Ilaria Salis agli arresti domiciliari a Budapest, la candidata alle Europee esce dal carcere dopo 15 mesi

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Ilaria Salis esce dal carcere. Dopo 15 mesi di detenzione preventiva nelle prigioni ungheresi, l’attivista italiana e candidata alle elezioni Europee sarà spostata agli arresti domiciliari, sempre a Budapest.

Il tribunale di seconda istanza di Budapest, in Ungheria, ha accolto la richiesta degli avvocati dell’attivista italiana Ilaria Salis per uscire dal carcere e attendere la fine del processo in cui è coinvolta agli arresti domiciliari.

La sede della sua detenzione preventiva rimarrà la capitale ungherese. La donna quindi non potrà tornare in Italia come richiesto dai suoi familiari e da diversi esponenti politici.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare. Non è ancora fuori dal pozzo, ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo” ha commentato Roberto Salis, padre di Ilaria.

Ilaria Salis è un’attivista di sinistra italiana. È stata arrestata in Ungheria con l’accusa di aver aggredito alcuni militanti di estrema destra nella Giornata dell’Onore, una manifestazione che ricorda un battaglione che resistette all’assedio sovietico di Budapest nel 1945.

Era l’11 febbraio 2023, da allora Salis è rimasta in carcere in attesa di essere processata. Rischia 11 anni di carcere. La prova principale del processo è un video in cui si vedono due persone a volto coperto picchiare le vittime con dei manganelli.

Salis ha raccontato, anche grazie alla sua famiglia che si è fatta portavoce della sua condizione, la situazione che viveva in carcere in Ungheria. Più volte l’attivista è stata portata in udienza in tribunale legata.

Nei mesi scorsi era emersa l’ipotesi che Ilaria Salis si potesse candidare alle elezioni europee con una lista di sinistra, in particolare con quella del Partito Democratico.

Un’eventuale elezione le garantirebbe l’immunità parlamentare. Il suo arresto andrebbe quindi convalidato dal Parlamento europeo e, se respinto, la donna potrebbe anche tornare in Italia.

La candidatura con il Pd è però presto tramontata per l’eccessiva distanza tra le posizioni di Salis e quelle di parte del Partito. In seguito però è stata Alleanza Verdi Sinistra a portare avanti questa proposta. L’attivista è ora candidata con AVS.

“Ilaria Salis non è un’eroina. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi”, ha scritto il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs in un post su X.

Il resto, scrive Kovacs pubblicando un videomessaggio, “è una mera invenzione della politica”. Afferma di voler difendere la magistratura: “Non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo”.

“Suo padre ha parlato a tutta la stampa occidentale, è stato invitato all’Europarlamento e ha lanciato accuse gravi e infondate“, afferma il portavoce Zoltan Kovacs nel video. “Ha trasformato il caso della figlia in una questione politica“.

Nel sistema legale in Ungheria “il crimine in questione è estremamente grave e comporta condanne severe”, continua Kovacs, rivolgendosi poi alla sinistra: “Ci vengono rivolte accuse politiche, ma è nostro dovere difendere la reputazione, l’integrità e l’indipendenza della magistratura“.



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