Caivano e don Patriciello: ‘Parte finalmente l’attenzione alle periferie, come indica il Papa, la Meloni non ha la bacchetta magica ma sta mantenendo tutto, da noi’

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‘La verità è che la presidente Giorgia Meloni sta mantenendo le promesse attuando un piano per le periferie: Caivano rappresenta una sorta di test nazionale. Se funziona per il recupero del territorio, il modello verrà trasferito altrove. Agli inizi di giugno i bambini del quartiere che detiene il record dello spaccio più grande d’Europa, Caivano, potranno ritornare a frequentare una piscina e un centro sportivo che il degrado e la criminalità avevano trasformato in una discarica, fino alla chiusura definitiva della struttura’. Don Maurizio Patriciello sabato era a Verona per l’Arena della Pace con Papa Francesco e per annunciare la riapertura di un centro sportivo importante per togliere i ragazzi dalla strada. Dice che verrà inaugurata dal governo a giugno e forse da Giorgia Meloni stessa «se avrà tempo». Non si è ancora placata la brutta polemica del governatore De Luca contro il prete anticamorra al quale aveva rivolto frasi di scherno.

«Purtroppo queste cose arrivano sempre da chi non te lo aspetti. Non sono rimasto offeso semmai addolorato e preoccupato. Da due anni vivo sotto scorta, da quando misero una bomba davanti al cancello della mia parrocchia. Alla scorta ci avevo rinunciato ma alla fine sono stato costretto dal mio vescovo e dalle autorità che hanno deciso così e mi sono dovuto attenere. Non è facile».

«Penso che l’uscita del Governatore nasca per motivi politici: nell’agosto dell’anno scorso ero esasperato dalla situazione di Caivano, un posto dove non c’era lo Stato, e ho invitato il Governo a vedere, toccare, sentire. La Meloni è arrivata, ha preso impegni che sta mantenendo. Avevamo un centro sportivo enorme che era una pattumiera e ora riapriremo la piscina coi bambini. Davanti a questo miracolo come faccio a far finta di nulla? Come faccio a non dire la verità?»

‘’A Caivano parte finalmente l’attenzione alle periferie. Proprio come indica anche il Papa. La Meloni, ovviamente, non ha la bacchetta magica ma sta mantenendo tutto, almeno da noi. Ed è la verità e non ho paura a dirlo. Il decreto Caivano vuole essere il primo tassello di un percorso lungo per riprendere in mano e trasformare le periferie. Faccio parte della Commissione Periferie assieme al parroco di Tor Bella Monaca e ad altri parroci del nord. Anch’essi alle prese con lo stesso dramma mio. Il nostro compito è fare i preti non politica, aiutare gente esasperata e stremata, bambini che crescono senza possibilità. Questo è il vero punto».

«Le cose vanno molto meglio.  Avevamo pochi carabinieri e ora è arrivata una compagnia fissa a Caivano. Sono arrivati venti poliziotti in più, e nelle strade si vedono. I vigili urbani non c’erano e ora ne abbiamo 16 assunti tramite concorso. La stessa cosa per gli assistenti sociali. E’ arrivato anche un commissario di governo per gestire 52 milioni che serviranno per le strutture. Il commissario lavora assieme ai tre commissari, visto che il Comune è stato sciolto per mafia. Come faccio a dire che non è stato fatto nulla? Il governatore insinua che il governo ha fatto passerelle a Caivano ma non è vero. Quando c’erano altri presidenti del Consiglio ho parlato anche con loro. L’ho fatto certamente con Conte e prima ancora con Renzi. Entrambi hanno fatto quello che potevano ma poi tutto si è arenato».

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