Carlo Nordio al congresso Anm: ‘Fondamentale il dialogo con la magistratura’

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Carlo Nordio, ministro della Giustizia, al congresso di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, apre il dialogo con i suoi ex colleghi sulle riforme in cantiere: “Ci tenevo a essere oggi presente, è un gesto di omaggio e di partecipazione all’Anm di cui ho fatto parte, da magistrati. Cari colleghi grazie dell’invito e grazie anche del vostro applauso”, ha esordito così il Guardasigilli, rivolgendosi alla platea che lo aveva salutato in modo caloroso. La prima rassicurazione sull’autonomia è categorica: “La prevalenza dei magistrati togati sarà assoluta in qualsiasi riforma del Csm. Questo non è in discussione. Nella mia idea originale il Csm dovrebbe essere composto solo da magistrati propro per assicurare al massimo indipendenza della magistratura da qualsiasi interferenza del potere politico”.

Ed è il primo segnale di Nordio di apertura al confronto: “Il messaggio che arriva dalla mia presenza qui è cercare un incontro sulle cose su cui potremmo e dovremmo essere d’accordo. Questo non significa che non vi siano e non vi saranno delle differenze, talvolta sono state espresse in termini molto severi. Io ho sempre accettato le critiche, il dissenso è il sale della democrazia e tutte le critiche sono benvenute a meno che non travisino i fatti. Mai e poi mai mi sognerei di entrare in conflitto con la magistratura in quanto tale, visto che sono stato un magistrato per oltre 40 anni. Spero che non si parli più di conflitto tra politica e magistratura, si potrà parlare di idee opposte e di dialogo franco. Le critiche anche quelle più accese saranno tenute in debita considerazione.

Occorrono delle riforme che incentivino l’efficienza della giustizia, Abbiamo tre concorsi che sono in via di definizione, altri due sono stati appena definiti, contiamo – non solo perché ce lo chiede l’Europa – di colmare i vuoti della magistratura nel 2026. Stiamo cercando di accelerare i concorsi perché non è possibile che il tempo di un concorso oggi sia quello degli anni 70: dal momento della domanda al conferimento della toga passano 5 anni”.

La nota dolente, per una parte della magistratura, è però l’attuazione della separazione delle carriere dei magistrati, che è nel programma elettorale del centrodestra. “E’ sicuramente un percorso lungo perché richiede una revisione costituzionale. Sarà fatta nel principio della dichiarazione di Bordeaux. E’ la stessa dichiarazione di Bordeaux che prevede una netta distinzione tra pubblico ministero e giudice. Ma essa stessa prevede, e per me è un principio non negoziabile, che via sia una assoluta indipendenza del pubblico ministero nei confronti di qualsiasi autorità, a cominciare dal potere esecutivo. Questo è un dogma non trattabile per me”.

“La cosa più importante oggi è rendere la giustizia efficiente e su questo punto vi sono molti punti di convergenza con la magistratura. Quando l’altro giorno il Presidente dell’Anm Santalucia ha chiesto un incontro lo abbiamo avuto ad horas, entre poche ore. Quando si è profilata la possibilità di conciliare il G7 con la mia presenza di oggi l’ho colta subito. Secondo me il dialogo è fondamentale ma deve essere un dialogo franco, senza retropensieri. Ognuno ha le sue posizioni e penserà di mantenerla, ma penserà di trovare un punto di incontro, soprattutto nell’ambito dell’efficienza della giustizia”.

A margine dei lavori, la leader del Pd Elly Schlein ha provato a fare campagna elettorale proprio sulla parte della riforma che riguarda la separazione delle carriere. “Quanto annunciato sulla separazione delle carriere vede la nostra ferma contrarietà”. Così, la segretaria del Pd Elly Schlein intervenuta al 36esimo congresso dell’Anm a Palermo. Parole che sono state accolto da un lungo applauso dei magistrati presenti. “Noi riteniamo che la separazione delle carriere, oltre a non risolvere i problemi della giustizia, sia l’anticamera della sottomissione dei magistrati all’Esecutivo e comprometta il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale“.

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