Sul premierato incrociano le sciabole Elly Schlein e Giorgia Meloni

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In attesa del duello tv, che dovrebbe concretizzarsi prima delle elezioni europee, la premier e la leader dem si scontrano  sul terreno  della riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del consiglio, approdata  in prima lettura a Palazzo Madama.

Schlein ha esortato i senatori Pd a ‘fare muro’ in Parlamento con le ‘voci’ e nelle piazze con i ‘corpi’ al premierato; e lanciato una manifestazione il prossimo 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica.

Ma se il Pd alza un muro ‘ideologico’ per la presidente del Consiglio ‘è dura dialogare’, vuol dire ‘non avere argomenti’. Anche perché per l’inquilina di palazzo Chigi il premierato darà “stabilità” ed “eviterà al presidente della Repubblica il ruolo di supplente della politica”. Un traguardo che Meloni vuole raggiungere anche a costo di andare al referendum: “l’ultima parola – ha detto – ce l’avranno gli italiani”.

Dal Pd interviene il capogruppo in Senato, Francesco Boccia: “La nostra è una Repubblica parlamentare. La destra abbia il coraggio di dire che questo non è più il nostro modello”.

Al testo arrivato per la prima lettura del Senato, l’esecutivo ha presentato al momento solo 4 emendamenti.  Mentre dalle opposizioni si passa dai 1400 di Avs ai 1300 dei dem; e dai 180 del M5s agli 11 di Italia Viva, 14 infine gli emendamenti depositati da Azione.

“Che pena le mistificazioni costanti da parte di Giorgia Meloni. È inutile che mi attacchi, non ci spaventa e noi confermiamo che faremo opposizione con tutte le nostre forze a questa riforma pericolosa che indebolisce la democrazia e prende in giro i cittadini e le cittadine. La faremo in Parlamento con le nostre voci, la faremo nelle piazze portando i nostri corpi. La faremo anche contro i tagli alla Sanità pubblica e per il salario minimo”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, arrivando a un appuntamento elettorale a Roma, in merito alla riforma del premierato, l’elezione diretta del presidente del Consiglio, che ha iniziato il suo iter in Senato. “Ho sentito dire che non abbiamo argomenti? Noi in verità avevamo proposte, che abbiamo portato un anno fa alla prima volta che il governo ci ha convocato per parlare di riforme costituzionali, che vi informo essere stata anche l’ultima. Non si fanno le riforme costituzionali stravolgendo le basi della forma di repubblica parlamentare a colpi di maggioranza come stanno facendo. Il dialogo non l’hanno mai voluto, noi abbiamo presentato le nostre proposte: non ne hanno considerata una. Ma capisco che non lo possano fare, perché questo governo fragile si regge solo sul cinico baratto. Noi vogliamo fermarli entrambi”.

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