Paolo Gentiloni, commissario all’economia dell’Unione Europea, ha chiarito la verità sull’assegnazione deifondel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Gentiloni, in un’intervista riportata nel libro “Nelle vene di Bruxelles” e dal Corriere della Sera, ha spiegato che “le quote di finanziamento sono state determinate da un algoritmo ideato e definito da due direttori generali olandesi“.
Nel luglio 2020, l’assegnazione dei 750 miliardi di euro del Recovery Fund ai Paesi dell’Unione Europea non è stata stabilita tramite negoziati tra i capi di governo, ma attraverso un algoritmo. Questo algoritmo, sviluppato da due funzionari della Commissione Europea, ha considerato criteri come il numero delle vittime del Covid-19 e i danni economici causati dalla pandemia. Come riferito da affaritaliani.it
Gentiloni ha sottolineato che “non è vero che abbiamo conquistato un sacco di soldi“. L’Italia, infatti, è il settimo Paese in termini di rapporto tra fondi ricevuti e Pil. Altri Paesi, come la Spagna e la Croazia, hanno ottenuto proporzionalmente di più.
L’ex premier Giuseppe Conte rivendica spesso il merito di aver assicurato all’Italia un’ingente somma di fondi europei. Un negoziato c’è stato, ma riguardava principalmente la divisione tra aiuti a fondo perduto e prestiti e la governance del piano. I Paesi frugali, guidati dall’Olanda, volevano che la maggior parte dei fondi fosse erogata come prestiti e insistevano per mantenere un diritto di veto sul rilascio delle varie tranche di finanziamenti.
Nonostante la mancanza di meriti esclusivi nella distribuzione dei fondi, la diplomazia italiana ha avuto un ruolo cruciale nei negoziati sulla governance del Pnrr. La tenacia della diplomazia italiana ha infatti impedito che i Paesi frugali ottenessero il diritto di veto. Garantendo una gestione più equa e flessibile dei fondi europei.