“Pace, inclusione, giustizia, sono capisaldi irrinunciabili per lo sviluppo sostenibile di ogni Paese e di ogni società, e mi piace sottolineare come siano principi portanti anche dell’ordinamento costituzionale italiano. L’esistenza di un sistema di tutele e di garanzie giuridiche è pre-condizione al godimento dei diritti della persona e, appunto, per lo sviluppo umano, inteso nel suo senso più alto”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella apre i lavori del forum su “Pace, Giustizia e Istituzioni per lo Sviluppo Sostenibile”, dedicato all’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Si tratta di fondamenti riaffermati dalla stessa Carta delle Nazioni Unite, che sin dal suo preambolo ha enunciato l’impegno “a creare le condizioni in cui la giustizia e il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti” e “a promuovere il progresso sociale e un più elevato tenore di vita in un contesto di accresciute libertà”. “L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, – sottolinea Mattarella – ha il merito di avere fornito un orizzonte concreto per il loro realizzarsi, indicando un percorso che tutti gli Stati Membri si sono impegnati a perseguire nell’interesse dei popoli, e che passa anzitutto dalla preservazione del pianeta, il luogo che abitano”. Il Presidente della Repubblica chiede una “decisa accelerazione verso il raggiungimento dei nostri obiettivi comuni” perché è “imprescindibile, come riaffermato, lo scorso settembre, durante l’ultimo Vertice Onu in materia. Ci troviamo, purtroppo, in un contesto più complesso di quanto si immaginava poco tempo addietro”. “All’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico si aggiunge il proliferare di drammatici conflitti che allontanano dall’impegno di dare priorità a quell’agenda. Le conseguenze sono disastrose: allo stato attuale solo una parte modestissima degli obiettivi dell’Agenda 2030 sarebbe raggiungibile nei tempi indicati”, è l’analisi di Mattarella. “Il quadro giuridico entro cui si colloca la capacità di perseguire gli obiettivi dell’Agenda è strumento essenziale. Affidarsi esclusivamente alla buona volontà degli attori in gioco si è rivelato, spesso, illusorio. Ecco perché l’Obiettivo 16, oggetto della riflessione di questa giornata, costituisce – e comporta – un passaggio ineliminabile”, è il monito del Capo dello Stato. “Come potremmo parlare, infatti, di pace come sviluppo se non sostenendo i diritti delle persone e dei popoli? Come potremmo, se non affermando la pratica, nei conflitti, dei principi delle Convenzioni di Ginevra in materia di diritto umanitario, oggi apertamente violati? Se non ponendo in campo norme e iniziative a tutela della condizione femminile, contro la violenza sui fanciulli e sulle donne, sullo sfruttamento da parte della criminalità organizzata, sulla marginalizzazione dei disabili? Sono questioni che riguardano da vicino le istituzioni e l’amministrazione della giustizia”, si chiede Mattarella. Perché, si “tratta di por fine alla insicurezza cui sono confinate troppe popolazioni e troppe persone”. “La prospettiva verso la quale ci muoviamo è quella di rendere le nostre società più coese e giuste, allargando gli spazi civici e politici di partecipazione a tutte le componenti delle società; rendendo le istituzioni, a ogni livello, più inclusive e più rappresentative: in ultima analisi rinsaldando il “contratto sociale” tra popoli e istituzioni. Si tratta di condizioni essenziali per lo sviluppo della persona, purtroppo fragili o assenti in tante parti del mondo. Anche per questo l’Italia è impegnata con convinzione a far avanzare l’attuazione di questo obiettivo e a collaborare a questo fine con organizzazioni come l’Idlo, che ospitiamo a Roma”. Mattarella ricorda che “viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della Seconda guerra mondiale che divorano enormi risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo. L’appello alla costruzione delle condizioni necessarie per la pace e per porre fine ai conflitti non potrebbe essere più necessario e urgente. Fronteggiamo oggi un pericolo ulteriore che mina il rapporto di fiducia con le istituzioni e tra i Paesi, quello della disinformazione”. “È di venerdì scorso la Giornata mondiale per la libertà di stampa che ammonisce, ogni anno, sul valore della libertà dell’informazione per il mantenimento della democrazia. Temi come l’accesso all’informazione, la libertà di espressione, la tutela della privacy, appartengono, a buon diritto, alle mete incluse nell’Obiettivo 16, oggetto di questa discussione. Con – e nelle – Nazioni Unite dobbiamo lavorare per ricostituire la fiducia tra le nazioni, rinsaldare la cooperazione internazionale e tessere nuove reti di comprensione e di collaborazione”. “È sulla base di questo approccio – rimarca Mattarella – che l’Italia dispiega la sua azione, con ferma determinazione nel sostenere gli strumenti di dialogo basati su quel principio di multilateralismo che oggi vediamo così drammaticamente messo in discussione dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle conseguenze dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese”. E l’appello finale con cui termina il suo discorso. “Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni tra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza. A chiedercelo con forza sono i cittadini, i giovani, le donne, che chiedono un avvenire ispirato agli obiettivi che l’Agenda 2030 ha delineato”.
Mattarella a NY: “Urgente porre fine ai conflitti internazionali”
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