L’imputazione di corruzione è costruita su versamenti, anche se tracciati, al Comitato di Toti in cambio dei quali il presidente della Liguria avrebbe messo a disposizione la sua funzione, nell’ipotesi accusatoria, a favore del gruppo Spinelli. Chiaramente il quadro potrebbe cambiare se emergessero anche finanziamenti illeciti, ossia non documentati, ma questo non rientra nelle imputazioni che hanno portato alla misura cautelare.
Fino a lunedì alle 23.59 gli indagati, Toti compreso, avranno tempo per presentare ricorso al Riesame sulle misure cautelari. Allo stato risulta aver presentato appello al Riesame solo Mauro Vianello a cui il 7 maggio è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Al momento, in Procura o al gip non sono arrivate richieste da parte dei legali di Aldo Spinelli o di un accertamento sulle sue condizioni psicofisiche, anche se la stessa difesa sta lavorando a una propria consulenza affidata a un esperto. E i pm stanno verificando se in passato per il patron del gruppo della logistica portuale fosse stato richiesto dai familiari un amministratore di sostegno, tema a cui aveva accennato il figlio nell’interrogatorio.
“Io voglio parlare, non me ne frega niente”. Inizia così l’interrogatorio davanti al Gip di Aldo Spinelli, l’imprenditore ai domiciliari nell’inchiesta per corruzione della procura di Genova che ha portato all’arresto anche del presidente della Liguria Giovanni Toti. Una presa di posizione netta nonostante il suo avvocato poco prima lo invitasse ad avvalersi della facoltà di non rispondere anche per via della glicemia molto alta. “Ma non vuol dire – dice Spinelli riferendosi proprio alla glicemia – io voglio parlare…non me ne frega niente…la posso misurare anche davanti a voi, però è scesa”. Poco dopo l’imprenditore, come scrivono alcuni giornali, si lancia in un altro discorso che poco c’entra con l’interrogatorio. Il giudice chiede infatti dove e quando è nato e lui risponde: “il 4 gennaio del 1940 però mi sento dell’80, non del ’40”. Un quarantenne e non un’ottantaquattrenne insomma, che è un fiume in piena tanto che la giudice gli ricorda: “guardi, qui siamo in sede di interrogatorio e quindi se lei decide di rispondere deve rispondere alle domande che le vengono fatte e io ora non le ho fatto ancora nessuna domanda”. E poco più avanti lo riprende di nuovo, quando Spinelli la chiama “signorina”. “Guardi – risponde la gip Faggioni – io non mi chiamo ‘signorina’, se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice”.
Intanto, avrebbe confermato di aver subito pressioni per cambiare idea e votare a favore della proroga della concessione trentennale al gruppo Spinelli del Terminal Rinfuse, Giorgio Carozzi, ex giornalista componente del comitato di gestione del porto in rappresentanza del Comune di Genova, sentito come teste ieri. Carozzi, che ha votato in rappresentanza del Comune guidato da Marco Bucci, pare abbia chiarito con dettagli la vicenda. “Non mi sorprendo dello scandalo, sono 50 anni che scrivo di porto”, ha detto prima di entrare dai pm. Carozzi si era mostrato in un primo momento contrario alla concessione per 30 anni del Terminal Rinfuse. Con lui avevano espresso perplessità anche l’avvocato Andrea La Mattina, che nel board rappresenta la Regione, e all’ex presidente dell’autorità portuale di Savona Rino Canavese. Secondo l’accusa ci sarebbero state pressioni affinché votassero a favore. La Mattina e Carozzi poi cambiarono il loro voto mentre Canavese fu l’unico a opporsi. E dai verbali emergono ancora nuovi dettagli.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere sentito anche Andrea La Mattina, che nel board rappresentava la Regione, anche lui inizialmente contrario alla proroga trentennale e che poi votò a favore. La prossima settimana, dunque, proseguiranno le audizioni di testimoni in procura e potrebbe essere convocato anche il sindaco di Genova Marco Bucci.
I pm di Genova, che indagano sul presunto sistema di corruzione in Liguria che ha portato all’arresto di Giovanni Toti, riascolteranno, forse già da lunedì, il file della registrazione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le parole trascritte come “finanziamenti illeciti”. Lo stesso figlio dell’imprenditore, con una comunicazione dei legali di venerdì, ha sostenuto di aver detto invece “finanziamenti leciti”. Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l’imputazione di corruzione.
Roberto Spinelli, imprenditore figlio di Aldo che ha rivelato come avesse più volte pensato ad un “amministratore di sostegno” per l’anziano genitore. “Toti chiamava mio padre, faceva delle sceneggiate perché voleva finanziamenti leciti”, ha detto. Un passaggio che ha necessitato di una precisazione depositata dai legali dell’imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, oggi al gip dopo avere letto il verbale. Nel documento, infatti, era stato trascritto “finanziamenti illeciti”.
Una precisazione che arriva dal procuratore capo di Genova dopo giorni in cui si rincorrono indiscrezioni su possibili date sull’interrogatorio chiesto dal governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio per corruzione. Perché, come spiegano in procura, “in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia” e dunque il pubblico ministero “non è obbligato a farlo”. Sempre in via generica, continua il procuratore “l’indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c’è urgenza può presentare memorie”.
L’unico momento in cui la procura è obbligata a interrogare l’indagato “è nella fase della chiusura indagini”. In tutte le altre fasi, “è una decisione del pm sul se e sul quando”. E intanto chi preme per farsi ascoltare dagli investigatori è anche il sindaco di Genova Marco Bucci, più volte intercettato in particolare nella vicenda del rinnovo della concessione a 30 anni per il Terminal Rinfuse data agli Spinelli. Il primo cittadino ha mandato una mail al procuratore capo spiegando di mettersi “a disposizione dei magistrati”. Nei giorni scorsi Bucci aveva detto ai cronisti “non mi pento di nulla… Forse di qualcosina sì, ma me lo tengo per me. Anzi lo dirò ai pm”. Non è ancora stato deciso quando verrà sentito.
Nelle prossime ore, con una consulenza tecnica irripetibile verrà effettuata la copia del contenuto dei telefoni e dei dispositivi elettronici sequestrati a Toti e agli altri indagati. Anche per questo passaggio tecnico i tempi per l’interrogatorio del governatore si potrebbero allungare.