Arriva dall’Università di Linkoping in Svezia una batteria in grado di assumere qualsiasi forma, pronta a cambiare la tecnologia su cui oggi si basa il funzionamento di impianti medici artificiali. Come si legge nello studio pubblicato su Science Advances, la necessità di aumentare il rendimento delle batterie comporta l’utilizzo di elettrodi rigidi dall’alta efficienza ma bassa resistenza alla deformazione; tutto cambia con gli elettrodi fluidi.
Le batterie, in generale, funzionano grazie ad una reazione chimica che genera una differenza di potenziale all’interno del sistema e permette agli elettroni di muoversi in un flusso ordinato, anche noto come corrente; possono ricaricarsi se sottoposte ad un processo in grado di rigenerare la condizioni iniziali di reazione. Gli scienziati hanno quindi proposto l’utilizzo di un fluido chimicamente attivo, un sistema di lignina e plastiche conduttive, per allinearsi con il normale funzionamento di una batteria rigida, pur mantenendo notevoli proprietà meccaniche.
La batteria si è dimostrata ancora efficiente dopo 500 cicli di carica e scarica. Per quanto il voltaggio sia estremamente basso, pari a 0,9 Volt (le batterie AAA in commercio producono 1,5 Volt), al netto delle infinite possibilità ancora da esplorare e della sostenibilità ambientale associata alla batteria, si tratta comunque di un risultato notevole. Infatti, altre batterie fluide progettate in passato prevedevano l’utilizzo di metalli poco efficienti ed altri materiali non sostenibili.
La lignina è, invece, un sottoprodotto della lavorazione della carta; ogni anno, secondo dati riportati nello stesso studio, vengono estratte 100 milioni di tonnellate di lignina, ma solo il 5% di queste è riutilizzato all’interno di vernici o per la produzione di altri polimeri. I ricercatori, inoltre, si aspettano di aumentare il voltaggio della batteria con zinco e manganese, metalli comuni nella crosta terrestre.