Superbonus, Giorgetti: “E’ come la droga, bisogna disintossicarsi

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“Una droga da cui disintossicarsi. La disintossicazione è dolorosa ma qualcuno la deve fare”. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con queste parole manda in soffitta il superbonus. “E’ una misura eccezionale per tempi eccezionali, come tante altre cose fatte in epoca pandemica. Finita quella ubriacatura, da questo tipo di droga economica bisogna uscire”, sono le parole del numero uno del Mef rilasciate ad ‘Il giorno de La Verità’. “La disintossicazione è dolorosa ma qualcuno la deve fare. Mi rendo conto che chi più ne trae vantaggi non è d’accordo ma dalla droga bisogna uscire. Io spero che si metta un punto definitivo, però è giusto e anche mio dovere come ministro dell’Economia mettere in chiaro la situazione”. E spiega. Il superbonus “ha contribuito alla crescita dell’economia ma a un prezzo assolutamente insostenibile” ma “in questo momento, anche dopo gli interventi del governo, l’Italia offre un sistema di incentivi sull’edilizia che non ha pari in Europa e nel mondo”. Un corto circuito da cui bisogna uscire, non ci sono alternative od altre vie. Una presa di posizione che susciterà ulteriori polemiche politiche con Forza Italia da sempre più tenera nei confronti della misura adottata dal governo allora guidato da Giuseppe Conte. E poi il tema della sugar tax “sono contento che non entri in vigore”, misura che slitta al primo gennaio 2025. Per la plastic tax è previsto un c’è il rinvio al 2026 “ ma di questo nessuno mi ha ringraziato, mi auto-ringrazio da solo”. Sul nuovo patto di stabilità il ministro leghista ricorda come per l’Italia, con un debito pubblico alle stelle e con tassi di interesse alti, rappresenta un percorso “molto difficile da onorare”. “Noi – ha spiegato – confidiamo che da un lato i tassi di interesse finalmente scenderanno, e io ritengo che il percorso inizierà presto. Dall’altro lato, dobbiamo fare un esame serio delle spese che ci possiamo permettere, tagliando tutto quello che possiamo tagliare e che non è produttivo. È uno sforzo che la politica deve fare seriamente”. Per la spesa pubblica “lo scorso anno abbiamo tagliato circa 3 miliardi da ministeri ed enti collegati, sembra poco ma di fatto abbiamo ridotto drasticamente la spesa discrezionale, cioè quella per cui non ci sono impegni vincolanti che non si possono disattendere”, ha detto il ministro dell’Economia. “È un percorso che impone un uso efficiente di tutte le risorse disponibili”.

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