Il ministro Musumeci uscendo da Palazzo Chigi dopo la proclamazione di 5 giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco, ha invitato alla sobrietà delle manifestazioni dei prossimi giorni, è scattata la sinistra isterica a caccia di polemiche a tutti i costi sostenendo che dietro l’alibi del lutto per la morte di Bergoglio il governo sovranista vuole silenziare le celebrazioni del 25 aprile. Per le opposizioni l’ordine di scuderia è attaccare l’invito alla sobrietà che proprio il pontefice non avrebbe mai chiesto di mettere il silenziatore alla memoria antifascista.
A dare l’avvio alle polemiche la coppia Bonelli-Fratoianni, che parla di allergia di Palazzo Chigi al 25 aprile. Seguono i paladini della Resistenza e i custodi della democrazia in pericolo del Nazareno. Tra questi si fa notare il tweet di Nicola Zingaretti. “25 aprile: caro governo, noi ovviamente saremo sobri, per ricordare chi ci ha ridato la libertà, difeso la patria e cacciato l’invasore, ma il problema siete voi che sarete come sempre assenti”. Anche il sindaco di Milano, teatro degli scontri più pesanti nel corso degli ultimi anni, Beppe Sala, partecipa al gioco del dagli all’untore. “Non so cosa voglia dire esattamente sobrio, bisognerebbe chiederlo al governo. La manifestazione si farà”. I radicali per l’occasione denunciano “l’ennesimo sintomo di uno stato teocratico”. Con tanto di invito alla disobbedienza, “non dando seguito alle disposizioni di Palazzo Chigi e non esponendo le bandiere a mezz’asta”.
Maurizio Landini è tra i più esagitati: “Il 25 aprile non è che si deve bere, non è che beviamo e, quindi, dobbiamo essere sobri. Il 25 aprile è una giornata di mobilizzazione, di lotta per ricordare che senza la sconfitta del nazismo e del fascismo, oggi non avremmo la democrazia e la libertà”. Per il numero uno della Cgil “le parole di Musumeci nascono da una cosa molto precisa, non giriamoci attorno: parte di chi oggi è al governo non è tra quelli che hanno dato vita alla nostra Costituzione”.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, confermando il programma delle celebrazioni, non resiste alla polemica: “Come avevamo previsto abbiamo dei programmi di celebrazione che non so se possono essere definiti sobri, ma che saranno corretti per una celebrazione molto importante”.
L’Anpi fa sapere che restano in piedi tutte le iniziative promosse. “La sensazione è che si stia usando la morte del Papa per ridimensionare il 25 aprile. Mica ci mettiamo a ballare il valzer, le nostre manifestazioni sono sempre improntate alla sobrietà. Canteremo “Bella Ciao”. Così lo smemorato presidente provinciale di Milano dell’associazione partigiani. Primo Minelli. Alla gogna i sindaci, anche di centrosinistra, che hanno ridimensionato le celebrazioni in segno di rispetto per il lutto nazionale. È il caso di Gabriele De Boni, giovane primo cittadino di Ponte San Nicolò in provincia di Padova, eletto con il centrosinistra, che ha annullato le celebrazioni. Tanto è bastato alle sentinelle rosse per additarlo come un pericoloso fascista.
Maurizio Gasparri confessa di assistere “stupito a una discussione sul nulla. Per il 25 aprile, il ministro Musumeci ha parlato di manifestazioni ‘sobrie’. Forse qualcuno voleva fare cose ‘non sobrie’?”. Una domanda che calza a pennello dopo il fuor d’opera di Landini. “Usa il 25 aprile come un’occasione per inneggiare alla lotta sociale”, commenta il capogruppo azzurro al Senato. “La ‘sua’ Liberazione significa diffondere odio e, semmai, fomentare la violenza? Il 25 aprile verrà festeggiato da tutti, ovviamente, perché è il giorno della libertà e quindi la festa di tutti. E invece c’è chi, come Landini, si ostina a volerla rendere una celebrazione di parte, spargendo veleni e divisioni”.
Massimo Gianni e Corrado Augias da Floris sentenziano e pontificano sul lutto indetto in onore di Papa Francesco e tributo celebrativo al 25 Aprile, trasformano lo studio de La7 in un’arena in cui vince chi scocca la freccia più avvelenata all’arco della propaganda.
Massimo Giannini e Corrado Augias, sollecitati ad arte dagli interrogativi piuttosto diretti e posti in tono pungente dal conduttore, non si sono fatti cogliere impreparati, lasciandosi andare a congetture tanto infondate quanto offensive riguardo alla proclamazione del lutto nazionale di cinque giorni in seguito alla scomparsa del Santo Padre e le celebrazioni del 25 aprile che cadono per ragioni di tempistica sotto gli occhi di tutti, proprio in quel breve arco di tempo.
I funerali del Pontefice sono previsti per sabato 26 aprile alle ore 10 ed il Consiglio dei ministri ha indetto cinque giorni di lutto nazionale. Includeranno, perciò, anche il 25 aprile, la ricorrenza della Liberazione. Il governo di Giorgia Meloni ha chiesto di festeggiare in maniera meno pomposa con un comunicato di Palazzo Chigi che invita a «svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza». In parole povere non ha vietato le celebrazioni, bensì ha solo invitato tutti a tenere un comportamento che tenga conto del lutto.
Massimo Giannini ha tuonato: «Ti direi che siamo, con queste valutazioni e aggiungo anche queste decisioni motivate così, al di sotto della decenza. Ricordo che, quando morì Papa Wojtyla, i giorni di lutto nazionale furono tre. Stavolta sono stati cinque e non dico altro», sentenzia il giornalista che fa parte dei guru di sinistra.
«Non voglio pensare male, però trovo ridicolo che, di fronte a ciò che è accaduto, si decidano ok cinque giorni di lutto nazionale, si chieda sobrietà nelle manifestazioni pubbliche in senso generale, e poi qualcuno ci tenga a precisare che anche il 25 Aprile ci sia sobrietà – asserisce Giannini a favore di telecamera, concludendo poi –: non sia mai che viene fuori che sia stato merito anche della resistenza e della lotta partigiana, per l’amor di Dio»…
Augias: «Musumeci ha chiesto di esser sobri nel celebrare il 25 Aprile, è una richiesta legittima?» No è una sciocchezza, intanto perché il 25 Aprile non è una festa di ubriaconi, quindi la sobrietà si raccomanda quando ci sono quelli con la bottiglia che barcollano verso casa e non è il caso del 25 Aprile. Credo che ci sia un sotto-messaggio, cioè grossomodo tenete basso il 25 Aprile così ci esimete, alcuni di noi, dal prendervi parte. Il che sarebbe una scusa, uno schivare la festività meschino. Se invece lo vogliamo prendere in senso buono è una sciocchezza, è una festa di Liberazione che contiene in sé una parte di forte responsabilità civile, non c’è bisogno che nessuno raccomandi la sobrietà».
Musumeci, rispedisce al mittente interpretazioni dubbie e pretestuose: «Sia la premier che i ministri all’unanimità, che io stesso, non abbiamo mai pensato né di vietare né di ostacolare alcunché, figuriamoci una celebrazione così importante come l’anniversario della fine della guerra civile e del ripristino della democrazia!».