ateneo e racconterà la sua vicenda pubblicata sul libro autobiografico edito da “La Nave di Teseo”, saranno il presidente della Kore Cataldo Salerno, il rettore Francesco Tomasello, la direttrice del dipartimento di Studi classici, linguistici e della formazione Marinella Muscarà e il docente di Pedagogia interculturale Giuseppe Burgio. Con loro anche Remon Karam, eletto rappresentante degli studenti dell’istituto ennese, che lasciò l’Egitto a soli 14 anni fuggendo su un barcone per raggiungere la Sicilia dove approdò dopo sette giorni di navigazione, sofferenze e paure.

All’incontro prenderà parte il giornalista Filippo Mulè, presidente dell’associazione Occhiblu che dal 2016 organizza a Lampedusa il Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano, del quale l’università Kore è partner. Mulè coglierà l’occasione per riassumere i significati dell’evento e svelare alcuni dettagli della nona edizione che si svolgerà a Lampedusa dal 6 all’8 luglio.

L’incontro, coordinato dalla giornalista Elvira Terranova, prevede gli interventi dei presidenti dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Bartoli, dell’Odg regionale Roberto Gueli, dell’Associazione siciliana della stampa Tiziana Tavella, della segretaria generale della Federazione nazionale della stampa Alessandra Costante e di Riccardo Noury, portavoce per l’Italia di Amnesty International. Durante i lavori ci sarà anche la testimonianza del cantautore nigeriano Chris Obehi, anch’egli fuggito minorenne dal suo paese e giunto a Lampedusa dopo un viaggio di cinque mesi attraverso il deserto, le carceri della Libia e la navigazione nel Mediterraneo su un barcone. L’appuntamento sarà concluso da un monologo di Alessandro Ienzi, attore e regista il cui teatro è incentrato sulla tutela dei diritti umani.

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