Albania, l’appalto per la gestione dei migranti è partito, ma i centri non sono pronti

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Noi processiamo le richieste di asilo in territorio albanese sotto la giurisdizione italiana.  Cosa ci guadagniamo? Ci guadagniamo di allentare la pressione sul territorio italiano e un effetto di dissuasione su potenziali migranti illegali che può essere potentissimo”, ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di Mattino Cinque, su Canale 5, parlando dell’accordo con l’Albania sulla gestione dei migranti. “Ringrazio il governo albanese, e mi spiace moltissimo per gli attacchi scomposti che il primo ministro Rama sta avendo dalla sinistra italiana ed europea per aver fatto questo accordo per aiutare l’Italia”,

Avrebbero dovuto aprire oggi ma a Schengjin e a Gjiader al momento ci sono solo le ruspe. L’inaugurazione in pompa magna dei centri per migranti in Albania che IL 20 maggio, è stata segnata in rosso sul calendario del governo: avrebbe dovuto essere il giorno dell’apertura dei due centri per migranti in Albania. Con l’avvicinarsi del giorno “x”, iniziava a essere chiaro, anche all’esecutivo, che quelle due strutture al nord dell’Albania che dovrebbero ospitare 3mila migranti, diretti in Italia, all’anno non erano pronte.

Sul piano delle dichiarazioni, la premier italiana Giorgia Meloni resta determinata: sull’esternalizzazione dei centri per migranti, ribadisce di buon mattino sulle reti Mediaset, «stiamo facendo da apripista per una soluzione sostenibile». Solo che quella soluzione – ossia l’annunciata realizzazione in terra d’Albania di due strutture in cui collocare una parte delle migliaia di persone soccorse nel Mediterraneo mentre cercano di raggiungere le coste italiane ed europee – finora stenta a decollare. Tanto che, a mesi dall’intesa di novembre fra Roma e Tirana e dalle ratifiche dei rispettivi Parlamenti, l’effetto annuncio potrebbe rischiare di tramutarsi in un effetto boomerang.

Chi si è recato nelle aree dove dovrebbero sorgere i suddetti centri, infatti, per ora ha scorto solo recinzioni e mezzi meccanici per il movimento terra. E, nel frattempo, di mese in mese la data fissata per la loro apertura continua a slittare: prima a inizio 2024, poi a metà maggio – in questi giorni per l’esattezza – per scivolare quindi verso il prossimo ottobre, ma senza granitiche certezze. In parallelo, la stessa presidente del Consiglio – dopo aver ipotizzato una missione a maggio per visitare le opere in corso – ha fatto slittare la visita, senza per ora calendarizzare un’altra data.

Il Viminale: conclusa la procedura per la gestione. Nei giorni scorsi, al Sole 24 ore, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha assicurato che le procedure avviate dal Viminale per la loro gestione si sono concluse nei tempi previsti, il 6 maggio. Fonti dell’Interno fanno sapere che la prefettura di Roma (incaricata di vagliare 30 istanze) ha individuato – «sulla base del criterio delle pregresse esperienze contrattuali maturate nello svolgimento di analoghi servizi» – tre operatori economici da invitare alla procedura negoziata: «Consorzio HERA, Officine Sociali e Medihospes». Ma solo una delle tre società, alla scadenza del 10 aprile, ha presentato una vera e propria offerta: la Medihospes , che ha offerto un ribasso del 4,94%, ottenendo l’aggiudicazione per un importo pari ad 133.789.967 euro più Iva. Si tratta di una cooperativa sociale con circa 3.500 dipendenti e 90 milioni di ricavi (dati 2021), cresciuta molto negli ultimi anni, fino ad arrivare a gestire a Roma quasi tutti i centri di accoglienza straordinaria, non senza qualche criticità, secondo alcune inchieste giornalistiche. In ogni caso, ad aprile è stato aggiudicato alla Medihospes l’affidamento dell’appalto per un periodo di 24 mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori 24 mesi. «Si tratta dell’unica società che ha presentato un’offerta» ha ribadito il ministro al Sole 24 ore, ricordando che «l’aggiudicazione del bando è avvenuta solo all’esito dei controlli sul possesso dei requisiti di legge» e che tali controlli «saranno molto accurati anche nella fase di esecuzione».

Cantieri solo all’inizio. Ma, se sul fronte viminalizio la gara per l’assegnazione della gestione si è chiusa, altrettanto non può dirsi per la costruzione dei due centri. Interpellate, diverse fonti della Difesa, non hanno fornito valutazioni o elementi utili a ipotizzare una possibile tempistica o le scadenze di un eventuale cronoprogramma di realizzazione dei due centri, uno dei quali dovrebbe sorgere in un’area messa a disposizione dall’aeronautica albanese. C’è chi parla di ottobre o novembre come periodo per l’ultimazione delle opere. Ma fonti di un altro dicastero sostengono che il genio militare stia già “bonificando” le aree interessate e sia pronto a dare «un’accelerata forte».

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