Anche l’Italia appare tra i 21 hotspot mondiali in cui la siccità sta diventando un problema cronico e sempre più impattante. A dirlo è una ricerca olandese pubblicata sulla rivista “Environmental Research Letters”, la quale ha permesso di elaborare una mappa globale della siccità e di classificare le ragioni per cui, alcune zone del mondo, soffrono terribilmente la mancanza di acqua: la maggior parte di queste (a pensarci bene, tutte) sono di natura antropica. E di natura antropica dovrà necessariamente essere la soluzione.
In provincia di Padova si sta lavorando per invertire la rotta. Dario Traverso gestisce la “Genius Watter”, azienda specializzata nella desalinizzazione dell’acqua per osmosi inversa, nata dopo aver toccato con mano le difficoltà che vivono ogni giorno gli abitanti di Capo Verde. La tecnologia è semplice: sfruttare una membrana semipermeabile per filtrare l’acqua salata, secondo un processo non più spontaneo (come invece è l’osmosi), ma assolutamente efficace. Nello specifico, l’energia necessaria per “filtrare” acque salmastre è di 0,06 kWh per ogni metro cubo di acqua; nel caso in cui la concentrazione di sale sia maggiore, per oceani o mari, sono richiesti tra i 2 e i 4 kWh. Un computer, a pieno regime, richiede 0,25 kWh per funzionare; più di quanto necessita il processo di desalinizzazione delle acque salmastre. E infatti, desalinizzare un metro cubo di acqua costa intorno ai 3 euro in Italia (ma dipende dal costo dell’energia).
Quella di Traverso non è l’unica azienda a praticare la desalinizzazione in Italia: ogni anno, si depurano ben 34 miliardi di metri cubi di acqua nella penisola. Ma “Genius Watter” rimane fedele alla sua missione iniziale, costruendo impianti in zone estremamente critiche e formando personale in loco per la manutenzione. Ad oggi, gli impianti già in funzione sono sei: due in Somalia, tre a Capo Verde ed uno a Zanzibar. Altri quattro in arrivo con la collaborazione dell’ONU, sempre in questi paesi. In Somalia, la siccità e la carestia che ne deriva hanno ucciso 250 mila persone; dal 2000 al 2020, Capo Verde ha perso il 18% del territorio agricolo, trovandosi costretta ad importare fino all’80% dei beni alimentari; a Zanzibar, spesso, non si riesce a mangiare più di una volta al giorno.
I cambiamenti idroclimatici hanno messo in ginocchio milioni di persone nel mondo, mentre altri paesi (tra cui l’Italia) hanno difficoltà a reperire l’acqua per l’eccessivo consumo che ne viene fatto dalle industrie e nel settore agricolo. La soluzione c’è: i ringraziamenti degli anziani di Caynabo, in Somalia, ne sono la bellissima dimostrazione.