Meloni sente von der Leyen, il confronto dopo il funerale di Papa Francesco. Vertice Usa-Ue, si accelera per l’incontro

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Al funerale di Papa Francesco, in Vaticano, Giorgia Meloni ha fatto da padrona di casa davanti a un parterre costituito dai potenti del mondo. Ma l’assenza della premier nello scatto di Macron e Starmer insieme con Zelensky e Trump, e la foto con il presidente ucraino scattata solo successivamente, ha indotto molti osservatori politici a ritenere che proprio la presidente del Consiglio volata negli Usa per fare da pontiera tra le due sponde dell’Oceano, sia stata poi marginalizzata. Il professor Paolo Mombeni è di avviso diverso:

“La diplomazia italiana ha tenuto soprattutto perché è riuscita a mantenere un ottimo senso della misura: non ha né voluto strafare, né si è fatta condizionare da un complesso di inferiorità che non avrebbe avuto senso. Ha fatto un buon lavoro da questo punto di vista, l’aiuta il fatto di avere degli staff di buon livello e il fatto di rappresentare una Paese che può aspirare a fare un gioco che scompagina i piani altrui. L’Italia deve mantenere secondo me questo senso della misura”.

“Penso alla Francia, che è un Paese di grandi ambizioni, in cui Macron vuole assumere fortemente un ruolo guida, o alla Gran Bretagna che vuole far valere la sua lunga storia diplomatica e un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti. L’Italia non è in questa posizione e quindi crea meno barriere di pregiudizio e di preclusione e potrebbe lavorare per un ruolo di mediazione. La posta in gioco è quella di essere un buon mediatore”.

“In questo momento l’Italia può assumere il ruolo di mediatore su più canali: pontiere nei rapporti tra l’Unione europea e gli Stati Uniti ma può essere mediatore riguardo a molti Paesi emergenti, penso alla situazione dell’Africa e al piano Mattei o ad alcuni Paesi dell’America latina o di realtà che fanno parte dei Brics. Probabilmente può lavorare anche nei confronti dell’India e ci aggiungerei la stessa Cina, sempre se ci si approccia con questa ottica di grande cautela”.

“Magari semplicemente a una questione di contingenza. Starmer e Macron insistevano per andare nella direzione del dialogo, forse Meloni in quel momento ha ritenuto che non era così fondamentale. E poi non so cosa avrebbe accresciuto nella sua figura essere presente ad un confronto dal quale, nella sostanza, neanche i leader di Francia e Inghilterra hanno ottenuto qualcosa di concreto. Solo pacche sulle spalle”.

“Putin vuole una vittoria incontestabile ma è chiaro che non la possa ottenere perché il fulcro di tale risultato sarebbe la cancellazione dell’Ucraina come soggetto internazionale indipendente. Senza un passo indietro del leader russo è difficile che si possa arrivare ad una soluzione di pace”.

L’Italia non può accettare una vittoria incontestabile di Putin. Non dimentichiamo che la Russia è un protagonista non piccolo ad esempio nell’economia africana e l’Italia lì ha qualcosa da dire”.

La stretta di mano tra Donald Trump e Ursula Von der Leyen ai funerali di Papa Francesco non è stata seguita nella giornata di sabato da un incontro ufficiale ma i due leader hanno posto le basi per rivedersi nelle prossime settimane. A margine della cerimonia un portavoce della Commissione Ue ha infatti fatto sapere che «nel loro breve scambio, la Presidente Von der Leyen e il Presidente Trump hanno concordato di incontrarsi» aggiungendo che una discussione approfondita si sarebbe tenuta in una data successiva. È ancora prematuro dire quando e dove si terrà l’incontro, se negli Stati Uniti o in Europa e, in questo caso, a Roma. Difficile che il vertice ufficiale possa avvenire nella nostra capitale anche se sabato è prevalsa la linea italiana evitando si svolgesse un incontro formale il giorno dei funerali del Santo padre per due motivi. Anzitutto perché non era il momento adatto essendo una giornata di lutto, in secondo luogo perché un vertice così delicato va preparato a lungo e con attenzione e non si può improvvisare, specie con una figura come Donald Trump.

È stata la posizione sostenuta da Giorgia Meloni che, nei giorni precedenti la cerimonia, ha mantenuto un costante contatto con Ursula Von der Leyen. Sabato sera, dopo l’incontro Trump Zelensky, è avvenuta inoltre una nuova telefonata tra la premier italiana e il presidente della Commissione Ue come riferito da un portavoce europeo. La conversazione si è concentrata su «tutte le questioni di interesse attuale» compreso il sostegno all’Ucraina e i dazi nell’ambito della trattativa tra l’Ue e l’amministrazione Trump. Continua perciò l’attivismo del governo italiano per fungere da cerniera tra Europa e Stati Uniti, un ruolo emerso anche durante la visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca.

Al centro dell’incontro Trump Von der Leyen ci sarà proprio la trattativa sui dazi e la guerra in Ucraina ma si parlerà anche del tema della difesa. Come spiega a Il Giornale un funzionario europeo: «l’incontro potrebbe avvenire già a maggio a Bruxelles ma c’è una data da tenere in mente che è l’8 luglio. Quel giorno scadranno i 90 giorni di sospensione dei dazi annunciati da Trump e l’Ue dovrà trovare un accordo prima di quella data».

In effetti il presidente americano, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One nel suo viaggio per Roma, ha definito «probabilmente improbabile» la proroga dei 90 giorni di pausa dei dazi. Da quanto si apprende c’è un altro aspetto da definire ed è la partecipazione o meno di altri leader europei: «dovrebbe essere un incontro bilaterale tra Trump e Von der Leyen senza la partecipazione di altri capi di stato o di governo» ci spiega ancora la fonte europea. È un dettaglio non da poco anche alla luce dell’attivismo del presidente francese Emmanuel Macron che, come emerso durante l’incontro Trump Zelensky a San Pietro, vuole cogliere ogni occasione per ritagliarsi spazio e visibilità.

Senza dubbio però Ursula Von der Leyen dovrà preparare con la massima attenzione l’incontro anche alla luce dei pregiudizi che Trump e la sua amministrazione nutrono nei confronti dell’Unione europea. Basti pensare che solo poche settimane fa l’alta rappresentante alla politica estera europea Kaja Kallas in visita a Washington DC non è stata ricevuta dal Segretario di Stato americano Marco Rubio. In realtà, c’è già il precedente di un incontro bilaterale tra Trump e Ursula Von der Leyen nel 2020 a Davos ma era uno scenario del tutto diverso da quello attuale e, a posteriori, molto meno complesso.

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